Ok alla manovra, scure su statali e Province Berlusconi: ‘Cuore sanguina, ma inevitabile’

Il Consiglio dei ministri ha approvato la manovra anti-crisi. Oggi, alle 11,00, nella sala stampa di Palazzo Chigi, il Ministro dell’Economia, e i Ministri interessati, illustreranno i dettagli della manovra.

PREMIER ACCONTENTA LEGA-TREMONTI MA PARTITA RESTA APERTA

Di Federico Garimberti

Alla fine il muro eretto da Umberto Bossi sulle pensioni e da Giulio Tremonti contro l’aumento dell’Iva ha resistito, nonostante il tentativo di Silvio Berlusconi e di altri ministri che ritenevano preferibile l’incremento di un punto percentuale sulle imposte di valore aggiunto, che drastici tagli ai ministeri.

Perché alla fine, se é vero che parte (piuttosto piccola) di quelle riduzioni di spesa del valore di 8,5 miliardi in due anni andranno a ridurre gli sprechi nei vari ministeri, è altrettanto vero che una simile sforbiciata rischia di paralizzarne l’attività.

Tanto che più di uno ha convinto Berlusconi a tentare un’altra via per trovare le risorse necessarie a coprire i 20 miliardi della manovra nel 2012: e cioé inserire l’aumento dell’iva nella delega sul fisco.

Se ne riparlerà, quindi, fra qualche mese. Intanto il dato politico è che il Carroccio può dirsi soddisfatto per aver difeso “le pensioni del nord”; il ministro dell’Economia può rivendicare di aver impedito l’assalto alla diligenza; ma anche Berlusconi può dirsi “amareggiato” per i sacrifici chiesti agli italiani, ma anche “soddisfatto” per aver rispettato gli impegni con l’Europa. Raccontano che durante il Cdm non si siano avute grosse discussioni, ad eccezione che sul tema delle province, visto che più di un ministro ha chiesto che venissero poste alcune condizioni alla razionalizzazione degli enti locali.

“Ma non c’é stato scontro”, assicura uno dei presenti, ma solo un “confronto” fra chi voleva più garanzie e chi invece voleva attenersi al testo entrato in Consiglio. Il grosso della trattativa, del resto, si è svolto prima che il Cdm si riunisse: è in quella riunione infatti che la Lega e Tremonti hanno puntato i piedi, facendo innervosire più di un ministro e forse, lo stesso Cavaliere. Ma la necessità di chiudere almeno momentaneamente la partita ha prevalso su tutto. E così Berlusconi, dopo aver duramente rimproverato Giancarlo Galan per aver minacciato di votare contro il decreto, aprendo il Cdm ha fatto appello al senso di responsabilità dei presenti sottolineando che in ballo c’era molto più che il Governo. Ecco perché, nonostante la stangata sui ministeri, nessuno ha detto nulla. Anche perché, riferisce un ministro, “i tagli da 8,5 miliardi saranno dettagliati da un decreto del presidente del consiglio dei ministri e prima di allora, magari, riusciremo a strappare l’Iva al Tesoro”. Certo, Berlusconi avrebbe preferito anche anticipare ancora di più la riforma pensionistica per le donne, visto che, ha ripetuto più volte, “ormai la parità è una cosa acquisita e anzi le donne sono molto più attive di noi uomini”. Ma Bossi si è impuntato, e alla fine si è riusciti soltanto a anticipare quel tanto che basta per non far irritare l’Unione Europea. Ad ogni modo, anche se si poteva fare di più, il Cavaliere é apparso soddisfatto in conferenza stampa. “E’ una manovra mai fatta prima, e in tempi rapidissimi, abbiamo fatto un miracolo”, ha commentato con i più stretti collaboratori. Soddisfatto a tal punto da rimettere nel cassetto l’idea di un videomessaggio agli italiani per spiegare la manovra: “la conferenza stampa è più che sufficiente, non rovinare tutto con un videomessaggio”, gli ha suggerito più di qualcuno nel suo entourage.

OK CDM A SUPER-MANOVRA PAREGGIO, 90 MLD IN TRE ANNI

Una manovra sostanzialmente raddoppiata quella che ha ricevuto il via libera dal Consiglio dei Ministri in – esattamente – 87 minuti di esame e con voto ‘unanime’. Una super-manovra che somma all’intervento di luglio di circa 47 miliardi altri 45 miliardi per un impatto complessivo da qui al 2013 che supera i 90 miliardi. Non è ancora nota la cifra al centesimo ma lo stesso ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha spiegato che i nuovi interventi sono in gran parte “aggiuntivi” rispetto a quelli varati a luglio. E si tratta – ha spiegato il premier, Silvio Berlusconi – di “una somma importante: 20 miliardi di euro per il 2012 e 25,5 per il 2013”. Insomma – dice Berlusconi – “siamo addolorati ma soddisfatti”. Il menù è più o meno quello emerso dalle indiscrezioni della vigilia, tranne l’intervento sulle pensioni d’anzianità che sarebbe saltato durante la riunione del Governo.

Arriva il temuto aumento delle accise sul tabacco, e, a sorpresa, la ‘Robin Hood tax sul settore energetico. Privatizzazioni e liberalizzazioni. Si ‘svelà anche il capitolo dei costi della politica. Una vera ‘mannaia’ che colpirà (ma dopo le prossime elezioni amministrative) oltre 50.000 ‘poltrone’ di comuni, province e regioni. E tagli ci sono anche per ‘la casta’, partendo dagli stipendi. Ma bisognerà vedere quanto su questa parte si interverrà durante il percorso parlamentare.

Ci sono anche interventi che fanno ‘soffrire’ il premier, che non li cita ma sono probabilmente i contributi di solidarietà: “il nostro cuore gronda sangue, – dice – era un vanto del governo non avere mai messo le mani nelle tasche degli italiani ma la situazione mondiale è cambiata”. Un’analisi che lo accomuna al ministro Tremonti che spiega: “abbiamo fatto in 7 giorni la manovra: se c’é un caso di necessità e urgenza per un decreto è questo, data l’emergenza manifestata da fuori sull’Italia. Dobbiamo fare il necessario per il bene comune”. Questo anche perché – aggiunge Tremonti – senza questa manovra “ci sono effetti che impattano sulla vita del paese. Poi vedremo di compensare ma non abbiamo alternative a questo modello”. Cioé sacrifici ora. Poi vedremo.

Sull’entità complessiva Tremonti spiega che vengono aggiunti “20 miliardi di euro sul 2012 e 25,5 miliardi sul 2013. Alcuni elementi rafforzano il bilancio anche per il 2011”. Così la manovra “ci porta all’1,4” nel rapporto deficit-pil “alla fine del 2012” per poi arrivare a zero nel 2013. E questo grazie a 45,5 miliardi quasi tutti addizionali: “é un esercizio un po’ complicato: – risponde Tremonti ad una domanda specifica – sono tutti in più, una gran parte è addizionale. Quanto serve per fare 1,4 e zero” di deficit. Insomma ora il più è fatto: e una volta firmata del Capo dello Stato e pubblicata in Gazzetta Ufficiale la manovra arriverebbe già dalla prossima settimana in Senato. E probabilmente – anticipa Berlusconi – senza fiducia perché anche le opposizioni si rendono conto della gravità del momento. Ma molti sono i maldipancia, anche, ad esempio, all’interno del Pdl e degli amministratori locali, il percorso potrebbe dunque non essere necessariamente in discesa. Poi da martedì la prova più impegnativa: quella dei mercati.

LEGA ESULTA, NON TOCCATE PENSIONI – “Stop alle pensioni e duri tagli ai costi della politica. La Manovra è dura ma i due punti per i quali la Lega Nord si è battuta sono stati accolti”. Il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, contattato telefonicamente dall’ANSA, commenta così l’esito del Consiglio dei Ministri. “Mi spiace per i colleghi parlamentari ma abbiamo dimezzato i nostri stipendi, inserito l’incompatibilità tra i doppi incarichi e imposto di scegliere tra politica e carriera – spiega Calderoli – ma non ci siamo fermati qui perché 54 mila posti in meno tagliati nel mondo della politica non sono pochi, ce ne accorgeremo tutti quando si voterà nuovamente: è un bel passo avanti per tutto il Paese”. L’esponente leghista sottolinea poi l’innovazione determinata dalla modifica “di fatto” dell’articolo 41 della Costituzione: “si tratta di rendere possibile tutto ciò che non è espressamente vietato – sottolinea Calderoli – ovvero velocizzare la macchina burocratica italiana per aziende e cittadini. Lo abbiamo fatto senza modificare la Carta ma predisponendo tutte le leggi in merito. In questo modo, l’iter legislativo sarà rapidissimo e per questo subito efficacie”. “Dobbiamo lavorare ancora – taglia corto il ministro – perché il testo deve essere pronto per la firma già domani. Stiamo lavorando molto ma è necessario e la Lega è in prima linea per salvaguardare gli interessi del Paese e dei suoi elettori”.

FORMIGONI, COSI’ INSOSTENIBILE MANOVRA VA CAMBIATA – “Ho trovato il Presidente del Consiglio attento alle nostre ragioni: spero che la manovra si possa modificare nella parte che riguarda i tagli alle Regioni”. Roberto Formigoni spiega a Tg La7 che “le Regioni sono state già pesantemente colpite nella manovra del 2010 e in quella di luglio quando il carico dei tagli si è scaricato per il 50% sul comparto che rappresenta solo il 16% della spesa pubblica”. Così com’é, aggiunge, la manovra sarebbe “insostenibile” e “recessiva”.

SACCONI, ORA AZIENDE CUORE CONTRATTAZIONE- “Le norme approvate in materia di lavoro” oggi dal Consiglio dei Ministri, spiega il ministro del LAvoro Maurizio Sacconi, “contengono il cuore dello Statuto dei lavori in quanto attribuiscono ai contratti aziendali o territoriali la capacità di regolare tutto ciò che attiene all’organizzazione del lavoro e della produzione anche in deroga ai contratti collettivi e alle disposizioni di legge quando non attengano ai diritti fondamentali nel lavoro che in quanto tali sono inderogabili e universali”. Per il ministro, “Come si e già fatto nei Paesi che hanno più intense relazioni industriali il cuore della contrattazione diventa l’azienda o il territorio”.

ROMANI,BUONA MEDIAZIONE LEGA SODDISFATTA – “C’é stata una discussione approfondita ma mai problematica o con risse o altro come ho letto sulle agenzie. C’é stata una discussione ed è stata trovata una buona mediazione. La Lega è soddisfatta”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani lasciando Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri. “C’é stato un incontro tra Bossi e Berlusconi che hanno trovato una quadra. Il provvedimento è doloroso ma va incontro a quanto chiesto dal Quirinale e risponde a quello di cui il Paese ha bisogno”, ha aggiujnto Romani. “Non c’é stato alcun tiro a Tremonti” da parte degli altri ministri, nel corso del Cdm che ha varato la manovra, ha sottolineato Romani. “Tremonti ha difeso una posizione sulla quale potevano esserci delle discussioni ma alla fine abbiamo tutti condiviso la sua posizione che, per certi versi, si è modificata nel corso della giornata”.

BERSANI,PREOCCUPATI,MANOVRA NON RISOLVE PROBLEMI – “C’é una forte preoccupazione: questa è una manovra che è a carico dei ceti popolari e dei ceti medi”. Lo dice il leader del Pd Pierluigi Bersani commentando la manovra aggiuntiva al tg de La7. “Tremonti aggiunge Bersani – parlava di ristrutturare la manovra, ma qui non c’é nessuna ristrutturazione. E’ solo l’anticipo di misure che da tutti i mercati erano state giudicate come inadeguate. Se è così questa manovra non è in grado di risolvere i problemi”. ”Vi indicheremo noi le cose difficili da fare, quelle che non volete fare perche’ colpirebbero i ‘vostri’ quelli cioe’ che non pagano le tasse – ha proseguito Bersani al Tg de La7 – annunciando una serie di proposte per rivedere una manovra che ”colpisce chi paga le tasse”.”Senza fare le cose difficili che voi non volete fare questo Paese non si salvera”.

UDC, MANOVRA NON STRUTTURALE E PIENA DI TASSE – “Se le anticipazioni di queste ore corrispondono alla realtà, questa manovra, seppur necessaria, si presenta priva di elementi strutturali e infarcita di tasse e balzelli che colpiranno in particolare i ceti medi e le famiglie italiane. Saremo responsabili, come sempre, ma la nostra preoccupazione è altissima”. Lo dice all’ANSA Gianluca Galletti, capogruppo vicario dell’Udc alla Camera dei deputati.

DI PIETRO, LUCI E OMBRE MA IDV FARA’ SUA PARTE – “Finalmente il Governo ha mostrato le carte. Carte piene sia di ombre sia di luci. Vista la situazione disastrosa in cui versa il sistema economico-finanziario del nostro paese, l’Italia dei Valori ha il dovere di fare la sua parte, affrontando il provvedimento nel merito”: è quanto afferma Antonio Di Pietro, leader di Idv in una nota.

GELMINI, MANOVRA SEVERA MA IMPRONTATA ALL’EQUITA’ – “E’ una manovra certo severa, ma improntata all’equità, al rigore e allo sviluppo”. Cosi il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini che aggiunge “difende i risparmi, le pensioni e gli stipendi degli italiani. Non tocca la sanità, la scuola, l’università e la ricerca. Non aumenta l’Iva e non inserisce la patrimoniale. Aggredisce invece i costi della politica e degli apparati”. “E’ un momento difficile – conlcude – non solo per l’Italia ma per tutto il mondo, poiché è a rischio l’equilibrio economico internazionale. Solo un governo e una maggioranza coesa potevano affrontare con serietà e rapidità questa difficile congiuntura. Il Presidente Berlusconi si dimostra ancora una volta l’unica personalità politica in grado, attraverso la propria leadership, di traghettare il Paese fuori dalla crisi dando risposte credibili agli organismi economici e politici internazionali”.

VENDOLA, ATTO DI GUERRA CONTRO L’ITALIA – “Un atto di guerra contro l’Italia”. Così Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, bolla la manovra ‘del governo Berlusconi-Tremonti’. “Misure punitive per gli Enti Locali – prosegue il leader di Sel – devastante riduzione di servizi sociali e di diritti, un colpo alla civiltà del lavoro. E nessuna scelta per la crescita e lo sviluppo. Occorre – conclude Vendola – una reazione durissima”.