Confindustria: stop ripresa, in 3 anni produzione -17%

ROMA – La fase di recupero dopo la crisi economica in Italia ha ”frenato” dopo il primo semestre 2010. ”La produzione industriale italiana e’ quasi ferma ai livelli dell’estate 2010”, con un +0,1% di crescita media mensile da luglio 2010 a marzo 2011, ”e dista dal massimo precrisi (-26,1%) ancora molto, -17,5%”. Lo rileva il rapporto sugli scenari industriali del Centro Studi di Confindustria che sottolinea: ”Il Paese rimane ad alta vocazione industriale ma spicca per la flessione dell’attivita’ registrata nell’ultimo triennio (-17% cumulato), doppia o tripla di quelle delle maggiori concorrenti (peggio ha fatto solo la Spagna)”. I nostri imprenditori ”devono essere tre volte piu’ bravi degli altri” per sopravvivere ”in un contesto competitivo cosi’ carente”, e’ il commento del direttore del centro studi, Luca Paolazzi. “L’industria italiana – indicano gli economisti di Confindustria – è rimasta schiacciata tra recessione violenta e ripresa lenta”. Mentre “non pare esserci piena coscienza nel Paese del ruolo cruciale giocato dalle attività manifatturiere nel generare reddito e occupazione, nell’essere il principale motore della crescita dell’intera economia”. Con la crisi in Italia “l’attività industriale è diminuita relativamente di più rispetto a quanto osservato altrove, con l’unica eccezione del Giappone”. Dal picco massimo di aprile 2008 al minimo di marzo 2009 “la caduta è stata del 26,1%”. Poi, “anche durante la ripresa nel corso dell’ultimo biennio si é assistito ad un graduale scollamento della performance italiana rispetto a quella delle altre maggiori economie”. La fase di recupero, secondo il rapporto del centro studi di Confindustria, “avviata nel secondo trimestre del 2009 si è intensificata nel primo trimestre del 2010 e ha poi frenato in Italia, evidenziando una graduale divergenza che si è ampliata a partire dall’autunno del 2010”. Intanto, “la Germania ha colmato gran parte della caduta”, aveva perso poco meno dell’Italia (-23,5%) ed a marzo 2011 aveva ridotto la flessione al 4,2%, “grazie ad un tasso di crescita medio mensile annualizzato del 12,8% contro il 5,5% dell’Italia”.

SORPASSO INDIA-COREA SU QUOTA PRODUZIONE Per forza industriale ”L’Italia e’ scalata dalla quinta alla settima posizione, superata da India e Corea del Sud, avendo perduto 1,1 punti di quota”, rileva il Centro Studi di Confindustria. Che avverte: con una quota del 3,4% della produzione manifatturiera globale, l’Italia ”e’ ora a solo due incollature sopra il Brasile, che viaggia ad una velocita’ molto piu’ sostenuta”.

Il centro Studi di Confindustria sottolinea, con il rapporto sugli scenari industriali, “la scalata” dei Paesi emergenti per quota di produzione manifatturiera. L’Italia, che nel 2010 scivola dal quinto al settimo posto, resta il secondo Paese in Europa dopo la Germania (che resta al quarto posto ma, al 6%, perde 1,5 punti di quota) La Cina che “ha guadagnato 7,6 punti”, con una quota del 21,7% conquista la prima posizione (era seconda) scalzando gli Stati Uniti (15,6%). Con la crisi, “tre soli paesi avanzati sono riusciti a reggere allo scossone: Giappone, che ha conservato la terza posizione e ha addirittura migliorato la quota al 9,1%; Corea del Sud, che ha scavalcato l’Italia e si è portata al sesto posto ma con una quota calante dal 3,9% al 3,5%, e Australia, diciottesima, più tre scalini all’1%”. “Solo il tempo”, indicano gli economisti di Confindustria, ci dirà quali effetti avrà il terremoto di marzo 2011 sulle produzioni in Giappone. L’India ora incalza la Germania, forte di “una veloce espansione economica”. Confindustria evidenza anche le “rilevanti” perdite di quota di Stati Uniti (-2,6 punti), Francia (-0,9), Regno Unito (1,0), Spagna (-0,7), Canada (-0,5). Mentre “tiene l’Olanda (-0,1)”. E “nel complesso l’Ue-15 scende dal 27,6% al 21,2% (-6,4 punti)”.

FORZA INDUSTRIALE,PRIMA LECCO ULTIMA AGRIGENTO – Per “forza industriale” quella di Lecco è la prima provincia italiana, sessantunesima in Europa. Seguita da Modena (64/ma posizione in Europa), Vicenza (67), Bergamo (68). La provincia di Milano è sedicesima in Italia, 203/ma in Europa. Roma ottantaduesima, 941/ma in Europa). All’ultimo posto la provincia di Agrigento, che in Europa ha la 1.223/ma posizione. Lo calcola il centro studi di Confindustria comparando il valore aggiunto industriale pro capite. La vocazione industriale dell’area di Wolfsburg in Germania, prima nella classifica europea, è dieci volte più alta della media europea e 46 volte più di Agrigento, dove è solo un quinto della media Ue. Lecco è 2,3 volte sopra la media europea. Mentre “nessuna provincia meridionale sta sopra la media tranne Chieti e Teramo”. Sotto la media anche “sette province del Nord tra cui tutte le liguri”.