Utenti lavoratori e utenti studenti

Altro giro, altro regalo. Ho ripetuto l’esperienza di ieri: Torre Pellice – Torino con cambio a Pinerolo negli stessi orari e con le stesse modalità. Oggi è andata male, malissimo. Oggi il servizio era lento, in ritardo e poco riguardoso verso l’utenza.

Posso soprassedere: oggi le strade erano un specchio lucido di ghiaccio e neve non rimossa, quindi non intendo inveire contro il trasporto pubblico, perché oggi non ha senso farlo e perché oggi il mio critico pensiero è rivolto a ben altre figure incontrate in questo viaggio fatto di ritardi e slittamenti.

Pinerolo, ore 7:48. Il bus diretto delle 7:16 non è nemmeno all’orizzonte. Il treno è, come dice la voce informatrice, in “ritardo indefinito”… non ci sono mezzi che si dirigano verso Torino. La stazione è isolata dal resto del mondo. Sono sulla pensilina dalle 7:21 e con me molti altri, moltissimi anche da prima di me.  Osservo le persone che attendono: una buona percentuale sono pendolari, gli altri sono un misto di studenti delle scuole medie superiori (Li riconosci subito: auricolari, braghe della tuta col cavallo al ginocchio, piumino sempre troppo corto) e dell’università (la versione 2.0 dei primi, solo un po’ meglio vestiti).

I pendolari sono tesi come corde di violino, guardano l’ora ogni minuto, imprecano a bassa voce e cercano solidarietà nello sguardo dei compagni di sventura.

Gli studenti, a parte quelli che hanno un esame in facoltà, sono chiassosi e leggeri come fossero in gita scolastica.

Finalmente il primo pullman utile si palesa ai nostri occhi alle 07:56: tutti cercano di ottenere la posizione migliore per poter salire e guadagnare un sedile perché siamo tutti consapevoli che sui mezzi stradali viaggia solo chi è seduto, gli altri sono destinati a rimanere a terra.

Ed è su questo punto della vicenda che si srotolota la mia critica: ritengo che, in situazioni del genere, sarebbe buona norma dare la precedenza ai lavoratori a scapito degli studenti.

Lo so, sono davvero una brutta persona, ma chi lavora ha seriamente un orario da rispettare e mezzore che non gli vengono retribuite quando è in ritardo, mentre gli studenti, esami a parte ovviamente, per qualche ora di ritardo devono presentare semplicemente la giustificazione dei genitori, nessuna decurtazione di alcunché.

Ed invece gli studenti (sempre quelli chiassosi e leggeri di prima, ricordate?), sono i primi a buttarsi sugli altri, senza alcun riguardo, con lo zaino come scudo, pronti a colpire senza pietà per salire per primi.

Ma non voglio disquisire della loro maleducazione, se ne dice e se ne scrive già a sufficienza, vorrei solo porre l’accento su un concetto che ho maturato oggi mentre vedevo un pullman colmo di studenti che lasciava una pensilina colma lavoratori: chi produce il reddito del Paese oggi dovrebbe avere la precedenza su chi, potenzialmente, lo produrrà domani; i pendolari sono parte della attuale forza lavoro e dovrebbero essere trattati con un occhio di riguardo rispetto a chi può formarsi egregiamente anche tra 2 ore senza intoppi sul curriculum.