Ministeri: Bossi: ‘Ottimo rapporto con capo Stato’

CONCOREZZO (MONZA) – “Con il presidente della Repubblica ho sempre avuto un ottimo rapporto e intendo mantenerlo”: a sottolinearlo è il segretario della Lega Nord Umberto Bossi che lasciando la festa del Carroccio a Concorezzo, in Brianza, smorza ogni polemica.

BOSSI, NO TICKET SANITA’ MA TASSA FUMO; LIBIA? VOLUTA DA COLLE
La Lega Nord dichiara guerra al ticket sulla sanità inserito nella manovra finanziaria. “Non lo vogliamo” dice chiaramente Umberto Bossi che per recuperare quei soldi per le casse dello Stato, propone invece una tassa sul tabacco, e nonostante sia un fumatore incallito di sigari Garibaldi si dice pronto al sacrificio. Dopo la riunione del Federale, il segretario della Lega Nord sceglie una festa del Carroccio in Brianza per lanciare la proposta: “secondo me il ticket non passa come lo ha detto Tremonti, piuttosto aumentiamo il costo del tabacco. Di fronte alla sanità, sono disposto a pagare di più un vizio”. Ma per Bossi è possibile trovare altre risorse che scongiurino l’aumento delle tasse ad esempio chiudendo con le guerre. Su questo, secondo il ministro delle Riforme, il primo passo è stato fatto: “a settembre – spiega – cessa la guerra in Libia, che è costata un miliardo”. D’altronde, “Berlusconi non voleva la guerra, è il presidente della Repubblica che l’ha voluta, per non fare nomi…”.

La frecciata è per Giorgio Napolitano e non è la sola. Il Capo dello Stato ha mostrato preoccupazione per le sedi decentrate dei Ministeri a Villa Reale, mentre il senatur non si mostra per nulla preoccupato delle sue critiche. “Un po’ di pubblicità non guasta” dice sorridendo. Che sui Ministeri si vada avanti non è nemmeno in discussione, tanto che Bossi invita la gente ad andarlo trovare alla Villa Reale di Monza, dove le sedi distaccate apriranno a settembre, “la domenica con la famiglia”. Non si aspettava che anche Michela Vittoria Brambilla aprisse una sede lì. Invece conosceva la decisione del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, di fare altrettanto.

“Tremonti – sottolinea – non può abbandonarci. Dove va senza di noi?”. La domanda è retorica. Non è invece retorica l’assicurazione che le cose con il ministro dell’Interno Roberto Maroni vanno bene e non ci sono divisioni nel partito. “E’ difficile che io litighi con Maroni – dice Bossi -, al massimo gli parlo”. “Mica litigo perché lo dite voi” aggiunge ai giornalisti. Pensioni alle donne “che non si possono tagliare”, riduzione dei costi della politica taglio delle auto blu sono altri argomenti di cui ha parlato, come dei rifiuti di Napoli. “I rifiuti di Napoli – osserva il segretario della Lega – glieli abbiamo messi in quel posto”, anche se con il decreto in commissione “la battaglia è ancora tutta da fare”. “Non penso che i napoletani buttino i rifiuti dalla finestra – conclude -. Sono i sindaci che non hanno fatto il loro dovere controllando se i rifiuti venivano portati via dalla strada. Qualcuno ha lasciato correre, ma se i magistrati sono interessati piu” alle cose politiche che a chi fa il suo dovere…”.

di Silvia Gasparetto

ROMA – Nessun arretramento. Anzi, benzina sul fuoco di uno scontro con il Quirinale tutt’altro che archiviato. Perche’ il consiglio federale della Lega, riunito da Umberto Bossi a via Bellerio, ha confermato la linea dura anticipata ieri dal Senatur, e cioe’ che i ministeri al Nord non si toccano. Anche perche’, e’ il carico aggiunto dopo tre ore di riunione dei big del partito, il decentramento e’ possibile, anche per legge. Dal Colle nessuna reazione ufficiale, ma in ambienti del Quirinale si ribadisce che la lettera inviata nei giorni scorsi al premier, che di fatto bocciava l’operazione come incostituzionale, dice tutto. Cio’ non toglie, si ragiona in ambienti parlamentari che questo nuovo affondo dei Lumbard abbia ulteriormente aumentato l’irritazione della presidenza della Repubblica verso le posizioni della Lega.

Certo, sarebbe stato il ragionamento del leader padano, bisogna spiegare bene, anche al Presidente della Repubblica, e far capire che, come chiarisce Roberto Calderoli con un intervento in esclusiva per ‘La Padania’, si tratta semplicemente di essere ”piu’ vicini ai cittadini” fermo restando ”Roma Capitale”. La conferma della posizione leghista uscita dal Consiglio Federale, dunque, non fa che aumentare la distanza con Napolitano, che aveva inviato a Berlusconi una lunga lettera di rilievi ‘in punta di diritto’, resa pubblica ieri. E proprio sullo stesso piano rispondono i Lumbard: non solo sottolineando che nel regio decreto citato nella missiva del Capo dello Stato, si dice che ”Roma e’ sede del governo, ma non si parla dei ministeri”.

Ma anche tirando fuori un decreto ministeriale, firmato dallo stesso Bossi nel 2001 per riorganizzare il suo dicastero, nel quale esplicitamente si dice che un ministero, nel caso specifico il suo, ”puo’ avvalersi di sedi periferiche per lo svolgimento delle competenze del Dipartimento”. Ed e’ proprio sul filo della distinzione tra ministeri e ministri che si gioca la difesa dei ministeri al Nord delle camicie verdi. Il governo, appunto, stia pure a Roma, altro sono le sedi periferiche che avranno, dice ancora Calderoli ”diverse funzionalita’ ” e si concentreranno soprattutto ”sull’interlocuzione fra i cittadini e le amministrazioni”. A via Bellerio, peraltro, sarebbe anche circolata la bozza di una lettera messa a punto per spiegare le ragioni del decentramento dei ministeri a Monza, proprio alla luce del richiamo di Napolitano.

Sul tavolo del conclave leghista, convocato ufficialmente per questioni ‘tecnico-organizzative’, sono stati affrontate altre questioni ‘calde’, anche in vista della ripresa dei lavori di settembre, come le perplessita’ sul processo lungo, e la questione mal digerita dagli amministratori locali dei ticket sanitari reintrodotti con la manovra. Ma dal consiglio, come trapela alla fine della riunione, e’ arrivato pure il richiamo a tutti gli eletti a ”rispettare la linea del segretario”, per mettere un punto alle tensioni interne tra ‘maroniani’ e ‘cerchio magico’ delle ultime settimane.

E sulla scia del partito ‘di lotta’ che ”niente ha a che fare con gli intrallazzi di Palazzo”, viene anche ‘cacciato’ il senatore vicentino Alberto Filippi, coinvolto in una polemica-si spiega- per la destinazione d’uso di alcuni suoi terreni in Veneto. L’altro provvedimento disciplinare deciso dal Consiglio ha portato alla sospensione per tre mesi di Mario Borghezio, per le sue esternazioni dopo la strage di Oslo. L’Europarlamentare ”obbedisce” anche se parla di ”sanzione ingiusta” e ribadisce che continuera’ sempre a dire ”quello che pensa”.