Dopo Fornero a cimitero, Grillo mette Monti nella bara

ROMA – Dopo la Fornero al cimitero, Beppe Grillo raddoppia ed ‘infila’ Mario Monti nella bara. Non si è affatto chiuso il caso Diliberto, che il comico genovese e leader di Cinquestelle, oggi sfrutta l’onda lunga delle proteste macabre contro la riforma del lavoro e mette sul suo blog un fotomontaggio shock che ritrae il premier che apre – o chiude – dall’interno una curiosa bara a forma di automobile con sopra scritto ‘articolo 18’. Un’immagine dura che, come se non bastasse, Grillo accoppia al non meno macabro appellativo di ‘rigor Montis’ che da tempo ha affibbiato al premier. Immediata la reazione, per nulla divertita, di Pier Ferdinando Casini: “Monti in una bara nel blog di Beppe Grillo rende l’idea della violenza morale e politica di alcuni: gli avversari sono nemici da abbattere. Vergogna!”. “Grillo è un caso umano”, gli fa eco il capogruppo dei senatori Pdl Maurizio Gasparri. Di senso opposto l’intervento di Di Pietro che sottolinea come “il paese vada male non per la satira di Grillo ma per gli interventi di Monti”. Il tutto avviene mentre non si placano le polemiche su Oliviero Diliberto “beccato” dalle telecamere mentre parla a lungo con la signora dalla maglietta incriminata a causa della scritta non proprio beneaugurante per il ministro del Lavoro: “la Fornero al cimitero”.

Non solo una foto quindi, ma un bel video che lo ritrae mentre parla direttamente proprio con la signora della t-shirt incriminata. Umorismo nero, critica politica estrema o semplice e pericoloso cattivo gusto? Difficile rispondere o capire se si è aperto un nuovo filone cimiteriale. Quel che è certo che al popolo del web – al contrario di quello della politica – tutto ciò piace. Diliberto – ma soprattutto le sue scuse “non ho visto la maglietta” – impazzano sul web dove si scatena l’ironia. L’hashtag #scuseallaDiliberto scala la vetta e registra l’ironia ed il sarcasmo degli utenti. Chissà se la provocazione di Grillo piacerà altrettanto al web ma le premesse sono incoraggianti: da Reggio Emilia un militante del Pdci posta un altro funereo fotomontaggio dallo slogan altrettanto forte: “cimitero Fornero – un lavoro “sicuro” per l’eternità”. Dominano la scena quattro bianche lapidi tutte dedicate alla riforma delle pensioni appena varata. “Rossi Carlo, esperto muratore – si legge in una di queste – cadde dall’impalcatura a 69 anni, due giorni prima di maturare la sua agognata pensione. 1950-2019”. A Nichi Vendola il gioco non è piaciuto: “invocare la morte di un avversario politico non è solo sgradevole, ma anche stupido”, aveva detto stamane. Ma il filone horror della giornata sembra averlo involontariamente ‘posseduto’ visto che in serata ha detto: sulla riforma del mercato del Lavoro “Monti non faccia la mummia” e gli voti contro.