Urne aperte, sfida finale. Sì a 7 mila ‘ritardatari’

(di Cristina Ferrulli) – Il ‘time out’ è suonato ieri sera: subito dopo le accuse incrociate di brogli tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi, le diplomazie si sono messe al lavoro per evitare che il ballottaggio degenerasse in caos e in una guerra di tutti contro tutti dagli esiti imprevedibili. Un rischio troppo grande che ha spinto Renzi a richiamare i pasdaran e ad offrire un caffé riparatore al rivale: “Vediamoci a Milano e lanciamo insieme un appello alla serenità”, è l’offerta del sindaco che il leader Pd declina, causa tour elettorale, ma si dice “certo che Matteo rispetterà le regole”.

Già ieri pomeriggio Bersani e Renzi avevano capito che la tensione tra opposte tifoserie rischiava di sfuggire di mano. I due, a quanto si apprende, si erano scambiati sms, forma di comunicazione che hanno usato per tutta la campagna elettorale, per spiegarsi le ragioni reciproche: il segretario Pd fermo sulla linea che “le regole non si cambiano in corsa”, il sindaco altrettanto convinto nel difendere il ‘mail bombing’ e la pubblicità al ballottaggio con l’unico scopo di allargare la partecipazione a chi, anche per la prima volta, voleva avvicinarsi al centrosinistra. L’allarme, però, è scattato ieri in tarda serata quando Renzi ha alluso a brogli in alcune città, come Napoli, e i bersaniani hanno accusato di sabotaggio delle primarie.

Il ‘caffe’ della pacé, offerto da Renzi, alla fine non c’é a Milano ma “solo per motivi logistici”, assicura Bersani che rilancia con un pranzo il prima possibile. Il segretario Pd evita di dare l’immagine che, dietro gli attacchi reciproci, i due abbiano già un accordo prima ancora che i cittadini decidano domani chi sarà il candidato premier del centrosinistra. Ma Bersani, dato in netto vantaggio dall’ultimo sondaggio Ipr Marketing al 59,5 per cento contro il 40,5 di Renzi, riconosce pubblicamente le ragioni del sindaco pur “diverse” dalle sue e si dice “sicuro che in queste ore maturerà l’intenzione di rispettarle”. Perché il vero obiettivo del segretario è che le primarie siano “una grande festa della democrazia” e da lunedì si avvii “il lavoro di una grandissima squadra, che nel frattempo è diventata uno squadrone”.

7.094 LE DOMANDE ACCOLTE PER IL BALLOTTAGGIO – Il dato definitivo delle domande di iscrizione al secondo turno di ballottaggio per le primarie di centrosinistra ammesse dai coordinamenti provinciali sono 7.094. Le domande pervenute, secondo quanto si apprende, sono state circa 100 mila

BERLINGUER,ACCOLTE VARIE MIGLIAIA ISCRIZIONI – I comitati provinciali per ‘Italiabenecomune’ hanno accolto “varie migliaia” di domande di iscrizioni al ballottaggio per le primarie del centrosinistra. Lo ha detto Luigi Berlinguer, presidente del Comitato dei Garanti spiegando che al momento non è possibile fornire dati più certi perché stanno ancora affluendo negli uffici di Roma.

RENZI,DOMANDE ACCOLTE? DATI SI COMMENTANO DA SOLI – “I dati delle domande accolte per votare al ballottaggio si commentano da soli. Ma chiedo alla gente di andare ai seggi con tranquillità e serenità. Chiudiamo la partita col sorriso”. Così Matteo Renzi a Pontedera (Pisa), dove ha chiuso la campagna delle primarie. Un bagno di folla per il sindaco di Firenze che ha parlato in una vecchia palestra comunale davanti a centinaia di persone.