Sabrina uccise Sarah, Cosima non la fermò

TARANTO – “Sarah Scazzi è stata strangolata all’interno dell’abitazione della famiglia Misseri, circa tra le 14 e le 14 e 20. A quell’ora, in quell’edificio (comprensivo, in tal definizione, sia dell’abitazione in senso proprio che del garage), c’erano Michele Misseri, sua moglie Cosimo Serrano, e la loro figlia Sabrina: tra costoro, quindi, bisogna cercare l’assassino, o gli assassini, della ragazzina”. Lo scrive il gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata ieri sera a Cosima Serrano e a Sabrina Misseri, quest’ultima già detenuta per l’omicidio dal 15 ottobre 2010.

MOVENTE, GELOSIA SABRINA PER IVANO – “Per uccidere occorre avere un motivo, e anche piuttosto cogente”: lo sottolinea il gip di Taranto Martino Rosati nell’ordinanza di custodia cautelare per Cosima Serrano e Sabrina Misseri. E il movente “cogente” è – secondo il gip – la gelosia che Sabrina nutriva per il suo amico Ivano Russo del quale era invaghita e che temeva che la piccola Sara gli sottraesse.
“Per uccidere qualcuno – scrive il giudice – tanto più se si tratta di un’adolescente di 15 anni e di una persona di famiglia, nonché di un’azione lesiva non esauritasi ‘uno momento’ bensì protrattasi – come hanno convenuto, almeno su questo punto, tutti i consulenti medici delle parti – per non meno di un paio di minuti, occorre avere un motivo ed anche piuttosto cogente. E Sabrina Misseri lo aveva, lo ha taciuto ed ha tentato, con ogni mezzo, di tenerlo nascosto agli inquirenti: la sua gelosia per Ivano Russo, del quale era innamorata ma non completamente ricambiata, e che temeva le venisse soffiato dalla più avvenente cugina, ormai non più bambina”.

CONCORSO MORALE COSIMA,’NON FERMO’ SABRINA – Cosima Serrano ha avuto “un nitido e decisivo concorso morale nel delitto, sotto il profilo del rafforzamento del proposito omicidiario della figlia Sabrina”: lo scrive il gip del tribunale di Taranto, Martino Rosati, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri, per l’uccisione di Sarah Scazzi.

NON E’ CONTESTATA PREMEDITAZIONE – Non è contestata la premeditazione per il reato di omicidio attribuito a Cosima Serrano e a Sabrina Misseri nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata ieri sera per l’uccisione di Sarah Scazzi. Nell’ordinanza sono contestati gli articoli 110-575 del codice penale perché “in concorso tra loro, cagionavano la morte della minore Scazzi Sarah, strangolandola a mezzo di una cintura”; gli articoli 110-61, n.2 e 411 del codice penale perché “al fine di assicurarsi l’impunità, in concorso tra loro e con Misseri Michele Antonio, sopprimevano il cadavere di Sarah Scazzi, ordinando e aiutando il predetto Misseri a trasferire, a mezzo della sua auto Seat Marbella, fuori dalla propria abitazione il suddetto cadavere, per occultarlo in modo da non essere più trovato”. Entrambi i reati vengono indicati come compiuti il 26 agosto 2010 ad Avetrana (Taranto). Il gip, Martino Rosati, ha invece respinto la richiesta dei pubblici ministeri per i reati indicati negli articoli 110 e 605 (sequestro di persona) del codice penale.

PER PM COSIMA COSTRINSE NIPOTE A SALIRE IN AUTO – Non è contestato il sequestro di persona nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata ieri sera a Cosima Serrano e a sua figlia Sabrina Misseri per i reati legati all’uccisione di Sarah Scazzi. Il gip, Martino Rosati, ha respinto la richiesta dei pubblici ministeri per i reati indicati negli articoli 110 e 605 (sequestro di persona) del codice penale. I pm contestavano a Cosima Serrano e alla figlia Sabrina, in concorso tra loro, il fatto che “operando materialmente la Serrano, privavano della libertà personale Scazzi Sarah, costringendola con tono minaccioso a salire sulla autovettura della predetta Serrano e portandola presso la loro abitazione contro la volontà della minore”.