Scontro Berlusconi-Fini su Colle e poteri premier

“Cambiare i poteri di Giorgio Napolitano e attribuirne di maggiori a Silvio Berlusconi”. E’ così che il Pd sdegnato ‘traduce’ la nuova riforma annunciata dal Cavaliere: Più poteri al premier, meno al Colle’. Fulmineo ribatte Gianfranco Fini, Presidente della Camera, nell’ennesimo capitolo del suo eterno scontro con Berlusconi: “Attaccare il Capo dello Stato è da immaturi. Bisogna tenere al di sopra della mischia le figure istituzionali”. Ma Berlusconi, dalla campagna elettorale in Calabria, getta il fiammifero nella paglia: “Bisogna cambiare i poteri del presidente della Repubblica e come in tutti i governi occidentali dare più potere al presidente del Consiglio e al governo”. E fa sapere di voler stringere sui tempi:”Questa riforma è indispensabile, la presenteremo presto in Cdm”. Il premier, per la verità, dice anche altro: che “i leader della sinistra si lavano poco” e che “i magistrati sono la malattia della democrazia”. Ma è sul nuovo assetto istituzionale annunciato dal Cavaliere che l’opposizione si scatena. “Più poteri a lui, meno al Colle, riforma della Corte Costituzionale. Vi ricorda niente? Purtroppo a me sì”, reagisce il presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro.

“Più poteri al premier solo se è lui – rilancia Michele Ventura, vicepresidente dei deputati Pd – Berlusconi va alla guerra, evidentemente ha qualche dubbio sulla sua tenuta alle amministrative e ogni giorno ne dice una più grossa”. “Più che riforme quelle annunciate dal premier sono minacce”, si mette in linea l’Idv. Il Quirinale invece non commenta, uso a non entrare in questioni tipiche da campagna elettorale. Si può immaginare però la sorpresa del Capo dello Stato e certo è che, sempre più spesso negli ultimi tempi, il Colle ha ricordato che riforme di questo tipo vanno condivise, discusse in Parlamento, guardando all’equilibrio complessivo dei poteri. Un po’ quello che ribadisce anche da Napoli Gianfranco Fini: “Temo sia difficile che in questa legislatura si facciano le riforme costituzionali. Anche quelle annunciate con enfasi dal governo non credo che andranno in porto”. Berlusconi non si illuda. E comunque, sottolinea il leader Fli “é sempre necessario coinvolgere l’opposizione”.

Da non trascurare poi che, appena ieri, proprio Fini aveva pronosticato “Berlusconi al Quirinale non ci andrà mai”, largheggiando invece oggi in elogi ed espressioni di gratitudine all’indirizzo del Capo dello Stato, nell’anniversario della sua elezione, per il rigore “prezioso servizio al Paese a salvaguardia di democrazia e libertà”. E anche il leader Pd, Pier Luigi Bersani, esclude oggi un approdo al Colle per Berlusconi, “ormai al tramonto”, ed esalta le doti di Giorgio Napolitano “indispensabile riferimento per il Paese”. Reazioni che il Cavaliere, secondo quanto si apprende, commenta con sorpresa spiegando ai suoi fedelissimi di non aver mai voluto attaccare Giorgio Napolitano ma di aver solo fatto un ragionamento su quelle che dovrebbero essere le linee della riforma costituzionale.

Di Milena Di Mauro