Spread tocca 540, poi giù. Borse europee volatili

Si restringe il differenziale tra i titoli decennali italiani e il Bund tedesco, che cala a 527 punti base, con il rendimento dei Btp al 6,52%. In apertura dei mercati lo spread il differenziale è arrivato fino a 541 punti base, con rendimento al 6,6%. Il rendimento dei titoli decennali italiani ha raggiunto il 6,7% per poi ripiegare.
Lo spread fra titoli spagnoli e tedeschi è a quota 631, mentre il rendimento dei bonos è del 7,56%. Il rendimento dei titoli di stato a 10 anni spagnoli segna un nuovo record dalla creazione di Eurolandia, toccando in apertura dei mercati il 7,659%.
Avvio volatile delle borse europee sui timori per la situazione del debito del Vecchio Continente mentre corrono gli spread di Italia e Spagna sul bund tedesco. Piazza Affari fatica a trovare una direzione, insieme al resto d’Europa, dopo le prime contrattazioni. Il Ftse Mib, dopo aver oscillato sopra e sotto la parità, torna in negativo e cede lo 0,07%.

ASIA SCONTA TIMORI EUROPA E CINA – Prosegue sui mercati asiatici l’ondata di vendite che sta colpendo i listini azionari mondiali. A pesare, ancora una volta, sono i timori sulla crisi europea, a cui si aggiungono le preoccupazioni di un rallentamento della locomotiva cinese. Come se non bastasse i risultati di Apple hanno deluso le attese, provocando una vendita sui titoli tecnologici.

Tokyo ha chiuso la seduta in calo dell’1,44%, Hong Kong cede lo 0,79% e Seul l’1,33%, anche in via del calo ai minimi degli ultimi cinque mesi della fiducia dei consumatori. Contenuti entro il punto percentuale i ribassi degli altri listini. Scendono i rendimenti dei titoli di stato dell’area (quelli di Singapore e della Corea del Sud hanno toccato i minimi storici), oggetto di acquisti da parte di investitori alla ricerca di un porto sicuro per i propri risparmi. I rendimenti dei bond a due anni del Giappone sono ai minimi dal 2005. Ieri l’Fmi ha detto che la Cina affronta significativi rischi al ribasso per la propria crescita economica e ha chiesto ai leader politici di adottare misure per sostenere i consumi interni. Oggi sono attesi dalla Germania i dati sulla fiducia delle imprese che potrebbero attestarsi al livello più basso dal 2010. I risultati della Apple hanno avuto impatti sui fornitori del gruppo di Cupertino, Toshiba (-7,3%) e Hon Hai Precision Industry (-3,6%), mentre dagli Usa sono attesi oggi i conti di PepsiCo e Caterpillar dopo quelli deludenti, ieri, di United Parcel Service e AT&T. Di seguito gli indici dei titoli guida dell’area Asia-Pacifico: – Tokyo -1,44% – Hong Kong -0,79% (in corso) – Shanghai -0,36% (in corso) – Seul -1,37% – Taiwan -0,42% – Sydney -0,23% – Mumbai -0,85% (in corso) – Singapore -0,60% (in corso) – Bangkok -0,49% – Giakarta +0,08%

MARTEDI’ DI PASSIONE SUI MERCATI – La deriva di Madrid fa paura. E per Borse e spread di Spagna e Italia si è consumata un’altra giornata di passione, in un mercato sempre più insofferente a una Europa in perenne disaccordo e che non riesce a trovare vie d’uscita credibili alla spirale della crisi del debito. Ne è un esempio la gaffe, o il mezzo giallo, sul comunicato congiunto di Spagna, Francia e Italia per fare pressing sulla Ue per l’attuazione immediata degli accordi presi al Consiglio europeo di fine giugno. A peggiorare le cose, le voci su una nuova ristrutturazione del debito della Grecia, viste le difficoltà di Atene ad onorare gli impegni. Ad aumentare la pressione è anche Moody’s che rivede al ribasso le prospettive dell’Efsf, il fondo salva stati, dopo quella al ribasso di Germania, Olanda e Lussemburgo.

A dare il primo scossone alla giornata e l’allarme di un crac della Catalogna che ha riacceso i riflettori sul rischio di un salvataggio in piena regola della Spagna, e quindi non più solo aiuti limitati alle banche in crisi. Una valanga di vendite si è abbattuta sulla Borsa di Madrid e su Piazza Affari che piomba ai minimi storici mentre gli spread si infiammavano. Il differenziale Btp-Bund rivede i massimi da novembre, prima dell’insediamento del governo di Mario Monti, e quello tra Bonos e Bund schizza a nuovi record. La maglia nera va alla Borsa di Madrid: nonostante il divieto di vendite allo scoperto varato ieri l’Ibex 35 affonda (-3,58%) scivolando sotto i 6.000 punti per la prima volta dall’aprile del 2003.

Il rischio contagio colpisce Piazza Affari che archivia un ribasso del 2,7% al minimo storico di 12.362,51 punti (il precedente record negativo era di settembre 2009 a 12.621 punti). A soffrire di più sono come sempre le banche con Mediobanca (-6,75%), Intesa Sanpaolo (-4,56%), Unicredit (-4,03%) Bper (-7%). Va meglio alle altre piazze europee che riescono a limitare i danni e a metabolizzare in parte l’avvertimento di Moody’s sulla tenuta del rating di ‘Tripla A’ di Germania, Olanda e Lussemburgo. Francoforte chiude a -0,45%, Londra a -0,63% e Parigi a -0,87%.

Ma ancora una volta è il mercato del debito a fare da termometro della crisi: Madrid ha piazzato a fatica titoli di Stato a breve termine per 3,05 miliardi di euro e ha dovuto offrire tassi più alti. Il Tesoro spagnolo ha venduto titoli semestrali pagando il 3,691% contro il 3,237% del mese scorso e titoli trimestrali con rendimenti in rialzo al 2,434% dal 2,362% di giugno. Il differenziale tra la carta decennale spagnola e tedesca è schizzato al nuovo record di 640 punti con il tasso dei Bonos a livello da Sos del 7,6%.

L’attacco della speculazione surriscalda lo spread tra i decennali italiani e tedeschi che chiude sui massimi a 537 punti base come non accadeva da metà novembre, ossia dai tempi del passaggio di consegne tra Berlusconi e Monti. Il rendimento del Btp a 10 anni sfiora il 6,6% e non è un buon segno per le aste in programma questa settimana. L’attesa è concentrata soprattutto sull’emissione di Bot a sei mesi per a 8,5 miliardi che si terrà venerdì 27 luglio, un’offerta più alta rispetto agli 8 miliardi di titoli in scadenza. Il Tesoro ha anche comunicato che giovedì 26 luglio saranno collocati i titoli della quinta tranche di Ctz in scadenza il 30 maggio 2014. L’ammontare è previsto tra un minimo di 1,5 miliardi e un massimo di 2,5 miliardi di euro. Cancellata, invece, l’emissione di Btp-i prevista in calendario per il 26.