L’ informazione va servita Libera

Oggi parlare di libera informazione  è come parlare del Sacro Graal al tempo di Re Artù. Un insieme di verità e leggenda che si intrecciano. La libera informazione quella senza filtri politici, ideologici, censure Tutti la vogliono, tutti la cercano, ma se qualcuno non trova la mappa per scoprire dove è nascosta si può correre anche il pericolo di non trovarla mai.
La società postmoderna in cui viviamo, a differenza di quelle precedenti, si caratterrizza per il maggior desiderio e anche per la maggior possibilità di partecipare ai processi decisionali e alla creazione dell’informazione. Soltanto una ventina di anni fa ciò non era neanche pensabile.
Un enorme potenziale, quindi,  in grado di distribuire in modo più equo il potere che  è sempre più connesso alla gestione e al controllo dei flussi informativi. Basta pensare al forte impatto che i telegiornali e le notizie da essi veicolate hanno nella nostra percezione della realtà quotidiana; persino l’individuo puù distaccato e critico sarà influenzato dal modo in cui le notizie vengono proposte in televisione.
Il giornalismo online e siti rivoluzionari come You Tube  hanno invece cambiato le carte in tavola: hanno reso la trasparenza possibile e la libertà di stampa e espressione una concreta realtà.
Si deve riconoscere, infatti, un contributo fondamentale al cambiamento attuale alla rivoluzione tecnologica e alla nascita del Web 2.0 che rispetto al web statico degli inizi permette una maggior dinamicità e anche possibilità di modifica e personalizzazione.
Le opportunità offerte dal Web sono un’ enorme ricchezza, possono rappresentare un percorso preferenziale per la Libera Informazione –  il sacro Graal della società contemporanea in continuo conflitto tra manipolazione e trasparenza – ma si tratta comunque di un percorso pieno di ostacoli e tranelli che possono facilmente distogliere l’attenzione dalla meta finale.
Il primo passo verso un sistema informativo che rispetti in primis se stesso e poi i cittadini a cui si rivolge consiste nell’assumere la consapevolezza che quando si veicolano informazioni la capacità di influenzare i pensieri e i comportamenti altrui è enorme, coloro che lavorano nel settore devono essere consapevoli dell’enorme potere e anche responsabilità con cui devono svolgere il loro lavoro. Certo fare il giornalista, il comunicatore pubblico, il politico non è la stessa cosa che  fare il medico chirurgo e operare tutti i giorni persone mettendone a rischio la vita, ma tutti questi soggetti operano comunque su una componente importante: la realtà.  
Oggi quindi che ci sono concessi determinati regali dal progresso tecnologico utilizziamoli per promuovere ciò che è libero, per conoscere e far conoscere e magari con il tempo anche i mezzi di comunicazione tradizionali più soggetti al controllo di organi politici si adegueranno.