Terrorismo, in rete rabbia anarchica: ‘Non e’ finita’

“In questo momento l’Internazionale nera degli anarchici pratici è un dato di fatto” e, dunque, “non è finita” con gli arresti di ieri. La rabbia insurrezionalista esplode in rete con accuse alla “sbirraglia”, al pm di Perugia Manuela Comodi e, anche, con messaggi molto chiari per i compagni ancora liberi: “noi siamo l’infezione…e non c’è nessuna cura. Che il ruggito delle polveri squarci il silenzio della pace sociale. Il caos è alle porte”. Le perquisizioni e gli arresti dei presunti appartenenti alla Federazione anarchica informale hanno fatto scattare sui siti e blog di riferimento semplici comunicazioni ‘di servizio’ su dove sono detenuti i compagni, commenti e analisi su quanto avvenuto.

E accuse verso chi ha condotto l’indagine: il comandante del Ros Giampaolo Ganzer (ricordando la condanna in primo grado a 14 anni per presunte irregolarità nelle operazioni antidroga sotto copertura) e il pm Comodi, definita “boia” e rappresentata come un maiale in un manifesto in cui è scritto: “repressione, notorietà, libertà altrui?…i miei porci Comodi!” Molti dei commenti sono apparsi anche su ‘Culmine’, il blog riconducibile a due degli arrestati che lo stesso gip di Perugia definisce il “principale strumento di propaganda del cartello Fai, attraverso il quale vengono veicolati i principali comunicati di rivendicazione ed ideologici” e rappresenta, “allo stesso tempo, lo strumento di coordinamento dalle azioni attraverso la loro comunicazione”. Proprio ai compagni di ‘Culmine’ e ‘Parole Armate’ è rivolta la “lettera di solidarietà” di un nucleo di prigionieri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco greca, apparsa su diversi siti.

“Qualunque cosa succederà a causa dell’attacco della polizia italiana – scrivono – Culmine e Parole Armate rimarranno per sempre un luogo d’incontro di compagni e amici, una mappa non segnata dell’Internazionale Nera degli anarchici delle azioni”. “Nell’ultimo periodo – proseguono i militanti greci – una galassia anarchica internazionale si costruisce da individualità e gruppi autonomi che, sostenendo la Fai/Fri oppure no, attaccano il sistema attuale, comunicano le loro perplessità, condividono pensieri. Sono i compagni senza nome, gli amici senza volto, siamo tutti noi che abbiamo indossato il cappuccio e siamo diventati bombaroli contro i simboli del potere, rapinatori di banche, sabotatori della loro normalità, incendiari della pace sociale”. Nel comunicato i greci parlano dei due blog come di spazi dove “sboccia il dialogo dell’anarchia insurrezionale internazionale” perché “le parole riempiono le pagine come le pallottole scivolano nel caricatore di una pistola. Pronte e armate per dare loro battaglia…parole che diventano azioni e non hanno paura”. In rete anche un intervento di uno dei soggetti perquisiti ieri, che si firma ‘Tomo’ e sottolinea di aver rifiutato l’avvocato d’ufficio in quanto “non riconosco nessuna autorità, giudiziaria o meno”. “Nonostante tutti gli anni di galera sotto i quali possono seppellirci – scrive – l’incendio che portiamo dentro è ormai inarrestabile…si espande e incontro le fiamme degli affini di ogni dove, coloro che, in un mondo come questo, accettano un’unica posizione: quella dell’attacco”.

E di attacco parla anche Marco Camenish, quello che gli inquirenti ritengono l’ideologo del gruppo, da tempo in carcere in Svizzera e destinatario di una delle dieci ordinanze della procura di Perugia. In un documento di inizio giugno, infatti, scriveva: “Che i tempi non erano mai così maturi ed urgenti per organizzare la lotta internazionalista…come unica soluzione alla crisi del sistema dominante,…sono affermazioni più che ovvie e condivisibili” e lo conferma “il crescente consenso popolare per l’intervento rivoluzionario militante e armato” contro il nemico. “Affinchè – proseguiva – il fuoco e il sabotaggio rivoluzionario con ogni mezzo necessario, la voce della dinamite e delle Tokarev…li perseguiti senza tregua e sempre di più, nei loro covi, nelle strade ed ovunque, di giorno e di notte!”.