Spread alle stelle, Milano e Madrid ko

(di Andrea D’Ortenzio) – La tempesta dei mercati colpisce duro la Spagna e l’Italia. Gli spread dei titoli dei due Paesi con il Bund tedesco schizzano alle stelle, a quota 500 e 610 punti, rendendo insostenibili i costi di finanziamento mentre le Borse lasciano sul terreno il 4 e il 5,8%. Nella giornata in cui l’Eurogruppo dà il via libera agli aiuti fino a 100 miliardi di euro per le banche spagnole (in cambio di precise condizioni e il controllo di Commissione, Bce ed Eba con l’assistenza tecnica dell’Fmi), a innescare i mercati già inquieti è la richiesta di salvataggio allo Stato dalla regione di Valencia, giunta poco prima di pranzo, che ha aumentato i dubbi sulle tenuta del Paese iberico. Lo spread spagnolo balza subito a ridosso dei 600 punti per toccare poi quota 612 trascinando con sé quello italiano che, attorno alle 14.30, arriva alla soglia fatidica dei 500 punti, che non vedeva da gennaio, con rendimenti rispettivamente oltre il 7,2 e il 6,1%. Un livello insostenibile per due Paesi in recessione. “Il contagio è in corso, e non da oggi”, ammonisce il premier Mario Monti in quei minuti. Il professore attribuisce l’aumento degli spread “all’insufficiente governance dell’eurozona” e le decisioni del vertice Ue in attesa di ratifica, oltre che “all’incertezza del quadro politico, avvicinandosi il termine di un’esperienza nota mentre il futuro é ignoto”.

La pressione dei mercati avvita nel frattempo verso il basso le borse di Madrid e Milano, con effetti negativi anche sui listini europei alle prese anche con scadenze tecniche e i cambi. Non aiuta nemmeno la decisione della Bce di non accettare più, “per ora”, titoli di Stato greci come collaterale. A quel punto poco serve il comunicato dell’eurogruppo sul via libera agli aiuti per le banche e le rassicurazioni del governo spagnolo che si tratta solo di fornire liquidità. Di fatto Valencia, la prima regione a richiedere il sostegno allo stato centrale, dovrà sottostare alle condizioni del governo di Madrid per un aiuto di liquidità che alcune stime indicano in 3 miliardi di euro sul fondo da 18 miliardi creato di recente. La regione ha visto tre delle sue banche locali nazionalizzate (Bancaja, Cam e Banco de Valencia), la caduta del settore delle costruzioni e diversi scandali, oltre che pagamenti in ritardo per 4 miliardi di euro, e ora ha chiesto aiuto non riuscendo a pagare le scadenze del debito. La Spagna, che ha varato pesanti misure di risanamento, dovrà però far fronte a un 2012 e 2013 in recessione, con una crescita delle spese per interessi del 9% e il debito aumenterà. Se dovessero arrivare richieste di aiuti dalle altre regioni i fondi potrebbero non essere sufficienti. Madrid dovrà poi a sua volta essere vigilato dai partner europei e dalla Bce nel risanamento del comparto finanziario, con un calendario preciso che vede una revisione dei conti delle banche a settembre, piani di risanamento a ottobre oltre che un aumento del capitale per tutto il settore e una profonda riforma del comparto. I fondi saranno disponibili da luglio 2012 (la prima tranche è di 30 miliardi) fino al 2013 ma se la Spagna vorrà usarli per un altro fine, come l’acquisto dei titoli di Stato, dovrà richiederlo per iscritto e negoziare un nuovo memorandum. Bruxelles non mollerà la presa poi sul rispetto degli obiettivi di deficit, prolungati di un anno al 2014. In serata arriva il testo di un’intervista del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble, a Le Figaro: “L’Italia non avrà problemi. L’Italia prende oggi le buone decisioni, che erano state respinte dal governo di Silvio Berlusconi. Mario Monti è una chance per l’Italia e per l’Europa”.