Tremonti spiato? De Gennaro, servizi ignari

ROMA – Tremonti spiato? I servizi segreti non hanno informazioni e non ne sanno nulla. Secondo quanto si apprende, il direttore del Dipartimento informazioni e sicurezza, Gianni De Gennaro, avrebbe risposto così ai membri del Copasir in relazione alla vicenda sollevata dallo stesso titolare dell’Economia nei giorni scorsi, quando ha rivelato di aver deciso di andare ad abitare in un’abitazione affittata da Milanese perché si sentiva “spiato, controllato e pedinato”

In ogni caso, avrebbe inoltre spiegato De Gennaro quando alcuni commissari hanno sollevato la questione posta dal ministro, i servizi non avrebbero titolo ad interessarsi della vicenda e nessuno li avrebbe contattati per occuparsene. Il direttore del Dis – sempre secondo quanto è stato possibile ricostruire – avrebbe anche sottolineato che sulla vicenda c’é in corso un’importante inchiesta della magistratura, cui spetterà il compito di accertare i fatti. Le parole del ministro dell’Economia saranno comunque nuovamente all’attenzione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica in una delle prime sedute di settembre: sarà infatti sentito il comandante generale della Guardia di Finanza, generale Nino Di Paolo – la cui audizione era stata calendarizzata da settimane – e sarà quella l’occasione per chiarire alcuni punti della vicenda.

di Francesco Tamburro

ROMA – La cartellina e’ stata aperta in mattinata. ”Atti relativi a” l’intestazione, che sottintende l’assenza, per il momento, di ipotesi di reato. Il caso sollevato dalle dichiarazioni del ministro dell’Economia Giulio Tremonti (”ho avuto la sensazione di essere spiato, controllato, pedinato”) approda ufficialmente a piazzale Clodio.

Il procuratore Giovanni Ferrara ha deciso di seguire personalmente il caso. Il fascicolo e’ ora costituito dagli articoli di stampa nei quali sono riportate le parole di Tremonti. Il primo passo degli accertamenti sara’ rappresentato dalla convocazione del titolare del dicastero di via XX settembre per spiegare il senso delle sue dichiarazioni fatte nei giorni scorsi, quando e’ intervenuto a proposito della sua presenza nella prestigiosa abitazione (200 metri quadri) di via del Campo Marzio, nel centro di Roma, affittata dall’ex braccio destro Marco Milanese e per la quale sarebbe stato pagato un affitto di 8.500 euro mensili. Non e’ invece programmata, secondo quanto trapelato in ambienti giudiziari, l’audizione degli uomini della scorta del ministro Tremonti. Il tutto ha preso spunto dal colloquio dell’esponente di governo con alcuni organi di informazione. ”Lo riconosco – ha dichiarato a proposito della sua presenza in quell’immobile – ho fatto una stupidata. E di questo mi rammarico e mi assumo tutte le responsabilita’. In quella casa non ci sono andato per banale leggerezza, il fatto e’ che prima ero in caserma, ma non mi sentivo piu’ tranquillo”. L’indomani Tremonti e’ tornato sull’argomento per sottolineare la ”profonda stima e fiducia nella scorta della Guardia di Finanza” che lo segue da tanti anni. Sentimenti – ha aggiunto – per la Guardia di Finanza ”a partire dal suo comandante generale”. Poi, in vista dell’imminente apertura di un fascicolo processuale da parte della procura di Roma, ha sottolineato: ”Tutto quanto a mia conoscenza l’ho rappresentato alcune settimane fa alla magistratura. Lo confermo. Il resto sono state ipotesi e forzature giornalistiche”. In malafede, per il ministro, e’ chi, a proposito della vicenda, ha parlato di ”evasione fiscale”. ”Questa accusa – sono state le sue parole – non la posso accettare. Sono in grado di dimostrare in modo tecnicamente indiscutibile l’assoluta regolarità del mio comportamento e del mio contributo alle spese di quell’affitto”.