Inchieste premier: Caso escort e appalti, nuova indagine a Bari

Una decina di appalti, l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, l’attenzione anche sui manager di Finmeccanica: c’é questo nel nuovo filone d’indagine della procura di Bari. Dopo aver chiuso l’inchiesta sulle escort che Gianpaolo Tarantini ha portato a casa del premier tra il 2008 e il 2009, i pm baresi hanno aperto un nuovo fascicolo e sono alla ricerca di riscontri sulla presunta rete criminale messa su da ‘Gianpi’ per far aggiudicare appalti all’imprenditore pugliese Enrico Intini, che gli aveva promesso in cambio un contratto annuale da 150mila euro. In molti casi si tratta della realizzazione di opere tecnologiche per la Protezione Civile curate dalla neonata società Sel Proc del gruppo Finmeccanica. Negli atti si parla di almeno 12 appalti per 51 milioni di euro, ma nessuno di questi è stato mai aggiudicato ad Intini, che pure avrebbe dovuto partecipare alle gare grazie alla mediazione di Tarantini che sfruttava il rapporto confidenziale instaurato con Berlusconi. Tra gli appalti che potrebbero essere tuttora sotto la lente d’ingrandimento della procura vi sono sei procedure per l’ampliamento della Rete Isoradio sulle autostrade A24/A25/A14 e su alcuni raccordi del valore di 2,3 milioni; tre appalti da 7,8 milioni: due per la fornitura di strutture per l’emergenza derivante da terremoti, l’altro per l’acquisto di strumenti di radiolocalizazione dei mezzi terrestri e delle persone della Protezione Civile. Tra gli appalti più ghiotti c’é quello da 22,7 milioni per la costruzione della dorsale in ponte radio della Protezione civile, e quello per la fornitura di beni e servizi per il G8 dell’Aquila da 17,8 milioni. L’esistenza del nuovo filone d’indagine è confermata dal provvedimento di stralcio contenuto nelle carte dell’inchiesta sulle escort. Tre righe firmate dai pm Eugenia Pontassuglia e Ciro Angelillis in cui si dà conto che si procede separatamente per associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, ma non si dice né chi né quanti sono gli indagati. E’ chiaro, invece, che il nuovo filone investigativo – da quanto emerge dalle intercettazioni del filone escort – è stato avviato quattro mesi prima dell’incontro del 21 gennaio 2009 nell’hotel De Russie di Roma in cui si parlò del maxi-appalto da 55 milioni da smembrare e da far vincere agli amici di Gianpi.

Alla riunione parteciparono Tarantini, Lea Cosentino (all’epoca dg della Asl Bari e per questo ribattezzata ‘lady Asl’), Rino Metrangolo (dirigente del gruppo Finmeccanica dimessosi nei giorni scorsi) e gli imprenditori pugliesi Cosimo Catalano della ‘Supernova’ di Lecce ed Enrico Intini. La conversazione tra i cinque fu intercettata dalla Gdf. Dagli atti della nuova inchiesta emergerebbero i rapporti quantomeno discutibili che Tarantini e Intini hanno avuto con i manager di due società del gruppo Finmeccanica: il direttore esecutivo della Seicos spa, Domenico Lunanuova, e con lo stesso Metrangolo, ex consigliere di amministrazione della Seicos e presidente della Ssi. A Mentrangolo Tarantini ha fornito prostitute in più occasioni. La Seicos è la società che assieme alla Selex Sistemi Integrati (guidata da Marina Grossi) aveva costituito la Sel Proc a cui il governo aveva stanziato 280 milioni per l’acquisto, attraverso appalti, di sistemi tecnologici per la previsione e gestione delle emergenze per la Protezione Civile. Lunanuova – secondo la Guardia di finanza – “puntava ad avvalersi del rapporto confidenziale” che Tarantini aveva instaurato con il presidente Berlusconi per cercare “sia di sfruttare possibili scorciatoie per la realizzazione di progetti aziendali in cui il manager era direttamente coinvolto, sia di mettersi in luce con la presidenza del suo gruppo industriale”.

Per Tarantini Lunanuova era, invece, l’uomo giusto al posto giusto perché gli serviva per capire se vi erano “concrete possibilità di ottenere da Sel Proc e, più in generale dal gruppo Finmeccanica”, appalti, “così come chiesto da Intini”. In realtà – è annotato negli atti – il gruppo Intini subì molte resistenze per lavorare con Finmeccanica proprio da una società del gruppo: la Selex Sistemi Integrati amministrata da Marina Grossi. “Proprio per vincere queste resistenze” e far andare in porto la “manovra di accerchiamento di Finmeccanica” – emerge dalle carte processuali – Tarantini avvicina, grazie a Metrangolo, Salvatore Mariani, dirigente di Selex, Sabatino Stornelli, ad della Seicos, e Lorenzo Borgogni, direttore centrale delle relazioni esterne di Finmeccanica. Gianpi e Intini hanno così la possibilità di “intervenire su entrambe le anime della Sel Proc (controllata da Seicos e Selex)”. E si riservano di arrivare al presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini e sua moglie, Marina Grossi (Selex), attraverso il presidente Berlusconi che avrebbe potuto dar loro concretamente una mano favorendo incontri tra i due pugliesi e Guarguaglini (quest’ultimo ha ripetutamente detto di non aver mai conosciuto Tarantini). Confessa Tarantini in un verbale di interrogatorio: “complessivamente avrò speso circa 50mila euro tra pagamenti di viaggi, soggiorni e gettoni delle ragazze” inviate a casa del premier; “per me il solo fatto di aver conosciuto Berlusconi mi entusiasmava, inoltre, quei soldi ritenevo di poterli recuperare nella prospettiva di avviare rapporti con la Protezione Civile e Finmeccanica”.