Severino: ‘Finanziamento ai partiti, Governo pronto a intervenire’

(di Francesco Bongarrà) – ROMA – Dopo la tempesta che si è abbattuta su Bossi e la Lega, che per Maroni ha il sapore di un ” terremoto” non solo per il Carroccio, è corsa contro il tempo per regolamentare i partiti per garantire la trasparenza nell’ uso delle risorse con cui lo Stato ne finanzia l’ attività. Con le amministrative alle porte e il sentimento dell’ antipolitica sempre in agguato, il tema diventa centrale nel dibattito politico nonostante lo stop delle vacanze pasquali. Anche se le ricette proposte dagli schieramenti appaiono in ordine sparso. Ad ammettere comunque urgenza e serietà della questione è lo stesso presidente del Consiglio, Mario Monti che spiega come “il tema sia importante” tanto da far ” riflettere il governo” che poi prenderà ” le sue posizioni”. ‘Posizioni’ che a sera il Guardasigilli Paola Severino rivela annunciando che il governo è pronto ad intervenire – anche per decreto o inserendo una norma nel ddl anticorruzione – fornendo il proprio contributo tecnico, “non appena il Parlamento e i presidenti di Camera e Senato lo richiederanno”.

Se il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, sposa in pieno l’idea del decreto, il Pdl lo boccia senza appello e, con Cicchitto, chiude la strada anche alla modifica del ddl anticorruzione. “Certamente – dice – è indispensabile che il finanziamento dei partiti venga nuovamente regolato per legge in modo assai più rigoroso di quanto non sia avvenuto finora con gli inconvenienti clamorosamente emersi” ma “francamente non ci sembra questa materia del governo, di un suo decreto e ancor di più di una modifica al ddl sulla corruzione”. Ancora più duro il suo vice, Osvaldo Napoli, che critica la Severino: “Se un esecutivo i cui componenti non sono parlamentari, e dunque mai da nessuno votati, pensa di disciplinare la vita politica e il finanziamento dei partiti votati dai cittadini siamo, io temo, su una linea di tensione se non di forzatura delle regole democratiche”. E invitando il governo a tenersi “cautamente lontano da questa materia” Napoli dà voce ai critici del Pdl spiegando che “se il governo agisce su una materia di esclusiva competenza parlamentare rischia di aggravare una crisi che vorrebbe invece risolvere” Dal Pdl, poi, arriva la richiesta a puntare i riflettori non solo sul finanziamento dei partiti ma anche dei sindacati. Se bisogna far presto, al di là di Casini che chiede il decreto legge, c’ è chi, come Lauro del Pdl, vuole una commissione parlamentare di inchiesta sulle spese dei partiti, mentre da Fli Briguglio lancia un guanto di sfida alle forze politiche: una legge-lampo di riforma dei partiti, incluso il finanziamento pubblico, da approvare solo in commissione in sede legislativa dando attuazione all’ articolo 49 della Costituzione. Di Pietro insiste invece per il referendum che cancelli il finanziamento pubblico, per il quale l’ Idv raccoglierà le firme. ” L’ unica via per cambiare le cose – sostiene l’ ex Pm – è che i cittadini lo facciano da soli”.

Anche il Pd reclama un cambio di passo. Bersani annuncia di aver chiesto ad Alfano e Casini di trovare il minimo comun denominatore tra le proposte. ” Bisogna cominciare dalla certificazione dei bilanci, dalla loro pubblicazione su internet, dall’ abbassamento a 5mila euro per le donazioni per cui non è necessaria una dichiarazione”, sostiene, sottolineando va privilegiata l’ urgenza e si deve dare un segno che cominciamo a fare sul serio”. Perché, puntualizza Ignazio Marino, ” la situazione ormai è compromessa, ed una riforma dei partiti, della loro organizzazione interna e delle modalità del loro finanziamento é ormai urgente e non più rinviabile”.