Tarantini a Roma dai pm Lavitola? un falso amico

ROMA – Ha respinto tutte le accuse, mostrandosi sereno. E poi è sbottato: “Valter Lavitola? Un falso amico che si è tenuto i soldi destinati a me”. E’ questo uno dei passi dell’interrogatorio fiume al quale è stato sottoposto ieri pomeriggio Giampaolo Tarantini, alla Procura di Roma, nel quadro degli accertamenti sulla presunta estorsione ai danni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Nel corso del lungo atto istruttorio, il cui verbale è stato secretato dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti e dal sostituto Simona Marazza, sono state ascoltate numerose intercettazioni telefoniche, al fine di chiarire alcuni aspetti della vicenda.

Tarantini, tuttavia, ha ribadito quanto già affermato in passato, ossia che quei 500.000 euro (al centro dell’inchiesta della Procura di Roma) gli erano stati destinati per consentirgli di riprendere la sua attività di imprenditore. Nessuna estorsione – ha sottolineato l’indagato, secondo quanto si è appreso – e nessuna induzione a rendere falsa testimonianza (quest’ultima fattispecie al vaglio della Procura di Bari). Nei prossimi giorni i difensori di Tarantini presenteranno agli inquirenti una memoria nella quale verrà sollecitata l’archiviazione del procedimento.

“Tarantini – ha detto uno dei suoi difensori, l’avvocato Ivan Filippelli – dice la verità senza alcun indugio, come ha sempre fatto”. L’interrogatorio di ieri è durato otto ore, fino a tarda sera. Tarantini è stato ascoltato in qualità di indagato per la presunta estorsione ai danni del premier, legata alle dazioni di denaro da parte di quest’ultimo. Al termine dell’interrogatorio-fiume l’avvocato Alessandro Diddi, uno dei legali di Tarantini ha detto “Siamo soddisfatti, stanchi ma soddisfatti”.

Mentre il collega Ivan Filippelli si é limitato ad aggiungere che “Tarantini è sereno, come sempre”. Nel verbale dell’interrogatorio, ieri secretato, c’é, quindi, la versione dell’imprenditore che ha ricevuto, nel giro di due anni, circa un milione di euro dal premier, anche con l’intermediazione dell’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola. L’inchiesta della procura di Roma, che vede indagati, oltre a Tarantini e Lavitola, anche Angela Devenuto, moglie dell’ imprenditore e due collaboratori dello stesso Lavitola, proseguirà nei prossimi giorni con un’altra serie di accertamenti. Probabilmente saranno convocati a piazzale Clodio anche gli altri indagati, con l’eccezione dell’ex direttore dell’Avanti, tuttora latitante.

Al vaglio degli inquirenti di piazzale Clodio, poi, ci potrebbe essere anche l’eventualità di sentire lo stesso Berlusconi malgrado abbia, tramite il suo legale Nicolò Ghedini, già illustrato la propria versione dei fatti in una memoria presentata una decina di giorni fa. L’inchiesta della procura di Roma verte su un arco di tempo che va dal marzo al luglio di quest’anno. Ad investire gli inquirenti nel caso è stata la dichiarazione di incompetenza fatta dal gip di Napoli Amelia Primavera in sede di esame della posizione di Tarantini.

Gli accertamenti marciano parallelamente a quelli della procura di Bari, chiamata in causa dal tribunale del Riesame del capoluogo campano a proposito di un’ipotesi di induzione a rendere falsa testimonianza che risalirebbe al 2009. Se a Roma Tarantini è indagato per estorsione, nel procedimento avviato in Puglia riveste il ruolo di parte lesa con il solo Lavitola, per il momento iscritto nel registro degli indagati.