Sanremo: Celentano, e’ polemica. Tra i 4 big esclusi D’Alessio-Berte’

SECONDA SERATA PARTE NEL SEGNO DI MARTIN LUTER KING – La seconda serata del festival di Sanremo comincia nel segno di Martin Luther King: le parole di”I Have a Dream” hanno fatto da colonna sonora alla coreografia d’apertura di Daniel Ezralow, ovviamente ispirata alla fratellanza tra bianchi e neri. Gianni Morandi, in camicia, ha commentato: “se bianchi e neri si mettono d’accordo vuol dire che può farlo chi ha opinioni diverse”, con un evidente riferimento alle polemiche suscitate ieri da Adriano Celentano. “Ieri abbiamo fatto quasi il 50% di ascolto e questo lo dobbiamo ad Adriano, fa anche casino ma resta un grande” ha detto Morandi che è sembrato volersi collegare con Celentano senza ottenere risposta.

GIANNI MORANDI RICORDA DIFFICILE SITUAZIONE IMS – Gianni Morandi ha ricordato la difficile situazione dell’IMS, stabilimento di stampaggio di dischi in vinile e di cd con 120 dipendenti che stanno rischiando di perdere il posto di lavoro. Morandi ha incontrato una delegazione di operai questo pomeriggio all’Ariston.

E FINALMENTE ARRIVA IVANA – Alla seconda sera, dopo giorni di lotta con un torcicollo versione magnum, presentata da Elisabetta Canalis e Belen, è arrivata all’Ariston Ivana Mrazova che, nel segno dell’imprevedibilità, ha subito ringraziato la famiglia e il manager. Ha anche regalato un discorsetto su quanto è bello essere all’Ariston e poi ha salutato i familiari in lingua ceca.

D’ALESSIO-BERTE’ TRA QUATTRO BIG ESCLUSI
FUORI ANCHE FORNACIARI, MARLENE KUNTZ, CARONE-DALLA
Gigi D’Alessio e Loredana Berté, Irene Fornaciari, i Marlene Kuntz, Pierdavide Carone e Lucio Dalla sono i quattro esclusi di stasera dalla gara dei big. Due di loro verranno ripescati domani sera con il televoto.

(dell’inviata Angela Majoli) SANREMO – Aveva evocato la guerra per introdurre la sua apparizione all’Ariston. E si è abbattuto come una bomba sulla Rai, sul mondo cattolico, sui media. Con il sermone a Sanremo, l’affondo contro Avvenire e Famiglia cristiana, le critiche alla Consulta, l’insulto al critico tv del Corriere della Sera, Adriano Celentano lascia ancora una volta il segno. Il direttore generale della tv pubblica Lorenza Lei commissaria il festival, inviando come ‘plenipotenziario’ il vicedg Antonio Marano. La Sir, l’agenzia di stampa della Cei, parla di “ignoranza che prende il microfono” e chiede le scuse del cantante. Adriano invece tace, ma è tranquillo e – sviluppi permettendo – pronto a tornare all’Ariston, sicuramente sabato. Il dg vara il commissariamento – decisione senza precedenti – dopo un confronto al vertice con Paolo Garimberti e i consiglieri presenti. Ed è proprio il presidente a condensare l’indignazione dell’azienda: “La libertà è sacra ed è sacra anche quella di Adriano Celentano”, ma va “esercitata con responsabilità e rispetto”. Da Garimberti e Lei anche le scuse all’Avvenire, a Famiglia Cristiana e al Corsera. Si dissocia con forza anche il direttore di Rai1 Mauro Mazza: “La chiusura di un qualsiasi giornale non si invoca mai: sono cose da far venire i brividi lungo la schiena”, sottolinea, pur garantendo che la Rai non chiederà a Celentano di “non tornare”. Difende, invece, la performance del Molleggiato Gianmarco Mazzi: “Quella sui giornali era una provocazione”, dice il direttore artistico, che apprezza “il coraggio di seguire sempre strade non battute”. E capitan Gianni Morandi: “Adriano ha fatto un discorso da cattolico osservante”. I media cattolici insorgono, da Avvenire a Tv 2000 a Famiglia cristiana. “Quanto è successo ieri sera è grave perché si usa un mezzo pubblico per fare degli attacchi diretti ai giornali. Regaleremo a Celentano un abbonamento a Famiglia cristiana”, dice il direttore don Antonio Sciortino, mentre il cdr scrive all’artista invitandolo a non essere “così platealmente vendicativo”. Il presidente della Fieg Giulio Anselmi bolla come “battuta stupida” l’affondo del cantante contro i giornali. Le polemiche, però, non scuotono Celentano, che aveva messo in conto le reazioni ed è convinto che gli effetti della ‘bomba’ si sedimenteranno.

Lo rivedremo sabato, promette anche Morandi, e chissà, anche prima. Marano arriva in serata a Sanremo. Ma la notizia del commissariamento pesa già in mattinata in sala stampa. Mazza prova a minimizzare: “Nei compiti istituzionali di Marano c’é il coordinamento dell’offerta radiotelevisiva, viene a darci una mano”. Cita il precedente di Fabrizio Del Noce che si autosospese per Rockpolitik e dice: “Sono al mio posto tranquillo e mi prendo le mie responsabilità”. Ma tradisce insofferenza quando invita anche l’azienda a verificare se Celentano, contravvenendo al contratto, abbia travalicato i confini del Codice etico di Viale Mazzini: “A Roma potrebbero decidere anche questo”. Del resto, la sua posizione viene esplicitamente chiamata in causa dai consiglieri Antonio Verro e Giovanna Bianchi Clerici. Ma non c’é solo il caso Celentano. Al boom di ascolti – una media ponderata vicina al 50% – fanno da contraltare le altre defaillance del festival: la debacle della giuria demoscopica, l’ira delle case discografiche per i cantanti ridotti a contorno dello show, la “scurrilità” di Luca e Paolo criticata da Mazza come “pochezza di idee”. La ‘mission’ di Marano sarà proprio questa: nessuna censura, nessuno stravolgimento della linea editoriale del festival già tracciata, bensì la dimostrazione che l’azienda c’é e vuole riprendersi in mano l’organizzazione. Non a caso Mazzi sbotta: “Vediamo con che strumenti arriva il ‘commissario'”. E perfino Morandi rivendica di avere una sua “autonomia”. Soltanto Rocco Papaleo, il ‘conduttore tecnico’, la rivelazione del festival, alleggerisce il clima e bacchetta i giornalisti: “Io mi sto divertendo. Voi non riuscite proprio a farlo?”.

LA CHIESA NON CI STA, ORA CI CHIEDA SCUSA

Ora Celentano si scusi. E’ questo il coro praticamente unanime della Chiesa italiana dopo che Celentano, dal palco di Sanremo, se l’e’ presa con i preti che non parlano del paradiso e con Avvenire e Famiglia Cristiana, giornali ”da chiudere”. Il quotidiano della Cei e il settimanale dei Paolini – che tra l’altro avevano fortemente criticato l’importo del compenso destinato al Molleggiato – non hanno gradito, ovviamente. ”Adriano Celentano e’ solo un piccolo attivista dell’ipocrisia, un finto esegeta della morale cristiana che sfrutta la tv per esercitare le sue vendette private”, replica Famiglia Cristiano e il suo direttore, Antonio Sciortino, fa sapere che il direttore generale della Rai, Lorenza Lei ”ha detto che quanto era avvenuto era grave” e si e’ scusata a nome dell’azienda.

Duro anche Marco Tarquinio, che dirige Avvenire, secondo cui e’ andato in onda uno ”spettacolo di onnipotenza televisiva: un signore ha avuto a disposizione una platea e l’ha usata per fare quello che meglio ha ritenuto. Il problema e’: perche’ ha fatto una polemica cosi’ fuori misura e fuori centro, prendendosela gratuitamente con i sacerdoti e con la stampa cattolica? Perche’ dalla stampa cattolica e’ arrivata una valutazione su questo incredibile cache che gli e’ stato riconosciuto dalla Rai: si parla di 300-350 mila euro a serata”. Anche Tv 2000, emittente dei vescovi italiani, parla di ”monologo farneticante”. Insomma, una pioggia di critiche. Parlando a tu per tu con i ‘pastori’, il tono, seppure meno intransigente, resta fermo.

Il vescovo di Palestrina, mons. Sigalini, che Celentano lo conosce bene, un po’ lo bacchetta e un po’ sembra divertirsi. ”A lui piace fare le prediche: ma sappiamo come e’ fatto, e’ solito a uscite cosi’. Ma non deve credersi Gesu’ o pretendere di far diventare il Vangelo cio’ che lui dice: lui e’ libero di parlare, ma senza offenderci, e noi di rispondere”. Che poi i preti non parlino piu’ di Paradiso, questo non e’ vero assicura Sigalini, che tra l’altro da assistente generale dell’Azione cattolica segue tanti ragazzi: ”Abbiamo solo aggiornato il linguaggio, parliamo di pienezza della vita, senno’ i giovani non ci capirebbero. alle signore di 60-70 anni parlo di paradiso”. Poi una piccola chicca: ”Celentano chi lo ha coinvolto in Rai quando da un bel pezzo non ci lavorava piu’? Noi. Con il concerto organizzato a Bologna nel ’97 per il congresso eucaristico. Di fronte al Papa si esibi’ Bob Dylan e ci fu, tra le altre, anche la performance di Celentano. Dopo quell’uscita, ritrovo’ un accordo con la Rai e riprese a lavorare” nella tv pubblica. Curiosa l’iniziativa della diocesi di Pistoia che sul sito invita ad abbonarsi al Manifesto per contribuire a salvare la testata dal fallimento: e’ la ”risposta” – spiegano – ad Adriano Celentano e alle sue parole contro le testate cattoliche. Come a dire: l’informazione e l’opinione non si chiude. La prima pagina del Manifesto riprodotta sul sito, tra l’altro, e’ quella famosa, pubblicata dopo l’elezione di Papa Ratzinger con il titolo ”Il pastore tedesco”.