Corte dei Conti: la corruzione dilaga ancora. Ma il Governo rallenta sul ddl: ci vuole tempo

(di Manuela Tulli) ROMA – Sono passati vent’anni da ‘Mani Pulite’ ma ”illegalita’, corruzione e malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese e le dimensioni sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce”. Il ‘j’accuse’ arriva dalla Corte dei Conti che oggi ha inaugurato, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di diversi esponenti del governo, l’anno giudiziario. La corruzione e’ dunque ancora ”dilagante”, dice la Corte , e per il Presidente Luigi Giampaolino e’ ”una sconfitta non avere fatto una efficace riforma della pubblica amministrazione” ma avere operato sempre ”chirurgicamente”, insistendo sull’aspetto penale.

Contro la corruzione, invece, ”bisognerebbe fare quello che e’ stato fatto per la mafia, costruire un momento di lotta”, rileva il presidente. ”Il fenomeno non e’ stato debellato”, conferma il ministro della Giustizia Paola Severino, riferendosi alla corruzione, mentre per il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini ”la questione morale esiste e pensare che sia stata superata significa vivere fuori dalla realta”’. Fiumi di denaro, dunque, se ne vanno ogni anno, da una parte con la corruzione, il cui peso e’ di circa 60 miliardi di euro l’anno, dall’altra con l’evasione che vale 100-120 miliardi di euro. Per la sola Iva si calcola un’evasione al 36%. ”La lotta all’evasione e’ sacrosanta – ha detto ancora il presidente – ma altrettanto sacrosanta e’ la lotta allo sperpero di denaro pubblico”. Anche incarichi e consulenze illegittime, fuori dalle regole, onerose, e date a go-go’ anche quando all’interno ci sono le professionalita’ giuste, restano una spina nel fianco della pubblica amministrazione. Nonostante le sentenze e le leggi, ci sono ancora ”casi macroscopici”, avverte la Corte, in cui si perseguono ”obiettivi personalistici cui e’ estraneo l’interesse pubblico”. Complessivamente, ha sottolineato il procuratore generale aggiunto della
Corte, Maria Teresa Arganelli, occorre ”costruire e diffondere una sempre piu’ necessaria cultura della legalita”’. Dal malaffare alla crisi. Il presidente ha anche parlato della situazione dei conti pubblici italiani. Il 2011 – ha rilevato – ”sara’ ricordato nella storia della finanza pubblica italiana, per la severita’ della situazione economica e per l’affanno con il quale i governi hanno rincorso i rimedi necessari a fronteggiarla e ad arginarne gli effetti piu’ devastanti”. Basta quello che e’ stato fatto? Centreremo l’obiettivo del pareggio di bilancio? Alle domande incalzanti dei giornalisti Giampaolino prima sbaglia (dice 2014 e poi si corregge confermando il pareggio per il 2013), poi esita. Alla fine usa il condizionale: ”Sono stai fatti notevoli sforzi, tra i piu’ grandi tra tutti i Paesi e dovrebbero essere sufficienti a raggiungere il pareggio di bilancio”.