Borsa Milano apre in calo Torna a salire lo spread

Partenza con il segno meno per le borse europee che si allineano alla chiusura negativa dei listini asiatici, preoccupati per il deficit commerciale del Giappone, e in attesa di conoscere l’esito del destino della Grecia, al centro di una serie di incontri che si apriranno oggi con la visita del presidente dell’Eurogruppo Junker ad Atene. Londra cede lo 0,8%, Parigi lo 0,7%, Francoforte lo 0,6% e Madrid lo 0,9%. Soffre anche Piazza Affari, con il Ftse Mib in calo dello 0,9%.

Spread BTp-Bund a quota 413,9 punti base (in rialzo rispetto ai 407,8 della chiusura di ieri) in apertura sui mercati obbligazionari europei. Il rendimento dei decennali italiani è al 5,643%. Il differenziale tra i titoli di stato spagnoli e quelli tedeschi si attesta a 464,5 punti (460,1 la chiusura ieri), con un rendimento dei Bonos decennali al 6,148%.

Oggi il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Junker, farà tappa ad Atene per discutere il programma di aggiustamento dei conti da parte della Grecia. Il premier Antonis Samaras, in un’intervista alla Bild, ha chiesto ai creditori più tempo per attuare le riforme. L’incontro precede quello di domani con Francois Hollande e Angela Merkel, che si vedranno per discutere della crisi del debito europeo.

ASIA IN CALO – Seduta negativa per le borse asiatiche che scontano i dati negativi sul deficit commerciale del Giappone. Tokyo ha chiuso in calo dello 0,27%, Hong Kong cede quasi l’1% mentre perdono circa mezzo punto percentuale gli altri listini. Il deficit nipponico si è attestato a luglio a 517,4 miliardi di yen (5,2 miliardi di euro), a fronte dei 270-280 miliardi attesi, a causa del calo delle esportazioni per la crisi di Eurolandia e la debole crescita globale. L’export, in particolare, è sceso dell’8,3%.

Sui listini ha pesato anche il taglio delle previsioni di utili da parte di Dell (-4,5%), secondo cui la debole ripresa globale frena la domanda di pc. Gli effetti si sono visti in particolare sul comparto dei titoli tecnologici, con Lenovo che ha perso il 2,4% e Samsung l’1,3%. Male sono andati anche il comparto minerario e petrolifero, in scia al calo dei prezzi delle materie prime mentre restano vivi i timori sull’economia globale a causa della crisi dell’Eurozona.

FITCH: ‘MONTI CREDIBILE’ – Mezzo cammino per l’uscita dalla crisi e’ ormai percorso e, se l’opera di risanamento non si interrompera’, la fine del tunnel potrebbe arrivare nel 2013 per Italia, Spagna e Portogallo. L’agenzia Moody’s traccia un parallelo con la crisi degli anni ’90 di Svezia e Finlandia per dimostrare, in un rapporto uscito nella notte, che un percorso di risanamento serio e profondo puo’ portare il prossimo anno la dinamica del Pil a un livello pre-crisi. Parole moderatamente ottimiste che hanno fatto balzare il listino di Milano e calare lo spread in una giornata gia’ favorevole.

Essenziali pero’, piuttosto che scudi anti spread o aiuti internazionali, sono le riforme, cosi’ come anche sottolinea la ‘rivale’ Fitch secondo cui le misure di austerita’ gia’ varate sono sufficienti e non ne servono altre. Per il ministro dello sviluppo, Corrado Passera, gli interventi anticiclici varati dal governo vanno nella direzione di permettere che il ”2013 non sia piu’ un anno di recessione”. Una dichiarazione che segue quella del premier Mario Monti, che alla vigilia ha parlato di un’uscita dalla crisi piu’ vicina. Nel pomeriggio pero’ arriva una previsione molto meno rosea dalla terza grande del rating: Standard and Poor’s ritiene piu’ probabile per Usa e Ue una ricaduta nel pieno della crisi nel 2013, quello che in gergo tecnico di chiama ‘recessione a W’ Certo la stessa agenzia Moody’s appena qualche ora prima, in un altro rapporto, aveva ammonito che ”Portogallo, Spagna e Italia continueranno in recessione il prossimo anno” stabilendo per il nostro paese un prodotto interno pari a zero o in calo dello 0,5% nel prossimo anno, dopo il -1,5-2% di quest’anno (l’ultima stima Banca d’Italia prevede un -2% quest’anno e un +0,3% il prossimo) anche a causa delle misure di austerita’.

Nel suo studio sulle crisi a confronto, Moody’s rileva che uno scenario ‘svedese’ per Italia Spagna e Portogallo di uscita dal tunnel in 17 trimestri potrebbe virare, in caso di difficolta’, verso uno ‘finlandese’ e la fine della crisi rimandata al 2016. Helsinki, ieri uno dei falchi europei in termini di austerita’, vent’anni fa ci impiego’ ben 27 trimestri anni per uscire dalla recessione in una situazione che ora assomiglia a quella di Grecia e Irlanda.

Moody’s in alcuni commenti ridimensiona poi l’ottimismo suscitato dal suo report e ricorda come ‘Italia ha ”ancora una forte necessita’ di correzioni macro e strutturali” per uscire dalla crisi. Certo il nostro paese ha compiuto ”alcuni progressi in aree specifiche come ad esempio la riforma del mercato del lavoro” e puo’ contare su alcuni punti di forza quali ”l’avanzo primario”. Anche per i ‘cugini’ di Fitch i governi non devono abbassare la guardia. L’agenzia minaccia nuovi tagli di rating per i paesi europei in caso di assenza di passi avanti e per l’Italia elenca due minacce: l’uscita di Monti prima di aver realizzato altre misure necessarie e il contagio da parte della Spagna. I due paesi nordici ora visti come esempio ne uscirono con una profonda serie di riforme nel mercato finanziario, la concorrenza e nel bilancio con un aiuto ulteriori dai tassi di cambio che spinse l’export.

Vitali sono quindi ancora una volta i comportamenti dei governi e i sacrifici dei cittadini piu’ che l’aiuto della Bce o dell’Europa

S&P, RISCHI NUOVA RECESSIONE USA – Le chance di una nuova recessione negli Stati Uniti sono aumentate. Lo afferma l’agenzia di rating Standard & Poor’s, sottolineando di non ritenere che “l’economia americana e quella europea miglioreranno sostanzialmente il prossimo anno”, con l’Ue che rischia come gli Usa di dover fare i conti con una nuova contrazione del Pil.

MARTEDI’: SPREAD AI MINIMI, MILANO VOLA – Chiusura in calo ieri, sui minimi di giornata, per lo spread BTp-Bund, a 407,8 punti. Il rendimento dei decennali italiani è al 5,633%. Il differenziale tra i Bonos spagnoli ed i titoli di Stato tedeschi chiude a 460,1 punti, con un rendimento dei decennali spagnoli al 6,156%. Seduta fortemente positiva per la Borsa di Milano: l’indice Ftse Mib ha chiuso in crescita del 2,39% a 15.330 punti, ampiamente il miglior risultato di giornata tra le principali piazze azionarie europee.