Riprende il processo Schettino per patteggiamento

GROSSETO: COSTA  CONCORDIA  TRIAL(dell’inviato Michele Giuntini) – GROSSETO – Un’altra richiesta di patteggiamento, in mattinata adombrata come opzione, più tardi spesa davvero in udienza a Grosseto: Francesco Schettino è l’unico imputato del processo sul naufragio della Costa Concordia e la sua difesa prova a ‘scudarlo’ da una condanna che già ora molti immaginano pesante. Il patteggiamento era stato bocciato in udienza preliminare. Oggi cambia la pena proposta dalla difesa – 3 anni e 5 mesi anziché 3 anni e 4 mesi come la prima volta, un ritocco – a fronte di un disastro con 32 morti, numerosi feriti e tanti danni. E quando il tribunale ha doverosamente chiesto alla procura il suo parere, come già davanti al gup, è stato ancora sfavorevole. Appreso questo ‘bis’, il presidente Giovanni Puliatti ha rapidamente detto di passare oltre e ha mandato avanti il processo andando a trattare dell’ammissione di testi e altre prove. Il collegio ha tempo per decidere sul patteggiamento e potrebbe non prenderlo neppure in considerazione. E a fine udienza il procuratore Verusio ha detto di non credere che sarà accolto: “Sulle responsabilità di Schettino non ci sono dubbi. L’unica cosa sarà vedere come verrà quantificata la condanna”. Ma col processo ordinario, è l’idea dei pm. Dalle questioni preliminari invece emerge un ruolo molto ampio di Costa Crociere. Che da oggi entra in modo ‘pesante’ nel processo. La compagnia, come già si prefigurava, d’ora in poi comparirà non solo come responsabile civile, chiamata a risarcire i danni a vittime e passeggeri come proprietaria della nave. Oggi ha ottenuto una specie di ‘wild card’ per essere in aula anche come parte civile. Cioè chiederà i danni a Schettino. Abbiamo perduto la nave, c’è stato un danno di immagine e abbiamo perso clienti dopo il naufragio, gli argomenti dei suoi legali. Il collegio l’ha ammessa tra le parti civili non ritenendo incompatibili i due ruoli: nell’ordinanza di ammissione evidenzia che perfino i difensori di Costa in aula saranno due, distinti, e quindi non ci saranno problemi. Uno di questi, l’avvocato Marco De Luca, che assiste Costa come responsabile civile, siede perfino accanto a Domenico Pepe, legale di Schettino, che si trova due sedie avanti nella stessa fila. Proprio la difesa del comandante ha sollevato la questione a inizio udienza e ottenuto dai giudici che De Luca cambiasse posto. Simboli, niente di più. Però sul doppio ruolo di Costa ci sono state critiche delle parti civili che non la volevano con loro. E la stessa difesa di Schettino ha parlato di “perplessità” e di “fatto anomalo”. Dopo il ‘no’ all’udienza preliminare da oggi è parte civile contro Schettino il ministero dell’Ambiente. I giudici l’hanno ammesso col Wwf. Il ministero si aggiunge ad altri ‘pezzi’ di Stato che vogliono i danni da Schettino: presidenza del Consiglio e ministeri di Difesa, Interni, Economia, Trasporti. Senza contare gli enti locali. Nel processo le parti civili sono circa 250: tra le ‘new entry’, a questo punto, è confermata perfino la moldava Domnica Cemortan che la sera del naufragio era con Schettino. Nessuno si è opposto. Oggi Domnica è tornata a Grosseto, dopo il 9 luglio quando c’era sciopero degli avvocati. E’ stata l”attrazioné di fotografi e tv in una giornata senza contenuti processuali decisivi. Alle tv ha detto che Schettino non può essere l’unico colpevole: “Guidava una nave mica un’auto”. E, cercata dai media, ha ribadito che lei non ha mai detto di amare Schettino e per questo vuole, dice ancora, tutelare la sua immagine in Italia per vie legali da queste illazioni. La moldava è nella lista testimoni della procura con oltre 350 testi d’accusa a cui si aggiungeranno nuove prove oltre la maxi-perizia e le attività di polizia giudiziaria. I pm vogliono inserire nel processo i video delle telecamere di bordo, quelle della videosorveglianza. Finora non c’è stata necessità di visionarli ma la procura ora li vuole usare. Tra i testi ci sarà anche il maitre di bordo Antonello Tievoli: per l’accusa “l’incidente della Concordia non fu per un cosiddetto ‘inchino’, ma fu un piacere che il comandante Schettino volle fare a Tievoli, perché i suoi familiari al Giglio assistessero al passaggio”. Se ne parlerà.