Campane a lutto in città, ‘La nave non si fermava’

INCIDENTE GENOVA: CITTA' COLPITA AL CUORE, IL PORTOCampane a lutto su Genova: così si é svegliata oggi la città, mentre in porto proseguono le ricerche per l’individuazione e il recupero degli ultimi due dispersi (sette le vittime accertate finora). Il prefetto, Giovanni Balsamo, il sindaco, Marco Doria, il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, e il Commissario della Provincia, Piero Fossati, hanno congiuntamente “chiamato a raccolta la cittadinanza” per una manifestazione in mattinata nella centrale piazza Matteotti, “per testimoniare il cordoglio della comunità genovese e la solidarietà alle vittime”, ma anche per “esprimere la volontà della città di reagire alla disgrazia e superare questo momento di dolore”. In contemporanea con la manifestazione, alle 11, tutti i negozi e le attività commerciali della città osserveranno 15 minuti di chiusura degli esercizi, mentre i sindacati hanno proclamato in modo unitario tre ore di sciopero. Dopo la manifestazione riprende però ogni attività. In particolare, al Porto Antico apre (ma senza cerimonia inaugurale) il Salone alimentare Slow Fish, una quattro giorni internazionale dedicata al cibo e al mare.

E sono proseguite per tutta la notte anche con l’ausilio di un microrobot sottomarino le ricerche delle due persone che ancora mancano all’appello in seguito al grave incidente al porto di Genova, il maresciallo di Guardia Costiera Francesco Cetrola, 38 anni, e il sergente Gianni Jacoviello, 33 anni. E’ stato ormai accertato che si trovavano nella torre piloti al momento del crollo. I loro corpi sono quasi certamente sul fondo del porto nella zona del molo Giano, sotto i lastroni di vetro caduti dalla torre. Crollati sul fondo, sepolti dalle macerie, questi lastroni rendono particolarmente difficile il lavoro dei soccorritori. Oggi, mentre la città di Genova si appresta a vivere una giornata di lutto cittadino, in porto dovrebbe intervenire una ditta specializzata per rimuovere le lastre di vetro.

IL PILOTA, LA NAVE NON RISPONDEVA AI COMANDI – “La nave non rispondeva ai comandi”: questa la testimonianza del pilota del Jolly Nero, Antonio Anfossi, raccolta dal Secolo XIX e dal Corriere della Sera. Anfossi è l’uomo che, insieme al comandante Roberto Paoloni, ha manovrato a bordo del cargo, colui che ha realizzato in tempo reale quanto stava per succedere in porto. “L’ho detto al comandante. Ci stavamo accostando troppo al molto Giano. Poi, all’improvviso, la nave non rispondeva più ai comandi, era fuori controllo. Abbiamo provato a fermarci ma è stato tutto inutile – ha detto -. Siamo andati a schiantarci contro la torre di controllo ed è stata la fine”. Chi ha la responsabilità? “Non mi sento in colpa. Adesso per me è il momento delle lacrime. Piango per i piloti e militari scomparsi, ma al contempo voglio capire cosa è accaduto, come questo disastro si sia potuto verificare”. Anfossi , che è indagato insieme al comandante per omicidio colposo plurimo, nella tragedia ha perso amici cari. “Giusto l’altra sera avevo cenato con Michele Robazza” ha detto riferendosi al pilota il cui nome è nell’elenco delle sette vittime accertate. Cosa è successo a bordo? “Non capisco, ma proprio perché voglio chiarezza fornirò ai magistrati e agli inquirenti la mia piena collaborazione”. “Non mi sento in colpa, non mi considero responsabile dell’accaduto”. “La Jolly Nero – racconta – stava procedendo a macchine indietro. Velocità 3 nodi. Abbiamo iniziato la manovra per virare, quindi motori spenti e andatura lenta, pronti ad azionare i propulsori per contrastare l’abbrivio”. Dal rimorchiatore di poppa – scrive il Secolo – il comandante Fabio Casarini assisteva ai movimenti del cargo, e ha avvisato che la Jolly era a 70 metri dal molo. “Sentita la comunicazione dal rimorchiatore – precisa Anfossi – ho comunicato col comandante e gli ho detto che ci stavamo avvicinando al molo Giano e che serviva innescare i comandi di ‘macchine avanti’. Una correzione, una procedura normale. Paoloni ha ripetuto le mie parole, ma la nave non rispondeva ai comandi, i motori non ripartivano. Ha provato una volta, poi un’altra, quindi ha comunicato il guasto. ‘Avaria, avaria’. Bisognava fermare la Jolly Nero, così abbiamo tentato di calare le ancore”. L’operazione richiede una trentina di secondi. La nave non si è fermata.