Spread in lieve calo, a 479 punti. Borse europee in rialzo

Spread Btp-Bund in lieve calo in avvio di giornata sui mercati obbligazionari europei, a quota 479,1, rispetto ai 482 punti base della chiusura di ieri. Il rendimento dei decennali italiani è al 5,991%.
Avvio in rialzo per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib ha iniziato le contrattazioni in progresso dello 0,43% a 13.653 punti mentre il Ftse All share dello 0,41% a 14.712 punti. Avvio di seduta in rialzo per la Borsa di Parigi. L’indice Cac 40 sale dello 0,41% a 3.248,51 punti. Apre in progresso dello 0,38% la Borsa di Francoforte. L’indice Dax sale a 6.709,49 punti. Apertura debole alla Borsa di Londra. L’indice Ftse-100 segna +0,12% a 5.692,23 punti.

ASIA BRILLANTE CON DATI USA E ATTESE PER MOSSE CINA – L’attesa per politiche espansive da parte della Cina e i buoni dati di ieri sul mercato immobiliare Usa spingono le borse asiatiche, che mettono a segno la miglior seduta delle ultime tre settimane, trainate dai listini di Sydney (+2%), Hong Kong (+1,6%) e Seul (+1,5%). Meno effervescente Tokyo, che ha limitato i guadagni allo 0,8%. L’indice Hong Seng China Enterprises, che sintetizza l’andamento delle società cinesi quotate a Hong Kong, balza del 2,4% sulle attese per un allentamento da parte del governo di Pechino dei requisiti patrimoniali delle banche, allo scopo di contrastare il rallentamento della crescita del colosso asiatico. China Construction Bank è salita del 2,7% e Bank of Communications del 3,5%. I mercati hanno guardato ai segnali confortanti arrivati ieri dagli Stati Uniti dove la costruzione di nuove case è salita a giugno del 6,9%, ben oltre le attese degli analisti. Il ritorno del petrolio sopra i 90 dollari al barile ha poi alimentato la corsa dei titoli del settore, con Bhp Billiton e Cnooc in crescita del 2,5%. Di seguito gli indici dei titoli guida delle principali borse dell’area dell’Asia-Pacifico: – Tokyo +0,79% – Hong Kong +1,62% (in corso) – Shanghai +0,95% (in corso) – Taiwan +1,41% – Seul +1,56% – Sydney +2,02% (in corso) – Mumbai +0,55% (in corso) – Singapore +0,31% (in corso) – Bangkok -0,40% – Giakarta -0,07% (in corso).

ALLARME DELL’FMI: L’EURO È A RISCHIO
di Andrea D’Ortenzio

L’Italia deve “tagliare la spesa per diminuire le tasse e distribuire in maniera migliore il peso della correzione dei conti”, oltre che “aiutare la crescita”. Il fondo monetario internazionale sprona il nostro Paese ad andare avanti nelle riforme e mettere ordine nel comparto bancario, che deve anche fare pulizia nei bilanci e rafforzarsi. La nuova occasione per gli esperti di Washington di stimolare il nostro Paese arriva nell’art IV sulla zona euro, la quale attraversa “una fase critica” aumentando “i dubbi sulla stessa tenuta” della moneta unica. I mercati “finanziari restano sotto pressione”, avvisa l’Fmi in una giornata in cui le Borse comunque chiudono tutte in positivo, sebbene lo spread rimanga sempre elevato sopra i 480 punti. Non aiutano le dichiarazioni della Merkel, secondo cui “non è certo” che il progetto europeo funzionerà, e quindi “dobbiamo continuare a lavorarci”.

Per questo, anche se le decisioni adottate dal vertice Ue come la supervisione unica bancaria e le riforme dei Paesi siano giuste, ci si deve muovere verso una Unione più completa e occorre varare “misure per la crescita immediata”. Il fondo ribadisce, come già fatto nelle scorse settimane, che a muoversi per prima debba essere la Bce tagliando ulteriormente i tassi, realizzando un quantitative easing e immettendo nuova liquidità alle banche oltre che acquistare i titoli di Stato. Tutte ricette viste come la peste da alcuni Paesi rigoristi, Germania in testa. Fra i provvedimenti necessari subito vi è l’uso flessibile del fondo Esm che deve poter ricapitalizzare direttamente le banche deboli, altra questione delicata in Europa. Un tema su cui, ricorda il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, l’Italia si è battuta in sede europea, anche se, assicura il titolare di Via XX Settembre, non ci sono problemi sul fatto che il fondo non sia operativo ad agosto, perché ancora non ratificato o in attesa delle decisioni dell’alta corte tedesca.

L’Italia infatti non prevede aste di titoli di Stato nel mese che si prospetta il più caldo dell’anno, e non solo dal punto di vista climatico. Malgrado i Paesi della zona euro impegnati nelle correzioni di bilancio abbiano poco spazio di manovra, secondo il Fondo, occorre comunque non deprimere troppo l’economia. La disoccupazione della zona euro rimarrà alta, anche se con diseguaglianze fra i Paesi enormi come il 5,5% della Germania e il 24% della Spagna. A molti paesi, fra cui l’Italia, non basteranno i prossimi 4 anni per tornare ai livelli di disoccupazione pre-crisi, data una crescita troppo debole. Ma alla fine del rapporto il Fondo mette nero su bianco una serie di raccomandazioni per i Paesi più a rischio. Per l’Italia, appunto, si tratta di “tagliare la spesa per diminuire le tasse e distribuire in maniera migliore il peso della correzione dei conti”, oltre che “aiutare la crescita”. Va costituito un “surplus strutturale dell’1% del Pil, come ancoraggio alle nuove regole di bilancio dovrebbero essere inseriti tagli di spesa nel medio termine allo scopo di rendere inattaccabili i miglioramenti nei conti”.