Forte scossa di terremoto in Piemonte, sisma di magnitudo 4.3

TORINO – La terra trema in Piemonte: una scossa profonda (20 km sottoterra, di magnitudo 4.3; quella del 2009 all’Aquila fu di 5.9) che non provoca danni (se non lievissimi), né feriti, ma semina paura fra migliaia di persone in una terra che è non abituata a convivere con il terremoto. La scossa arriva alle 14:32, senza nessun segnale premonitore. In molti la scambiano per le vibrazioni di qualche cantiere, del passaggio di un Tir e di cento altre cose. Qualche secondo ed è chiaro che è un terremoto. In una vasta zona che va da Torino alle falde delle Alpi, migliaia di persone scendono in strada: a Giaveno (il comune più vicino all’epicentro), Pinerolo, Cantalupa, Cumiana, nella Valle del Chisone, in quella del Sangone, nelle Conche di Cumina e di Cantalupa. Sentono la scossa fino in Liguria e in Valle d’Aosta.

I cellulari vanno in tilt. I centralini di Vigili del fuoco, Carabinieri, Polizia, ospedali e Protezione civile sono presi d’assalto: tutti chiedono notizie, qualcuno è preso dalla paura, pochissimi segnalano lievi danni, nessuno parla di feriti. In poco più di un’ora il quadro appare chiaro: il Presidente della Regione, Roberto Cota, sulla base delle notizie della Protezione civile regionale, conferma che non ci sono danni alle persone e che quelle alle cose sono lievissimi. La situazione è sotto controllo, dice il sindaco di Torino, Piero Fassino, mentre i tecnici di Rete Ferroviaria Italiana avviano i controlli lungo le linee della Val di Susa e del Pinerolese. La Torino-Modane e la Torino-Torre Pellice vengono chiuse, in via precauzionale, per qualche ore e in serata la circolazione torna normale. Restano chiusi, invece, i sentieri intorno a un monumento simbolo del Piemonte, la Sacra di San Michele: alcuni massi si sono staccati dalle montagne circostanti e hanno sfiorato un edificio utilizzato per il convogliamento dell’acqua potabile. Il Comune di Chiusa di San Michele non vuole che gli escursionisti corrano rischi e dispone la chiusura a scopo precauzionale. Decisione comprensibilissima in una terra “a sismicità modesta” come il Piemonte, dove il terremoto non si faceva sentire dal 5 gennaio 1980.

Quella volta la scossa fu di magnitudo 5.1, l’epicentro sempre a Giaveno, e arrivò dopo un altro lungo periodo di silenzio che durava dal 26 ottobre 1914 (magnitudo 5.3; epicentro a Tavernette, piccola frazione a pochi chilometri da Cumiana). Per un grande terremoto (magnitudo 5.6) bisogna risalire al 2 aprile 1808, quando il sisma atttraversò la Val Pellice, o addirittura al 1700, stando alle scarse testimonianze che si recuperano negli archivi comunali e delle parrocchie. Tutti dati che, insieme alla scossa di oggi, confermano che il Piemonte, come tutta l’Italia, è zona sismica, ma la sua sismicità è sicuramente modesta rispetto al resto del Paese.