Tremonti spiato? Procura apre fascicolo

ROMA – Messo all’angolo dalle inchieste e dalla pressione dei mercati internazionali, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, si rifugia nella sua Pavia e resta in silenzio. Per quasi tutto il giorno perche’ in serata sceglie di intervenire con una dichiarazione all’ANSA per sottolineare la totale fiducia nell’operato della Guardia di Finanza, della scorta e del suo comandante generale.

Anche oggi intorno al ministro e ai rapporti con il suo ex braccio destro Marco Milanese sono continuati gli attacchi dell’opposizione, e anche di parte della maggioranza, mentre il Corriere della Sera scrive una nuova puntata del botta e risposta con il ministro. In questo ‘baillamme’ di commenti, dichiarazioni, richieste Tremonti sceglie inizialmente il basso profilo salvo poi in serata decidere di intervenire per sottolineare la ”profonda stima e fiducia nella scorta della Guardia di Finanza che mi segue da moltissimi anni; gli stessi sentimenti per la Guardia di Finanza a partire dal suo comandante generale – spiega – Tutto quanto e’ a mia conoscenza l’ho rappresentato alcune settimane fa alla magistratura. Lo confermo. Il resto sono state ipotesi e forzature giornalistiche”.

Le parole di Tremonti arrivano all’indomani della sua ultima, per certi versi irrituale – visti i precedenti – apparizione a Uno Mattina di ieri, quando ha respinto ogni accusa spiegando di ”non aver bisogno di rubare agli italiani”. Dopo l’intervento negli studi Rai il titolare di via XX Settembre aveva deciso di lasciare il campo mentre infuriava il dibattito sulle sue risposte. Destinazione, con tutta probabilita’, Pavia, dove, come ha voluto specificare all’inizio di tutta la vicenda dell’ appartamento di Campo Marzio, ha la ”sua unica abitazione”: e da dove si prepara a nuove giornate di passione sui mercati, anche a causa dell’incertezza sul fronte del debito Usa. Ieri la Borsa di Milano ha limitato le perdite, ma le tensioni restano forti, con lo spread Btp-Bund che ha registrato ampie oscillazioni passando dai 325 ai 338 punti (per poi chiudere a 333), e rendendo piu’ costosa, anche se le stime sul reale ammontare dell’aumento divergono, la spesa per il servizio del debito pubblico.

Il weekend arriva dunque come una mano santa e gli attacchi della speculazione, almeno per un paio di giorni, non faranno male, ma ci sono quelli della politica che restano vivaci. Si riapre, infatti, lo scontro con il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, che, dopo le dichiarazioni sulla Gdf in seguito alle quali Tremonti aveva fatto ieri una telefonata ”riparatrice” al comandante generale Nino Di Paolo, oggi dice di aver fatto male a difendere il ministro dell’Economia. Ancora piu’ forte l’affondo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianfranco Micciche’, secondo cui con le parole dette ieri in tv Tremonti ”offende l’intelligenza degli italiani”. Si registra poi l’ormai quotidiano invito dell’Idv alle dimissioni.

A pesare anche le rivelazioni di alcuni giornali, secondo cui le giustificazioni del ministro sui motivi che lo portarono ad accogliere l’offerta di Milanese, e cioe’ anche il fatto di non sentirsi sicuro in caserma, non reggerebbero, visto che avrebbe lasciato la foresteria della Gdf gia’ nel 2004. C’e’ qualcosa, insomma, che il ministro ”ancora non ha detto”, come recita il titolo della controreplica dell’ambasciatore Sergio Romano, che giorni fa aveva invitato il ministro a chiarire: ”Quando diffida di un corpo dello Stato di cui e’ responsabile (la Gdf, ndr), il ministro – scrive oggi sul Corriere della Sera – dovrebbe promuovere una inchiesta, accertare i fatti, informare eventualmente la magistratura. Non lo deve soltanto a se stesso. Lo deve ai contribuenti e a una istituzione che ha bisogno, per operare, della fiducia del Paese”. E conclude, riportando gli esempi di Tony Blair, Nicolas Sarkozy e David Cameron: ”Un uomo politico non si giudica soltanto dai suoi programmi e dalle sue leggi. Si giudica anche dai suoi collaboratori”.