Jobs malato lascia Apple cede a New York

NEW YORK – Steve Jobs, il visionario co-fondatore di Apple, si dimette da amministratore delegato di Cupertino e passa la guida della societa’ a Tim Cook. Malato da tempo di una rara forma di cancro al pancreas, Jobs getta la spugna chiudendo un’era per Apple.

L’annuncio a sorpresa fa tremare il titolo in Borsa, che oggi in apertura cede il 3% a New York. Jobs restera’ ”presidente del consiglio di amministrazione e dipendente di Apple”. Lo storico cambio della guardia si e’ consumato nelle ultime ore: Jobs ha presentato le dimissioni mercoledi’ e ha ”raccomandato fortemente Tim Cook” per il suo posto, afferma Apple in una nota. Una richiesta accolta dal consiglio di amministrazione, che esprime la propria completa fiducia in Cook. Le dimissioni di Jobs hanno effetto immediato. ”Ho sempre detto che se fosse arrivato il giorno in cui non avrei piu’ potuto far fronte ai miei impegni come amministratore delegato di Apple, sarei stato il primo a dirlo. Sfortunatamente quel giorno e’ arrivato”, scrive Jobs nella lettera di dimissioni indirizzata anche alla comunita’ Apple. ”Il board ha completa fiducia in Tim, e’ la persona giusta per essere il prossimo amministratore delegato”, afferma Art Levinson, presidente di Genetech e membro del board di Apple, sottolineando che Jobs ”continuera’ a servire” Cupertino ”con la sua unica ispirazione e creativita”’. Cook e’ considerato da tempo il piu’ papabile successore di Jobs, in malattia da gennaio. Cook, veterano della societa’, e’ approdato in Apple poco dopo che Jobs ne aveva ripreso il comando per la seconda volta nel 1997 e ha sempre assunto la guida delle attivita’ day by day della societa’ durante i due precedenti periodi di malattia di Jobs negli ultimi sette anni. La tempistica dell’annuncio e’ a sorpresa e solleva dubbi sulla salute di Jobs, al quale e’ stato diagnosticata una rara forma di cancro al pancreas nel 2004 e che e’ stato sottoposto a un trapianto di fegato due anni fa. Jobs non rilascia commenti sulla sua salute da gennaio, quando ha annunciato la nuova malattia senza precisare quanto sarebbe stata lunga la propria assenza. E’ apparso in marzo alla presentazione dell’iPad 2 e in giugno alla conferenza annuale degli sviluppatori di Apple. Jobs, secondo indiscrezioni, continua ad avere un ruolo attivo in Apple e ad essere coinvolto nella strategia dei prodotti di Cupertino, che gli osservatori ritengono rimarra’ invariata con Cook alla guida. Cook dovra’ affrontare molte sfide e dovra’ dimostrare di poter succedere a Jobs che non solo e’ il co-fondatore della societa’ ma e’ colui che l’ha portata dall’orlo della bancarotta al trionfo planetario. Jobs e’ considerato un visionario, qualita’ che secondo molti invece mancherebbe a Cook.

APPLE IN CALO A NY MA LIMITA PERDITE, -1,12% – Apple procede in calo a New York ma riduce le perdite. I titoli di Cupertino arretrano dell’1,12%

APPLE: I PROSSIMI APPUNTAMENTI DEL POST STEVE JOBS di Titti Santamato Un nuovo aggiornamento del sistema operativo (IOS5), la quinta versione dell’iPhone, l’iPad 3: questi i prossimi appuntamenti della Apple senza il tocco magico di Steve Jobs. E sull’ex fondatore e Ceo di Cupertino che ieri ha lasciato la guida dell’azienda, sta per uscire, a novembre, la prima biografia autorizzata. L’ha scritta Walter Isaacson, ex giornalista del Times, che ha realizzato ben 40 interviste con Steve Jobs. Il primo e atteso appuntamento per la Apple è l’immissione sul mercato della quinta versione dell’iPhone che monterà sicuramente un sistema operativo aggiornato (IOS5). Un lancio particolarmente importante, anche alla luce dell’acquisizione di Motorola da parte di Google che rende aperta e diretta la guerra tra i due colossi del web sul fronte telefonini. Secondo indiscrezioni della rete e della stampa, l’iPhone 5 sarà sul mercato a partire da metà ottobre, sarà più sottile, dovrebbe avere una fotocamera da oltre 8 megapixel e soprattutto una connettività wireless più rapida e un sistema operativo con ben 200 nuove funzioni. Più in là, invece, nella primavera 2012 dovrebbe arrivare l’iPad 3. Secondo quanto ha scritto il Wall Street Journal, la Apple starebbe già da tempo lavorando alla terza generazione del suo gioiello e spera di iniziarne la produzione il prossimo ottobre. Per il quotidiano finanziario, Cupertino avrebbe già ordinato dai suoi fornitori in Asia alcune componenti del nuovo iPad, come gli schermi ad altissima risoluzione: 2048 per 1536 pixel, rispetto ai 1024 per 78 pixel dell’iPad2. Il tutto verrà poi assemblato, come sempre, dall’azienda di Taiwan Hon Hai Precision Industry. Sempre secondo il Wsj, la Apple (il cui portavoce per ora non commenta) avrebbe già ordinato ai fornitori pezzi per circa un milione e mezzo di iPad 3. Infine, negli Stati Uniti, a fine novembre uscirà la biografia di Steve Jobs, la prima ‘autorizzata’ dal pioniere della Silicon Valley, tra le numerose realizzate fino ad ora (il sito di Barnes and Noble ha diffuso anche l’immagine di copertina e si può preordinare). E’ stata scritta dall’ex giornalista del Time e ora direttore dell’Aspen Institute, Walter Isaacson. Il libro, di 448 pagine, è stato realizzato sulla base di quaranta interviste rilasciate all’autore. Isaacson ha parlato con Jobs, con i suoi amici e familiari, ma anche con i suoi avversari, con le ex fidanzate, con i collaboratori licenziati. E Jobs, solitamente perfezionista e solerte, ha deciso di non intervenire sul contenuto del libro. Anzi, pare che non abbia imposto veti e abbia incoraggiato tutte le persone che venivano intervistate a raccontare tutto con onestà. Dopo le dimissioni di Steve Jobs resta, dunque, da capire come la Apple si organizzerà senza il suo ‘guru’ anche nei prossimi appuntamenti pubblici. Senza dimenticare che l’ex Ceo nonostante combatta da tempo con il tumore al pancreas, non ha lesinato la sua presenza fondamentale – a volte a sorpresa – nel lancio delle novità del colosso del web. “Io credo che i giorni più luminosi e innovativi di Apple debbano ancora venire. E non vedo l’ora di guardare e contribuire al suo successo in un nuovo ruolo”, ha scritto Steve Jobs nella sua lettera di dimissioni.