Dalla: E’ il giorno dell’addio, funerali il pomeriggio

E’ iniziato sulle note di ‘4 marzo 1943’ il giorno dei funerali di Lucio Dalla. La canzone autobiografica dell’artista che oggi avrebbe compiuto 69 anni, risuona dagli altoparlanti di piazza Maggiore, dove alle 7 in punto è stata riaperta la camera ardente allestita nel cortile di Palazzo d’Accursio. Dietro le transenne, con il passare dei minuti, si sta facendo sempre più intenso il flusso delle persone che ieri hanno atteso in fila fino all’1,30 di notte per dare l’ultimo saluto al loro cantante, morto d’infarto giovedì scorso mentre era in tournee in Svizzera. La camera ardente resterà aperta fino alle 13.30, quando il feretro sarà poi trasferito per i funerali – in programma alle 14.30 – nella vicina basilica di San Petronio. Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha proclamato una giornata di lutto cittadino e ci sarà il suono della campana dell’Arengo durante il trasferimento della salma. In previsione dello straordinario afflusso di persone in piazza Maggiore, la piazza ‘grande’ celebrata da Dalla, l’amministrazione comunale ha deciso di chiudere le zone limitrofe al traffico dalle 13 alle 17.

Bandiera a mezz’asta nel giorno del lutto cittadino proclamato dal Comune di Bologna per l’ultimo saluto a Lucio Dalla. Nel cortile d’onore di Palazzo d’Accursio non si ferma la processione delle persone che rendono omaggio al cantante: tra loro anche i ciclisti della domenica, con bicicletta alla mano e persone a passeggio con il cane, molti in lacrime per l’artista che ha cantato Bologna nel mondo. In concomitanza con il trasferimento del feretro nella vicina Basilica di San Petronio, dove alle 14,30 sono in programma i funerali, la campana dell’Arengo – uno dei simboli del capoluogo emiliano – suonerà a lutto.

Resta ancora aperta la camera ardente di Lucio Dalla. Il Comune di Bologna, che in un primo momento aveva comunicato l’intenzione di chiudere alle 24 il portone di Palazzo d’Accursio, ha deciso di consentire alle centinaia di persone che ancora affollano piazza Maggiore di dare l’ultimo saluto all’artista bolognese ucciso da un infarto giovedì scorso mentre era in tournee in Svizzera. In serata sono state almeno dieci mila le persone che hanno fatto la fila per rendere omaggio al feretro. Salgono così a 40 mila le persone che hanno preso parte alla camera ardente. Gente comune e personaggi famosi, tra cui Renato Zero, l’ultimo in ordine cronologico ad avere varcato dopo le 23 la soglia del cortile del palazzo comunale. Renato Zero si è fermato per alcuni minuti davanti al feretro, in silenzio, con una mano appoggiata alla bara, e si è poi intrattenuto per alcuni minuti con l’entourage di Lucio Dalla.

Dopo essersi intrattenuto con gli amici e i parenti di Dalla, Zero è tornato davanti al feretro del cantautore bolognese. Lì è stato raggiunto da Ron, Luca Carboni, Samuele Bersani, Jovanotti e Carone, colleghi e amici di una vita di Dalla, mentre continua a sfilare la gente comune.

(di Gianluca Angelini) BOLOGNA – Il sole che inonda Bologna come nella più luminosa delle giornate di primavera. E la sua musica – leggera e fluttuante – a squarciare il silenzio dell’ultimo, commosso, saluto. Quella Piazza Maggiore che, ormai ovunque, tutti conoscono come ‘Piazza Grande’, ieri era davvero solo per lui, Lucio, il figlio prediletto di una città e di una nazione accorse a tributargli l’omaggio più dolce e sentito.

In quel centro in cui, cantava, “non si perde neanche un bambino”, oltre 30.000 persone, giunte un po’ da tutta l’Italia, si sono ritrovate per sfilare davanti al feretro di Lucio Dalla – adagiato nel cortile di Palazzo d’Accursio con un’interpretazione dell”Ultima Cenà del fotografo-artista Stefano Cantaroni, a fare da sfondo – regalandogli un pensiero, una lacrima, un sorriso. Tante, tantissime persone.

Un fiume, in fila sin dal mattino – ben prima dell’apertura della camera ardente poco prima delle 10 – che si è ingrossato con il passare delle ore, fino a fagocitare, ordinato in una decina abbondante di file, l’intera piazza davanti San Petronio, la basilica in cui oggi, proprio nel giorno del 69/o compleanno del cantante, si terranno i suoi funerali. Un fiume lento, quieto, fatto di giovani e tanti anziani; di famiglie con un bimbo nel passeggino e volti noti dello spettacolo e della politica; dell’esuberanza sportiva dei cestisti della Virtus e dei calciatori del Bologna, le squadre più amate allo stadio e al palazzetto.

Generazioni e provenienze che si mischiano in un grande, affettuoso abbraccio. “Veniamo da Prato – spiegano padre e figlio – non potevamo non venire: Dalla ci ha migliorato la vita con le sue canzoni. E’ stato un piccolo grande uomo che ha lasciato una traccia importante con tutte le sue canzoni: colte, spiritose, intelligenti, mai banali. Era doveroso venire qui”. Doveroso anche per chi lo ha avuto come ‘amico della porta accanto’ o chi, più poeticamente, come il ponte verso un’Italia amata e lontana. “Sono nata a Losanna – racconta una donna accompagnata dalla figlia nel cortile di Palazzo D’Accursio -: i miei genitori erano emigranti. La sua musica mi è sempre piaciuta sin da quando ero ragazzina. A me piaceva la sua musica ma per la mia famiglia e i miei genitori era un legame con l’Italia”. Legame, forte, che Dalla ha sempre saputo mantenere con gli amanti della musica e, immancabilmente, con la sua città. “Sono venuto a salutarlo – racconta un’anziana dai candidi capelli – era troppo umile, troppo buono: un bravo ‘bulgneis’. Io non sono giovane – aggiunge – ma le sue canzoni mi piacevano molto. Dalla rappresenta Bologna ed era una persona di buon animo: un amico”.

E nel ‘pellegrinaggio’ laico davanti al feretro del cantante – accompagnato da un applauso dolce ogni volta che in Piazza Maggiore è risuonata ‘Caruso’ – tanti i volti noti dello spettacolo e della politica. Dall’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, al ministro del Turismo, Piero Gnudi, fino al leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, a Bobo Craxi, all’ex sindaco felsineo, Giorgio Guazzaloca e all’attuale primo cittadino, Virginio Merola. A salutare Dalla, ancora, il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, l’ex rettore dell’Alma Mater Fabio Roversi Monaco e il rettore Ivano Dionigi, l’attrice Isabella Ferrari e i giornalisti Corrado Augias, Marco Travaglio e Milena Gabanelli, oltre alla vedova di Luciano Pavarotti, Nicoletta Mantovani, al produttore televisivo Bibi Ballandi e a un nutrito gruppo di cantanti. Da Biagio Antonacci a Samuele Bersani, da Marco Masini a Andrea Mingardi e Caterina Caselli, da Luca Carboni a Pierdavide Carone, oltre agli amici di sempre, Ron e Gianni Morandi.

Con la sua morte “Lucio ci ha fatto un brutto scherzo. Lui ne faceva tanti, ma questo era veramente inaspettato”, ha scosso la testa Morandi, cui si sono aggiunti i figli Marianna e Marco. “Quel che ha lasciato in eredità – ha ricordato dolcemente Ron – è la sua leggerezza nel prendere la vita ma anche la morte. Se ne è andato come un fringuello”. Leggero nel cielo della sua Piazza Grande.