Il centro dell’Aquila muore

Senza i suoi abitanti, il centro dell’Aquila muore. Tra le storie di ordinaria difficolta’ del dopo terremoto ci sono quelle dei commercianti. I pochi negozi che dal 6 aprile 2009 hanno riaperto fanno fatica ad andare avanti. In alcuni casi sono proprio costretti a chiudere.

E’ l’esempio del bar Gran Sasso, storico locale aperto lungo il corso 55 anni fa. ‘’Siamo costretti a vendere – dice con amarezza il gestore, Mario Maccarone (VIDEO) – perche’ qui in centro non c’e’ piu’ vita. Ancora e’ tutto come tre anni fa. I palazzi sono tutti vuoti, inagibili, puntellati e basta. C’e’ qualche ‘turista delle macerie’ che puo’ passare e prendersi un caffe’ o qualche aquilano che si fa un giro in centro per nostalgia. Ma gli incassi non bastano. Non abbiamo piu’ i clienti di prima’’.

Al massimo, spiega il barista, in una giornata si possono incassare 50-100 euro. ‘’Ma noi le spese dobbiamo pagarle comunque: ci sono le tasse, l’acqua, la luce, il commercialista. Come si fa?’’, chiede il barista allargando le braccia.

Facendo un giro per il centro, e sentendo la voce degli altri negozianti, la risposta e’ sempre la stessa: non si vede nessuno, non si vende niente. La titolare di un negozio della pasta all’uovo in via Garibaldi ammette: ‘’Se restiamo aperti e’ solo perche’ le mura del locale sono le nostre’’.

Fa eccezione la storica cantina Ju Boss, che e’ movimentata sempre da mattina a sera. Per il resto gli unici locali che ancora vanno bene sono quelli notturni perche’ – seppur tra le macerie e i palazzi puntellati e disabitati – i giovani si ritrovano la sera per il giovedi’ universitario o nel fine settimana. Per quella che, forse per un eccesso di ottimismo, qualcuno chiama ‘movida’.

Alcuni cittadini, e i militari che ancora piantonano la zona rossa, si lamentano: sotto l’effetto dell’alcol i ragazzi a notte fonda si intrufolano nelle vie del centro, che sono ancora interdette al passaggio perche’ c’e’ pericolo di crolli. L’indomani, poi, tra le macerie restano anche le bottiglie di vetro.

Lo stesso sindaco Massimo Cialente ammette che per i giovani, che troppo spesso nel dopo terremoto all’Aquila si perdono dietro all’alcol o nei centri commerciali, bisogna fare di piu’. E spiega che in cantiere ci sono impianti sportivi e centri di ritrovo.

Una risposta a “Il centro dell’Aquila muore”

  1. Questo accade quando ci si fida delle promesse di un vecchio puttaniere. La cosa sarebbe stata diversa se avesse dovuto restaurare un bordello.

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