Sei passeggeri Usa chiedono risarcimento di 460 mln dollari

MIAMI – Sei passeggeri della Concordia hanno presentato ieri a Miami una denuncia contro la Carnival e Costa Crociere: la richiesta di risarcimento è di 460 milioni di dollari. L’avvocato dei sei passeggeri, Marc Berna, ha spiegato che l’azione legale è stata avviata in un tribunale di Miami, dove e’ il quartier generale della Carnival. L’accusa rivolta dal legale alla Carnival e a Costa Crociere riguarda la negligenza del marittimo, in seguito alla quale sarebbe avvenuto il naufragio del 13 gennaio scorso.

PRIMA APPARIZIONE PUBBLICA PRESIDENTE CARNIVAL – Il presidente e amministratore delegato della Carnival (la compagnia di crociere americana che controlla Costa Crociere), Micky Arison, ha fatto ieri la sua prima apparizione pubblica dopo il disastro della Concordia. Arison, 62 anni, pesantemente criticato dai media per non essersi mai recato sul luogo dell’incidente, ha assistito a una gara di basket allo stadio di Miami fra i New York Knicks e i Miami Heat (squadra di cui è proprietario). “L’amministratore delegato invisibile”, come è stato definito, è apparso calmo e sorridente. Vestito sportivo, ha guardato la sua squadra battere gli avversari, ha scambiato qualche parola con alcune persone e ha lasciato la American Airlines Arena appena finito l’incontro. Arison aveva espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime in un comunicato e aveva dato la sua personale assicurazione che si sarebbe preso cura di tutte le vittime del naufragio.

COSTA CALCOLA RIMBORSI 11 MILA EURO A TESTA – Accordo raggiunto tra le Associazioni nazionali dei consumatori e la compagnia Costa Crociere per l’indennizzo ai passeggeri dopo il naufragio della nave Costa Concordia al Giglio. Il tavolo di conciliazione tra i rappresentanti dei Consumatori e Costa Crociere, organizzato da Astoi Confindustria,ha indicato un rimborso forfettario di 11.000 euro a persona a titolo di indennizzo, a copertura di tutti i danni patrimoniali e non subiti,nel naufragio della Concordia da ogni passeggero,compresi i bambini.

In una nota diffusa da Astoi si precisa che “l’importo forfettario concordato a titolo di risarcimento è superiore ai limiti risarcitori previsti dalle convenzioni internazionali e dalle leggi vigenti. Tale importo verrà riconosciuto indipendentemente dall’età del passeggero, considerando anche i bambini, sebbene non paganti. Costa si è impegnata altresì a non dedurre, da tale cifra, quanto eventualmente percepito dai clienti per rimborsi assicurativi legati a polizze individualmente stipulate”. “Un nucleo familiare composto da due persone – si legge nella nota di Astoi- in aggiunta a quanto sopra elencato, ad esempio, vedrà quindi riconosciuto un importo forfettario di euro 22.000, così come un nucleo familiare di due adulti e due bambini arriverà a 44.000 euro. In concomitanza, la Compagnia avvierà altresì la restituzione di tutti i beni presenti nelle casseforti delle cabine, ove sia possibile il recupero”. I risultati raggiunti dal Tavolo di conciliazione, con l’obiettivo, condiviso da tutti di trovare soluzioni conciliative e transattive che puntino alla migliore soddisfazione dei passeggeri coinvolti nella vicenda di Costa Concordia, riguardano: -un importo forfettario di euro 11.000 a persona a titolo di indennizzo, a copertura di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti, ivi inclusi quelli legati alla perdita del bagaglio e degli effetti personali, al disagio psicologico patito ed al danno da vacanza rovinata;- il rimborso integrale del valore della crociera, comprensivo delle tasse portuali; – il rimborso dei transfer aerei e bus, inclusi nella pratica crociera;- il rimborso totale delle spese di viaggio sostenute per il rientro;- il rimborso di eventuali spese mediche sostenute;- il rimborso delle spese sostenute durante la crociera.

La proposta di risarcimento concordata tra Costa Crociere e associazioni dei consumatori ovviamente non riguarda “le famiglie delle vittime ed i passeggeri feriti, per i quali è stato necessario effettuare trattamenti sanitari in loco. Per costoro l’indennizzo terrà conto della gravità del danno subito dai singoli individui”. Alla riunione, organizzata da Astoi Confindustria Viaggi su specifico incarico di Costa Crociere, hanno partecipato i rappresentanti delle seguenti Associazioni dei Consumatori aderenti al CNCU, Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti: Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Assoconsum, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Ctcu, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori. Per Costa Crociere erano presenti i rappresentanti della Direzione; per Astoi Confindustria Viaggi il presidente Roberto Corbella, il direttore Generale Flavia Franceschini e l’avvocato Alessio Costantini. In accordo con le Associazioni dei Consumatori si sono altresì stabilite le modalità di gestione delle pratiche di indennizzo, per le quali, nella sede di Genova di Costa, verranno istituite due unità operative interamente dedicate. Gli accrediti degli importi avverranno entro 7 giorni dall’accettazione della proposta di Costa da parte dei consumatori. Costa Crociere metterà a disposizione un indirizzo e-mail ([email protected]) ed un numero per le informazioni (848505050). Tutte le Parti si impegnano a divulgare tramite i loro canali di comunicazione ogni informazione legata alle modalità di rimborso e, più in generale, all’accordo raggiunto ed a fornire la dovuta assistenza. E’ stato inoltre convenuto che la Compagnia offra l’opportunità di cancellare senza penali le crociere prenotate prima del drammatico evento, su tutte le proprie rotte, entro il 7 febbraio. Le Associazioni dei consumatori non percepiranno alcun tipo di remunerazione per tutte le attività legate all’accordo raggiunto.

ADICONSUM, RIMBORSO TOTALE SARA’ DI 14MILA EURO – “Potrà raggiungere i 14-15mila euro il rimborso che Costa Crociere riconoscerà ad ogni singolo passeggero coinvolto nella vicenda della Costa Concordia”. Così Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum commenta l’accordo raggiunto, in sede Astoi tra le associazioni dei consumatori e la compagnia Costa Crociere.
“Oltre al rimborso forfettario di 11 mila euro previsto dall’accordo- precisa Pietro Giordano- le altre voci come il rimborso integrale del valore della crociera, comprensivo delle tasse portuali; il rimborso dei transfer aerei e bus, inclusi nella pratica crociera; il rimborso totale delle spese di viaggio sostenute per il rientro; il rimborso di eventuali spese mediche sostenute;il rimborso delle spese sostenute durante la crociera potrebbero arrivare ad un importo di 3-4mila euro aggiuntivi, dipende dalle varie indennità assicurative”.

SCHETTINO PERSE UN’ORA PREZIOSA – Se il comandante Francesco Schettino “non avesse perso un’ora preziosa” forse non ci sarebbero 16 vittime accertate e altre 16 persone che mancano all’appello, probabilmente sepolte nel ventre della Costa Concordia naufragata all’isola del Giglio. L’ultima accusa nei confronti del primo ufficiale della nave, la più pesante, arriva dal comandante delle Capitanerie di Porto, Marco Brusco. Perché l’Ammiraglio non lo dice chiaramente, ma il suo pensiero è chiaro: se l’allarme fosse stato dato prima, non ci sarebbero stati i morti. “Sarebbe andata di lusso”.

La responsabilità dell’incidente “é sicuramente del comandante” dice senza mezzi termini Brusco in Parlamento, sentito dalla commissione Lavori Pubblici del Senato. E’ lui che “predispone la rotta” ed è lui che “l’ha impostata” alla partenza da Civitavecchia. “E’ evidente che se poi ha deciso di cambiarla – sottolinea l’Ammiraglio – ha staccato gli strumenti e ha lavorato in manuale”. Andandosi a schiantare sullo scoglio a 150 metri dalla costa. Dunque non possono esserci dubbi: “la responsabilità è sua”. Certo, ragiona il comandante delle Capitanerie di Porto, c’é da chiedersi perche “gli ufficiali che erano con lui – “gli stessi che poi sono ‘scivolati’ con il comandante sulla scialuppa” ironizza Brusco – “siano rimasti zitti”, senza cercare di distoglierlo da quella navigazione a rischio. Una domanda che si sono posti anche gli inquirenti e che potrebbe portare all’iscrizione nel registro degli indagati di altri membri dell’equipaggio, qualora ne fossero accertate le eventuali responsabilità. Certo è che oltre a sbagliare clamorosamente la manovra, Schettino fece anche un altro errore, quella maledetta sera.

Un errore che forse è costato la vita a decine di persone. “Se facciamo un attimo di attenzione e consideriamo che a bordo c’erano oltre 4.200 persone, possiamo dire che è andata bene” premette Brusco, che poi lancia l’attacco: “ma se il comandante non avesse fatto perdere un’ora preziosa, sarebbe andata di lusso”. Tradotto, significa che se Schettino avesse dato l’allarme “quando la nave era inclinata a 20 gradi e non a 90, sarebbe stato molto più facile calare le scialuppe”. Ed invece, “la prima ora dopo l’urto, la più importante, è stata persa”. Poi è stato “un rincorrersi, ci sono stati ordini contradditori, il comandante se n’é andato, le scialuppe non si sono potute calare, non c’é stato modo di gestire l’angoscia dei passeggeri”. E’ in quell’ora che il naufragio si è trasformato in tragedia. “Se Schettino avesse utilizzato bene la prima ora – ripete amaro l’ammiraglio Brusco – tutto sarebbe stato più sereno”. Durante l’audizione il comandante delle Capitanerie di Porto si è soffermato anche sulla pratica dell’inchino. Sostenendo che quella di Schettino è stata una manovra quantomeno “stravagante”, perche la nave “fa una rotta quasi ad angolo acuto rispetto al Giglio e con una velocità piuttosto elevata”, mentre la navigazione turistica, che è una “tradizione marinaresca non così radicata e frequente” in tutto il mondo, prevede una “rotta piuttosto ravvicinata” ma “parallela alla linea di costa” e soprattutto “sempre in sicurezza”. “Non è vietata – aggiunge Brusco – se effettuata con criterio e nel rispetto delle specifiche norme necessarie”. Anche sui soccorsi, la visione delle Capitanerie di Porto e ben diversa da quella di Schettino. Perché è vero che il personale di Costa “ha dato delle risposte adeguate”. Ma si tratta di risposte arrivate “dall’equipaggio, meno dagli ufficiali: sono stati più bravi quelli sotto che lo stato maggiore”.

ARPAT: NESSUN PROBLEMA SU TENSIOATTIVI – Per quanto riguarda i tensioattivi usciti in mare dalla Concordia “é stato un fenomeno locale nel tempo. Ora non ci sono problemi, anche se avevano creato allarme all’inizio”. Lo ha detto il responsabile di Arpat al briefing con Franco Gabrielli. “Negativi i valori analitici su tutti i 6 punti” ha aggiunto. Secondo Arpat non ci sono problemi neppure per gli idrocarburi, “continuiamo a fare prelievi giornalieri in sei punti diversi – ha detto Marcello Massa Ferri – e i dati ad oggi ci confortano molto”. Nessun problema “neppure per quanto riguarda i solventi”.

PROSEGUONO LE RICERCHE – Sono già riprese questa mattina le operazioni di preparazione dei sommozzatori dei vigili del fuoco e della guardia costiera che tra poco ricominceranno le ricerche dei dispersi all’interno della nave Concordia. In realtà, nella parte emersa del relitto, sono andate avanti anche durante la notte. Già a lavoro anche i tecnici della Smit/Neri che si preparano allo svuotamento, forse da sabato prossimo, dei primi sei serbatoi della nave naufragata lo scorso 13 gennaio sulle coste dell’Isola del Giglio. Nessun nuovo varco stamani è stato aperto dai palombari della Marina che oggi lavoreranno di supporto agli altri sub. Le condizioni meteomarine, al momento, sono buone.

AL VIA ESAMI SU CAMPIONI BIOLOGICI DI SCHETTINO – Sono cominciati stamani presso l’istituto di medicina legale dell’università Cattolica di Roma gli esami tossicologici disposti dalla procura di Grosseto su campioni biologici prelevati al comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino. I test sono condotti dal consulente tecnico di ufficio della procura, professor Marcello Chiarotti, su campioni di capello e urine prelevati il 17 gennaio scorso a Schettino e conservati finora dal reparto scientifico dei carabinieri. Il professor Chiarotti ha chiesto 30 giorni di tempo per dare i risultati alla procura e alle parti.