Spread sopra 450, male Piazza Affari

ROMA – Apre con una forte tensione il mercato dei titoli di stato europei. Lo spread tra Btp e il Bund tedesco dopo essere partito intorno ai 445 punti supera quota 470 (471,6) e un rendimento al 6,15%. Il differenziale con i Bonos spagnoli sfonda quota 500 punti (500,5) con un rendimento al 6,45%.

BORSA MILANO:MALE (-1,7%) CON BANCHE E FIAT, OK FINMECCANICA – Nelle prime contrattazioni Piazza Affari amplia le perdite rispetto all’apertura: l’indice Ftse Mib segna un calo dell’1,74%, l’Ftse All Share un ribasso dell’1,65%. Tra i titoli principali il peggiore è Mediolanum (-4,33%) seguito da A2A (-3,80%) e Banco popolare, che cede il 3,53%. Molto deboli anche le banche principali, con Intesa SanPaolo che perde il 3,33% e Unicredit il 2,53%. Male Fiat (-2,78%) dopo i dati di vendita di aprile, mentre tiene Finmeccanica, che sale dello 0,83%.

TOKYO CHIUDE IN RIBASSO (-1,12%) – Chiusura in netto ribasso per la Borsa di Tokyo. L’indice Nikkei segna un calo dell’1,12% a 8.801,17 punti.

ASIA SCIVOLA SU GRECIA, MALE SEUL E HONG KONG (-3%) – Anche le Borse asiatiche dopo quelle europee accusano l’incertezza che grava sulla zona euro con la Grecia che si avvia a nuove elezioni: l’indice Msci Asia Pacific che raggruppa i maggiori titoli dell’Estremo Oriente cede circa due punti percentuali, con Seul che cede oltre il 3%. Molto male anche Hong Kong, che viaggia su perdite simili e accusa il peggior scivolone degli ultimi sei mesi, mentre Tokyo ha cercato di contenere i ribassi. Sul mercato giapponese, in particolare, pesano i cali della Tepco (-5,03%) e del gruppo automobilistico Isuzu, mentre qualche acquisto si registra tra i gruppi del cemento. Inferiore al punto percentuale il ribasso delle Borse cinesi, mentre molto male è andata anche a Sidney, dove sono quotati diversi titoli che possono anticipare l’avvio dei loro settori in Europa. Deboli sul mercato australiano soprattutto i grandi gruppi delle materie prime e le società dei macchinari industriali, che hanno accusato il forte calo degli ordini nel comparto in Giappone. Segno che la ripresa, anche in Asia, è lontana e incerta.