Spending review: Monti preme per tagli, a rischio pareggio 2013

ROMA – Ministeri sotto pressione sul fronte dei tagli alla spesa. I risparmi infatti vanno garantiti o il rischio è che l’Italia non raggiunga il pareggio di bilancio nel 2013, a meno di non ricorrere a nuove tasse. Nel giro di quindici giorni il primo tassello della spending review targata Giarda è destinata a approdare in Consiglio dei ministri. Il lavoro da fare è tanto e dunque per passare dalle parole ai fatti, è la convinzione del ministro per i Rapporti con il Parlamento, serve una task force. Una causa che Giarda sarebbe andato a perorare direttamente con il premier (e ministro dell’Economia) Mario Monti. Anche perché che vi sarebbero dei freni da parte dei dicasteri non è certo un segreto. Sulla revisione di spesa “ho la sensazione che ci sia grande disponibilità, grande voglia”, assicura il superministro Corrado Passera.

Il governo davanti a sé ha due strade: limitarsi a fare in modo che i tagli già previsti siano attuati, cosa che non è sempre accaduta nelle amministrazioni centrali e che comunque non rappresenta certo uno sforzo di poco conto. Oppure, andare oltre e puntare su un’ulteriore giro di vite. Si tratta di una decisione politica e dunque il ministro Giarda avrebbe chiesto che sia Palazzo Chigi a scegliere in quale direzione andare. Se pure l’Esecutivo optasse per la prima alternativa, il lavoro da fare sarebbe comunque ancora tanto: entro al massimo i primi giorni di maggio infatti il ministro per i Rapporti con il Parlamento illustrerà ai colleghi solo il primo paper della spending review nel quale si evidenzieranno tutte le criticità dei bilanci e nel quale potrebbe però esserci anche la quantificazione dei tagli ancora da effettuare.

Dopodiché bisognerà passare alla fase due, quella dell’attuazione dei risparmi in modo da evitare che i conti saltino o che sia necessario introdurre nuove tasse. Il che vorrà dire esaminare caso per caso, sarebbe il ragionamento di Giarda, cercando di capire di quali voci si può fare a meno senza bloccare la macchina dell’amministrazione dello Stato. “Vedo che molte idee stanno venendo fuori ma bisogna dire dei no – sintetizza il titolare dello Sviluppo Economico – bisogna dire dei non più e che d’ora in avanti è un’altra cosa”. Ed è proprio per queste ragioni che Giarda vorrebbe una sorta di imprimatur da parte del presidente del Consiglio, in modo da essere supportato nello scomodo compito di ‘esattore’ dei propri colleghi. A oggi comunque non sono ancora stati passati in rassegna tutti i ministeri: quelli finiti sotto la lente di ingrandimento finora sono infatti sei, oltre la presidenza del Consiglio: Interni, Istruzione e Affari Regionali, Giustizia, Difesa ed Esteri. Una prova del fatto che si tratta di un lavoro sul medio-lungo periodo, anche nella versione minimalista e che lascia intravedere tutte le difficoltà ad spingersi più lontano immaginando addirittura di poter ottenere risparmi.

PASSERA: ‘PER CRESCITA 100 MILIARDI’ – ”Tra infrastrutture, lavori, investimenti a favore delle aziende che investono, recupero dello scaduto”, stiamo parlando di oltre 100 miliardi di interventi anche nel breve medio periodo. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera parlando delle iniziative che sta portando avanti il Governo per favorire la crescita.

“Le iniziative che sta portando avanti il governo – ha detto il ministro – fanno ben sperare che nel corso dell’anno si possa cambiare segno.Si stanno creando tutte le condizioni per far sì che il Paese possa rimettersi a crescere – ha detto Passera – facendo e accelerando sia riforme sia l’afflusso di risorse”.

“Il lavoro di questo governo – chiosa il ministro dello Sviluppo Economico – è molto difficile e chiunque voglia dare una connotazione di altro genere lo rende semplicemente più difficile”

Il ministro dello Sviluppo Economico spiega poi che “é chiaro che ci sono resistenze” ma sulla cosiddetta “‘Spending Review’ ho la sensazione che ci sia grande disponibilità, grande voglia”. “I cittadini – dice Passera a margine di una visita al Salone del Mobile – chiedono cose concrete molto forti che compensino i sacrifici che bisogna tutti insieme fare per portare il Paese al di là del guado”. Sulla revisione della spesa, prosegue Passera, “vedo che molte idee stanno venendo fuori: è chiaro che ci sono resistenze, bisogna dire dei no, bisogna dire dei non più e che d’ora in avanti è un’altra cosa”. “Noi ci mettiamo la nostra parte – ha concluso il ministro – con la possibilità di versare questi recuperi al cittadino”. “Spending review – ha detto ancora Passera – vuol dire riduzione ma anche aumento, in certi campi che fanno futuro, innovazione, ricerca, accompagnamento delle aziende e sostegno alle esportazioni”. “Non voglio entrare nel merito di singole misure – ha proseguito il ministro – ma lo spazio per ridurre i costi c’é: per esempio regioni meno efficienti di altre si allineino ai migliori performer, ad esempio in campo sanitario”. Oppure, secondo il ministro, si potrebbe “andare a recuperare e mettere in comune gli investimenti nel campo dell’informatica” o ancora razionalizzare “investimenti duplicati o triplicati”. In ogni caso, secondo Passera, “dobbiamo sapere che non ci sarebbe nessuna forma di crescita senza il controllo dei conti”, come sottolineato anche ieri dal premier Mario Monti, anche per Passera “non c’é alternativa se non demagogica al rigore”.

“Questo salone – ha detto infine Passera, come ieri il premier Monti – dimostra che l’Italia non solo ce la può fare ma ce la può fare alla grande e meglio di altri”: il successo del settore dell’arredo, soprattutto nel campo delle esportazioni, “dimostra – ha sottolineato Passera durante un giro tra gli stand di Fieramilano – che la globalizzazione è un’opportunità per un Paese come l’Italia, dove si mettono insieme competenze, conoscenze, mestieri tradizionali, innovazione, capacità di andare sui mercati esteri”.