Razzismo Pro Patria, identificati altri 5 tifosi

Altri cinque tifosi che avrebbero partecipato a cori razzisti contro giocatori di colore del Milan nel corso dell’amichevole con la Pro Patria sono stati identificati dagli investigatori grazie ai filmati e alle dichiarazioni del tifoso già denunciato e, probabilmente, saranno interrogati nelle prossime ore. Si tratta di giovani di circa 20 anni che frequentavano abitualmente lo stadio e che non farebbero parte di gruppi politici di estrema destra. Il giovane denunciato, finora l’unico iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta coordinato dal pm Mirko Monti e condotta dalla polizia, ha raccontato di aver rivolto i cori contro i giocatori milanisti come El Shaarawy, Muntari e Boateng, insultando in particolare la fidanzata di quest’ultimo Melissa Satta. Gli investigatori stanno procedendo all’identificazione di altri tifosi, attraverso l’analisi dei filmati e i racconti dei testimoni. Oltre alla denuncia rischiano ora il Daspo, il provvedimento di interdizione dagli impianti sportivi.

BERLUSCONI: ‘MILAN SEMPRE PRONTO A STOP’. BOATENG: ‘RIFAREI TUTTO IN QUALSIASI COMPETIZIONE’ – Il Milan è pronto a lasciare il campo ogni volta che si dovessero verificare situazioni come quella di Busto Arsizio, sia che si tratti di gare nazionali che internazionali: il presidente Silvio Berlusconi è orgoglioso della sua squadra e di come ha reagito di fronte agli insulti razzisti. Per questo ha chiamato Kevin Prince Boateng con il quale si è congratulato per la reazione contro “il deprecabile episodio di razzismo avvenuto nello stadio della Pro Patria”. “Assicuro che in tutte le partite, anche internazionali, ove si verificassero episodi di questo genere – dice Berlusconi – il Milan lascerà il campo. Ho molto apprezzato il comportamento del mio Milan in questo caso e le dichiarazioni rese dai calciatori, dall’allenatore Allegri e da mia figlia Barbara. Questi episodi incivili, questi fischi e questi cori denigratori si ripetono ormai con eccessiva frequenza e offendono il calcio e lo sport intero. Anche perché di tali gesti odiosi soffrono, oltre agli atleti, le società e la stragrande maggioranza dei tifosi”. Il giorno dopo il pomeriggio terribile di Busto Arsizio, il calcio discute e si interroga, il Milan cerca di recuperare serenità in vista della partita contro il Siena, saluta Pato e si stringe intorno a Boateng che oggi è più convinto di ieri e si dice pronto a rifare tutto: “Non importa quale partita sia, se amichevole, se internazionale, o con la propria Nazionale, ma se fatti come quelli di ieri dovessero ripetersi, io lascerò ancora il campo di gioco”.

CHOC RAZZISMO A BUSTO,MILAN ABBANDONA AMICHEVOLE – Allo stadio Carlo Speroni di Busto Arsizio di scena la violenza razzista attraverso cori e insulti. L’amichevole del Milan con la Pro Patria da festa diventa incubo per colpa di un gruppo di ultras che dal primo minuto intona con accanimento cori razzisti contro gli ‘avversari’ di colore. Boateng non può toccare palla, stesso trattamento per Niang, Muntari, Emanuelson. Neanche mezz’ora e la partita si chiude bruscamente: il Milan abbandona il campo, non ci sta e lancia un segnale forte contro l’ennesimo intollerabile episodio di razzismo nello sport. I giocatori sono feriti e scossi, la maggioranza del pubblico è dalla loro parte, il pomeriggio è macchiato indelebilmente. La Pro Patria dice di non entrarci nulla con questi ultras ma – nel campionato in corso (Lega Pro Seconda Divisione) – la società ha già pagato una multa di quindicimila euro per cori razzisti. Allo stadio (arbitro Benassi di Bologna), i segnali sono immediati, si riesce a giocare fino al 27′ quando esplode la rabbia di Boateng che – investito da una selva di ‘buuu’ e, secondo alcuni, anche da insulti alla sua compagna Melissa Satta – scaglia il pallone verso gli ultras, si toglie la maglia e si dirige verso gli spogliatoi, seguito a ruota dai compagni. Il capitano Massimo Ambrosini si alza dalla panchina e ‘ritira’ la squadra dal campo. La partita è sospesa: alcuni giocatori della Pro Patria tentano di sedare gli ultras, altri cercano un dialogo con Boateng e compagni. E’ inutile: dopo poco la sfida è annullata. I giocatori del Milan decidono di non rientrare: la ferita è grande e loro preferiscono compiere un gesto per far sì che si parli ancora di razzismo negli stadi. Giancarlo Abete esprime sdegno per quel che è successo, “un’indegna gazzarra che offende tutto il calcio”. Il presidente della Federcalcio annuncia che sarà attivata la Procura federale ed esprime solidarietà ai giocatori colpiti da cori razzisti e al Milan. E le ragioni di un gesto forte – come quello di lasciare il campo oggi – le spiega a caldo Massimiliano Allegri: “Bisogna smetterla con questi gesti incivili, dobbiamo migliorare sotto questo punto di vista. Ci dispiace per i bambini e le famiglie che erano venuti in tanti per godersi la bella giornata di sole e calcio. La società ha promesso di tornare a Busto Arsizio ma ora andava dato un segnale agli incivili. Il Milan ha fatto la scelta giusta, per rispetto verso tutti. Questi non sono gesti che appartengono ad un paese civile, educato e intelligente. Ci dispiace per i giocatori della Pro Patria e per la società stessa, spero che questo segnale abbia un seguito”. Ambrosini usa gli stessi toni: “Dispiace molto per tutte le persone che erano allo stadio ma bisognava dare un segnale forte”. Barbara Berlusconi chiede tolleranza zero: “Le partite vanno sospese subito, anche in campionato. E’ un episodio inqualificabile. Giusto aver lasciato il campo. Non si può far sempre finta di non vedere e non sentire”. Il Milan – dal proprio sito ufficiale – chiede l’isolamento di coloro che ‘infestano’ gli stadi italiani. Il caso monta di ora in ora: la Lega Pro considera giusta la scelta del Milan di abbandonare il campo e annuncia il possibile ricorso ad azioni legali contro i responsabili. Il mondo del calcio fa quadrato intorno al Milan: il presidente dell’Associazione Calciatori Damiano Tommasi auspica che il gesto dei rossoneri serva a dare una scossa per chiudere la pagina del razzismo negli stadi. Nei commenti ricorre la parola vergogna. la usa Roberto Maroni, il segretario della Lega. Ed è presente in tutti gli interventi dei giocatori del Milan: Boateng soprattutto. “E’ vergognoso che ancora accadano cose del genere”, dice da Twitter. Concorda la sua fidanzata Melissa Satta così come Montolivo ed El Shaarawy, tutti ancora scossi da un pomeriggio di follia.