Schettino intercettato: ‘S’inclinava, sono sceso’

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – “Quando ho capito che la nave si stava inclinando ho preso e sono sceso”. Lo ha detto il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino mentre veniva intercettato nella caserma dei carabinieri di Orbetello il 14 gennaio scorso, dopo il naufragio all’Isola del Giglio. Schettino ne stava parlando al telefono.

Raccontando sempre alla stessa persona, tale Albert, l’accaduto, Schettino aveva detto anche che “è tornato indietro per prendere la radio, poi è andato sul ponte, poi quando ha visto che la nave si inclinava si è recato sul ponte all’aperto per vedere se la nave si aggiustasse in mezzo agli scogli. Ha chiamato con il cellulare per non perdere la linea”, poi quando ha capito che la nave si stava inclinando è sceso. Ora, disse, “mi trovo con la testa sotto e con le gambe all’aria senza sapere nulla”.

AL VIA BONIFICA,SABATO POMPAGGIO CARBURANTE
dell’inviata Chiara Carenini
Visti dalla motovedetta del Roan della Guardia di Finanza, che prende il mare da Giglio porto nel tardo pomeriggio, gli uomini della Smit Salvage sono puntini rossi e gialli sulla murata di sinistra di Costa Concordia. E’ il segnale che vanno avanti i lavori che preludono allo svuotamento dei bunker della nave naufragata il 13 gennaio che inizierà sabato. Undicesimo giorno dopo il naufragio di Costa Concordia. Il prefetto Franco Gabrielli, commissario delegato all’emergenza sull’isola del Giglio, tiene il briefing quotidiano. E ancora una volta elenca il numero dei dispersi, 22 dopo l’ultima identificazione di Luisa Virzì, la donna siciliana che viaggiava con un’amica. Ci sono ancora sei persone da identificare, sette con l’ultimo corpo recuperato nel pomeriggio dopo che i palombari della Marina hanno aperto il varco nel ponte 3. La bonifica della Concordia è la priorità.

E quella chiazza di olio che si è allontanata dalla nave e che è stata avvistata verso Talamone è “già isolata dalle panne. Arpat e Ispra stanno facendo le analisi”. Perché oltre a quelle 2.400 tonnellate di carburante che si trovano ancora nei bunker della nave, le unità d’intervento si preoccupano del ‘percolato’ della nave. Ovvero di quella specie di acque nere determinate dalla putrescenza della cambusa che potrebbero fuoriuscire dalla nave. Concordia era appena partita e aveva la cambusa piena. I rifiuti che escono da quella cittadella galleggiante sono una quantità incredibile: almeno 4 mila sedie, oltre quattromila materassi, stoviglie per 4 mila persone ma anche acidi per pulire, oli lubrificanti e di origine vegetale, detersivi.

Per questo Gabrielli ha detto di aver inviato una lettera alla società Costa Crociere perché “provveda a produrre un piano di recupero rifiuti”. Lettera che è stata inviata per conoscenza alla procura di Grosseto. Intanto, Smit e Neri stanno lavorando per dare il via alla bonifica vera e propria. Sopralluoghi specifici per ogni cassa di carburante, gli uomini arrampicati sulla murata, la grande gru da 20 metri, che vista vicino alla nave sembra un fuscello, che comincia a posizionare cavi sono il preludio all’avvio del pompaggio. La società incaricata da Costa Crociere di ripulire i bunker potrebbe essere pronta in 48 ore ad attaccare la prima flangia alle valvole e sostituire l’IFO380 con l’acqua. Il semaforo verde del commissario c’é già, ora tocca a loro. Intanto, proseguono senza sovrapporsi le ricerche dei dispersi. I palombari pianificano ancora l’apertura dei varchi soprattutto sul ponte tre. E mentre i sommozzatori cercano lì, nave Galatea comincia a scandagliare il fondo partendo proprio dallo scoglietto delle Scole che, squarciando il fianco della Concordia lanciata verso il Giglio, ha determinato la fine di un sogno di vacanza. Mentre si continuano a cercare i dispersi, mentre si pensa a svuotare la nave, restano sull’isola alcuni familiari di persone che non sono riuscite a lasciare la nave la notte del naufragio. Al Giglio arriva l’ambasciatore americano David Thorne per parlare con loro. “E’ una tragedia immensa e non solo per le famiglie americane -dice Thorne-. Sulla nave c’erano 4mila persone”. L’ambasciatore ha un pensiero anche per chi lavora attorno a Costa Concordia: “Uno sforzo straordinario in un ambiente molto difficile. Siamo tutti molto grati per questo sforzo”.