Intercettazioni: passa l’udienza-filtro, Bongiorno si dimette

ROMA – Il Pdl insiste e, in Comitato dei Nove della commissione Giustizia della Camera, ‘incassa’ il ‘si’ a maggioranza della norma che vieta di pubblicare il contenuto delle intercettazioni fino al momento dell’udienza filtro. Con un obiettivo preciso: approvare il ddl entro la prossima settimana per farlo votare ‘in tempi rapidissimi’ al Senato. Il presidente della commissione Giulia Bongiorno si dimette da relatore per protesta. Mentre l’opposizione annuncia barricate. Unica ‘nota positiva’, come commenta Roberto Rao (Udc), e’ il ‘si’ bipartisan alla modifica dell”ammazza-blog’: avranno l’obbligo di rettifica entro le 48 ore solo i siti registrati. La polemica esplode anche per una proposta di modifica che porta la firma di Manlio Contento (Pdl) e che riceve il parere favorevole del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo. Questa punta a inserire nella norma che prevede il carcere da sei mesi a 3 anni per i cronisti (alla riforma dell’art.617 del ddl) anche le intercettazioni considerate ”irrilevanti”. Nel testo ora in Aula, si prevede che ci sia il carcere da 6 mesi a 3 anni per chi pubblica atti di cui e’ stata ordinata la distruzione o che dovevano essere espunti. Ora Contento precisa che in questa previsione ci deve rientrare anche chi pubblica gli ‘ascolti’ considerati irrilevanti. Secondo il deputato ”e’ solo una precisazione per far capire meglio il testo. Per l’ opposizione ”e’ un inserimento pericoloso che peggiora la situazione”. Il capogruppo del Pdl in commissione Enrico Costa, indicato come ‘nuovo’ relatore, definisce ”politica” la decisione della parlamentare finiana di dimettersi. E spiega che probabilmente ”lei l’ha fatto solo per rafforzare il suo ruolo di punto di riferimento per la giustizia all’interno del terzo polo”. Il presidente della commissione pero’ ribatte e parla di ”accordo violato”. Il testo, ora in Assemblea, ricorda, ”era gia’ il frutto di una mediazione raggiunta in due anni e mezzo di confronto. E io su questa versione del provvedimento avevo gia’ fatto la mia relazione”. Poi, aggiunge, basta che Berlusconi ”schiocchi le dita” per rimettere tutto in discussione. E cosi’ ”il testo viene stravolto” e a lei non resta che ”dimettersi”. Ora, assicura Rao, ”noi non potremmo che votare ‘no’ contro il black out per l’informazione”. L’approvazione della ‘norma-Costa’, infatti, spiega ancora la Bongiorno, comportera’ che di tutte le intercettazioni successive all’udienza filtro ”non se ne potra’ nemmeno dare notizia”. ”Se c’e’ un’ordinanza di custodia cautelare che puo’ arrivare anche dopo un anno di indagini e in questa ordinanza ci sono delle intercettazioni rilevanti, non solo non si potra’ pubblicare il testo – prosegue – ma proprio non si potra’ dare notizia del fatto storico di queste intercettazioni”. In piu’, incalza Donatella Ferranti (Pd), ”e’ assurdo vietare la pubblicazione delle intercettazioni contenute, ad esempio, nelle ordinanze di custodia cautelare perche’ in questi casi il Gip ha gia’ compiuto una selezione degli ‘ascolti’. Un altro ”piccolo passo indietro” il Pdl lo compie approvando l’emendamento secondo il quale il deposito delle intercettazioni puo’ essere fatto davanti al Gip e non davanti al Tribunale collegiale (come previsto nel testo ora all’esame dell’Aula). A quest’ultimo pero’ spettera’ sempre il compito di autorizzare gli ‘ascolti’ e di prorogarli. Ma almeno per il deposito e la convocazione dell’udienza filtro, bastera’ il Gip. Senza ricorrere ai tre giudici: una ‘composizione’ questa, ribadisce Rao, che ”creera’ non pochi problemi agli uffici giudiziari italiani e che volevamo venisse cancellata”. Le pregiudiziali di costituzionalita’ presentate dalle opposizioni intanto vengono bocciate. Con l’astensione del Terzo Polo. Se vogliono fare ”una legge seria per impedire gli abusi – avverte il leader Udc Pier Ferdinando Casini – c’e’ lo spazio”. Ma allo stato aggiunge, ”questa e’ l’aria che tira e tira molto forte”. ”Sono morte 4 donne e Moody’s ci declassa e noi – interviene il segretario Pd Pierluigi Bersani – parliamo di intercettazioni. Questo e’ un governo che pensa solo agli affari suoi”.