Mps: Bersani, ‘Se ci attaccano li sbraniamo’

(di Giovanni Innamorati) – ier Luigi Bersani tenta di uscire dall’assedio cui è sottoposto il Pd sulla vicenda Mps, e chiede di dare agli attuali vertici della Banca i poteri commissariali, in modo da spezzare il legame incestuoso con la Fondazione e la città. In attesa che la proposta sia valutata dalle autorità di vigilanza (Bankitalia e Tesoro) continua la polemica del centrodestra verso il Pd, il governo uscente e Mario Monti. Silvio Berlusconi ha sottolineato l’esigenza di “salvare” l’Istituto e i clienti ed ha insistito sulla “incapacità” del Pd di governare. Il segretario del Pd non ci sta a finire sul banco degli imputati: se qualcuno ci attacca, ha detto, “li sbraniamo”. “E’ gente che ha avuto a che fare con il Credito cooperativo fiorentino, non si azzardi a aprire bocca”, ha aggiunto riferendosi alla Banca di Denis Verdini. Ma oltre a questo ruggito, Bersani ha lanciato una proposta precisa: “affidare poteri commissariali” al presidente della banca, Alessandro Profumo, e all’amministratore delegato, Fabrizio Viola. L’idea nasce dalla possibilità che Bankitalia ha (in base al Testo unico Bancario) di disporre la gestione commissariale, che sospende i poteri di Cda ed Assemblea, dove la Fondazione e quindi le Amministrazioni e il partito locale hanno la maggioranza. A quel punto Profumo e Viola avrebbero l’opportunità di aprire tutti i cassetti. Un modo, ha spiegato lo spesso Bersani di spezzare “gli intrecci locali”. Ma il Pd ha in subordine un’altra proposta che sarà lanciata martedì prossimo al ministro Vittorio Grilli durante l’audizione alla Camera: nel momento in cui il Tesoro concederà il prestito alla Banca, nomini alcuni suoi esponenti del Cda così da mettere in minoranza la Fondazione. “Vogliamo che esca tutto quello che deve uscire” ha detto Bersani ai suoi. A questo punto la palla passerebbe nel campo del governo e quindi di Monti, il quale ha oggi ribadito che i soldi dello Stato ad Mps sono comunque un prestito e che inoltre devono ancora essere concessi. Monti è stato poi attaccato dal Pd, da Nichi Vendola e da Rivoluzione civile per il fatto che nelle proprie liste, in TOscana, è candidato Alfredo Monaci, membro del Cda di Mps durante l’era Mussari e fino a venerdì scorso presidente di Mps immobiliare. “Non lo conoscevo” si è difeso Monti un po’ debolmente. Il centrodestra ha comunque continuato ad incalzare Pd e lo stesso Monti. “Bersani supera la soglia del ridicolo, piuttosto spieghi tutta la vicenda” ha detto Daniele Capezzone. L’operato del premier è difeso da Benedetto della Vedova, che ha ricordato a Lega e Pdl come sia stato il governo di Berlusconi e Tremonti a concedere un prestito di 2 miliardi a Mps. Il segretario del Pdl Angelino Alfano ha chiesto alla magistratura di fare chiarezza prima del voto, visto che alcuni giornali hanno scritto che la Procura di Siena vuole aspettare l’esito delle urne. Quanto ha Berlusconi ha evitato ancora la polemica “giustizialista” contro il Pd, sottolineando l’esigenza di “salvare prima la Banca” e i clienti: “le colpe verranno accertate dopo”. Poi però la stoccata: “se non è in grado di gestire una banca, non è in grado di governare un Paese”.