Raid da mare e cielo est Ras Lanuf

ROMA – In Libia le forze fedeli a Gheddafi martellano dall’aria e dal mare le postazioni dei ribelli attorno alla città petrolifera di Ras Lanuf, e l’offensiva si spinge sempre più a est, mentre in Tripolitania il regime assicura di aver riconquistato Zawiya. La Francia intanto, per prima, ha riconosciuto oggi ufficialmente il Consiglio nazionale di transizione (Cnt), il governo provvisorio ribelle di Bengasi. Alle porte di Ras Lanuf un’inviata dell’ANSA ha constatato di persona i raid aerei, che hanno colpito, fra le altre cose, un check point dei ribelli.
Un testimone citato da Reuters afferma che anche un’abitazione civile a Ras Lanuf è stata colpita e la Afp che una bomba è caduta su un quartiere residenziale, che molti abitanti hanno abbandonato nei giorni scorsi, e dove un ospedale è stato subito evacuato. Intanto, secondo un testimone citato dalla Reuters, blindati si stanno avvicinando alla città sparando sugli insorti. Bombardata anche Brega, circa 90 chilometri ad est. La tensione fra i ribelli cresce e uno di loro ha addirittura lanciato un “ultimatum” a Stati Uniti e Unione europea perché “fermino Gheddafi” entro otto ore, altrimenti verrà interrotto il flusso di petrolio dai terminali di Ras Lanuf e Brega.

Ieri i raid aerei avevano colpito dei depositi di carburante nel vicino terminale petrolifero di Sidra. Sul “fronte occidentale”, invece, a Zawiya, 50 km a ovest di Tripoli, i militari fedeli al rais affermano di aver riconquistato la città ai ribelli ed hanno portato nella notte alcuni giornalisti, fra cui un inviato ANSA, a constatarlo di persona, accolti dal giubilo dei sostenitori di Gheddafi. Testimoni raccontano che la città è effettivamente “caduta”. Sul “fronte diplomatico”, la Francia oggi, primo Paese in Occidente, ha riconosciuto il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) come rappresentante legittimo del popolo libico, una iniziativa sulla quale però il governo tedesco si è detto scettico. L’annuncio è stato dato da Parigi al termine di un incontro all’Eliseo fra un emissario di Bengasi e il presidente francese, Nicolas Sarkozy.

E mentre oggi la Libia sarà al centro della riunione dei ministri degli esteri dell’Ue a Bruxelles e la responsabile della politica estera europea, Catherine Ashton, dice che l’Europa “continuerà a dialogare con chiunque…per porre fine alle violenze”, la Russia continua a frenare sulle ipotesi di azioni di forza: il ministro degli esteri, Serghei Lavrov, ha detto che lo statuto Onu “che é inammissibile qualsiasi intervento, tanto più di forza, negli affari interni” di un Paese. Anche l’ipotesi di imporre una no fly zone, dice Mosca, richiede “un’analisi attenta e informazioni più dettagliate”. Un inviato di Gheddafi ad Atene ha intanto proposto al governo greco “idee” per uscire dalla crisi. Emissari del regime sono presenti anche a Lisbona e al Cairo. Il governo portoghese ha però fatto sapere all’emissario di Tripoli che il regime è “finito”.