Solo pensieri…da condividere

Ho molte volte sentito parlare degli effetti che aveva avuto la guerra sulla vita normale delle persone, della fame e dei problemi legati alle condizioni di salute.

Ma questo è l’anno 2020, non avrei mai immaginato di vivere durante la mia esistenza un’epidemia.

Mi chiedo: ma come è stato possibile arrivare a tutto ciò?

Mi viene in mente la peste del Seicento a Milano e i racconti del Manzoni con intrecci di personaggi e vicende umane; ma questo non è un racconto.

Fino a poche settimane fa, vedendo le immagini di Wuhan, mi dicevo: mi dispiace ma qui stiamo tranquilli.

Ed ecco che in un giorno normale scoppia la bomba; un giovane del Nord è positivo al covid 19; e poi un altro caso e poi un altro ancora.

E’ arrivato il mostro a casa nostra; paesi blindati, ospedali strapieni, paura e incredulità.

Passano davanti ai nostri occhi scene che mai e poi mai potremo dimenticare: camion militari pieni di persone che il mostro ha strappato via, fosse comuni in piena New York pieni di corpi senza nomi.

Tutto ciò è scioccante, è assurdo, è tremendo.

Ma cosa sta succedendo? La realtà ha davvero superato l’immaginazione e l’orrore e lo spavento si fa sempre più forte ed insistente; ci sveglia la notte e ci tormenta di giorno.

E poi dobbiamo fare i conti con la nostra quotidianità; non si esce praticamente quasi più.

Per sentirci vicini facciamo qualche video chiamata almeno ci vediamo anche se siamo distanti da genitori, dagli amici più cari.

Alcuni giorni ci dicono che la situazione sta migliorando e ci mostrano continuamente un grafico che va giù e poi inevitabilmente torna su, ma il dato che aspettiamo è sempre quello più triste.

E allora pensiamo all’estate che sta arrivando, al mare, alle vacanze; ci dicono che non sarà un’estate normale.

Questo in effetti, lo avevamo già capito, indosseremo abiti leggeri ma il nostro sorriso sarà celato dietro a una mascherina che ci rende tristi.

E poi c’è il lavoro, l’economia.

Ma dopo questa situazione cosa faremo: abbiamo veramente un piano? Sembra che non si parli altro che di bonus e aiuti.

Siamo diventati il Paese dei sussudi, in certe zone d’Italia il lavoro è sparito.

Le industrie, dopo anni di sfruttamento del territorio hanno chiuso i battenti; alcune dicono che si sono riconvertite ma intanto hanno lasciato senza reddito centinaia di famiglie, hanno massacrato il mercato che intorno a loro si era sviluppato.

I campi si sono svuotati e improvvisamente sulle nostre tavole al posto dei nostri ortaggi e delle nostre primizie sono arrivati prodotti stranieri.

Parliamo spesso di migrazione economica di molti paesi stranieri; ma infetti è la stessa cosa che avviene al Mezzogiorno.

E gli artigiani e i piccoli commercianti? Ma dove sono andati a finire? Serrande abbassate e vetrine impolverate. Cartelli di affitto appesi praticamente ovunque, su case, negozi.

Compriamo su internet praticamente qualunque cosa; ci hanno indotto, e un pò lo abbiamo fatto anche di nostra volontà, a cambiare le nostre abitudini ed ecco che prima facevamo un giro nei negozi, due chiacchiere con la commessa e intanto incontravamo qualcuno che conosciamo e adesso?

Tutti i giorni o quasi leggiamo che dovremo abituarci a convivere con il virus ma mi chiedo: è possibile?

Come pensiamo di far uscire i nostri figli e stare tranquilli? Quando potremo toglierci guanti e mascherine e tornare a stringerci la mano?

Quanti interrogativi agitano la nostra mente in questi giorni vuoti che hanno congelato le nostre vite; chissà come ne usciremo e come saremo diventati quando tutto questo sarà passato, se passerà…