India: liberato Colangelo, ‘ma Paolo è ancora lì’

(dell’inviato Maurizio Salvi) BHUBANESWAR – L’aveva progettata come una vacanza, magari un po’ piu’ avventurosa delle altre, ma niente di piu’. Mai avrebbe pensato Claudio Colangelo, 61 anni e fisico asciutto, che sarebbe finito vittima di un rapimento di oltre dieci giorni da parte dei maoisti dello Stato indiano dell’Orissa. Dieci giorni che ”per me – ha detto – valgono come dieci anni”. L’incubo di Colangelo e’ finito oggi con la sua liberazione, ma il suo compagno di viaggio, il piemontese Paolo Bosusco, resta nelle mani dei sequestratori. Ed e’ proprio sul secondo ostaggio italiano che ora si concentrano gli sforzi di Roma e New Delhi. Il rilascio di Colangelo, ha voluto sottolineare il comandante dei maoisti della zona, Sabyasachi Panda, ”e’ frutto di un nostro gesto di buona volonta”’. Ma per la liberazione di Bosusco, ha aggiunto, ”sara’ necessario che il governo accolga le nostre richieste”. Tutto era sembrato molto facile, ha raccontato Colangelo ai giornalisti che lo hanno incontrato in un hotel di Bhubaneswar al termine del lungo trasferimento via terra dal Dipartimento di Kandhamal, perche’ ”avevo preso contatto ed organizzato il viaggio con la ‘Orissa Adventurous Trekking’ di Bosusco a Puri via internet. I nostri occhi erano puntati nell’unica zona che il governo locale non aveva chiuso ai turisti”, al confine fra il Kandhamal ed il vicino distretto di Ganjam. In quell’area c’e’ la foresta di Saroda, considerata uno dei paradisi della biodiversita’ dell’India e, ha raccontato, ”in quella zona c’era un fiume dove avevamo appena fatto il bagno, e dove i maoisti arrivando mi hanno colto in mutande, perche’ mi ero appena lavato i pantaloni che avevo lasciato ad asciugare su una roccia”. Nonostante l’inaspettata situazione, ”ed un certo atteggiamento intimidatorio dei guerriglieri”, Colangelo dice di non avere mai avuto paura. ”Saro’ forse un incosciente, ma mi sono meravigliato pure io della mia risposta in una situazione che non avevo mai vissuto”. Peraltro i maoisti, ha assicurato, ”non sono mai stati violenti”. Questo ex dipendente di un’impresa petrolifera impegnato con una ong umanitaria nell’Amazzonia peruviana che assicura di ”non parlare volentieri di politica, una questione che considero oppiacea”, dice che ”a questi signori” non puo’ rimproverare nulla, ”a parte il fatto che si sono presi 10 giorni della mia vita, che valgono come 10 anni”. Colangelo ha chiarito anche di non essersi mai ammalato durante la permanenza nella selva ”dove faceva molto caldo”, anche se ”come Paolo, ho qualche chilo”. E’ stata invece la sua guida piemontese di 54 anni che ”ha avuto un attacco di malaria”. Ma ”subito i sequestratori gli hanno fatto un test e gli hanno dato i farmaci necessari per curarsi”. La telefonata alla moglie, alla figlia e alla ”famiglia allargata” di sorelle e fratelli e’ stato il primo gesto liberatorio dopo ”un’esperienza che non e’ andata nel senso previsto”. ”Adesso voglio tornare il piu’ presto possibile in Italia e partire in vacanza con mia moglie. E questa volta – ha assicurato – sara’ una gita molto piu’ prudente”. Accompagnato dal console generale Joel Mechiori che si e’ adoperato per accelerare il suo rilascio e che ora si rimbocchera’ le maniche per ottenere quello di Boscuso, Colangelo partira’ forse gia’ domani per New Delhi e quindi rientrera’ a Roma. Il suo rilascio e’ stato salutato da numerose manifestazioni di solidarieta’, fra cui quella del ‘chief minister’ dell’Orissa, Naveen Patnaik, che ha rivolto un immediato appello alla liberazione anche di Paolo Bosusco, che dal 2001 vive a Puri, trampolino di lancio per le zone tribali che rappresentano la sua passione. Tutto dipendenra’ ora dalla possibilita’ di riaprire un negoziato fra governo e delegati dei maoisti che era cominciato positivamente il 20 marzo ma che era stato sospeso a causa della decisione di un gruppo guerrigliero rivale di quello di Panda di sequestrare un deputato tribale del partito di governo.