Via liberalizzazioni, ok a piano Cresci-Italia Cdm difficile, Monti: ‘Colpiti i poteri forti’

(di Federico Garimberti) ROMA – Dopo otto lunghe ore chiuso in Cdm, il governo di Mario Monti vara il decreto per la concorrenza e le liberalizzazioni. Una riunione non facile, raccontano diverse fonti, in cui non sono mancate discussioni e anche qualche piccola tensione. E nonostante il presidente del Consiglio neghi ”inciampi”, fonti di governo sostengono che un dibattito c’e’ stato. E secondo qualcuno anche un leggero ”annacquamento” del testo. Il premier, pero’, si dice soddisfatto. Rimarca l’importanza delle riforme: cita stime di Ocse e Bankitalia per sottolineare come, con concorrenza e flessibilita’ simile a quella degli altri Paesi europei, ci possa essere ”un aumento del 10%” del Pil. Commentando il varo del pacchetto concorrenza e infrastrutture (quello sulla semplificazione sara’ adottato la prossima settimana), nella conferenza stampa seguita al Cdm, Monti parla di “riforme strutturali per la crescita”, necessarie per superare i tre grandi vincoli che finora hanno frenato la crescita del Paese: insufficiente concorrenza, inadeguatezza infrastrutturale, complessita’ nelle procedure.

Concentra l’attenzione sui vantaggi che ne trarranno i giovani, ma ricorda anche che a giovarne saranno tutti i cittadini che saranno liberati da ”tasse occulte” e agevolati da una ”moderazione del costo della vita”. Ringrazia i ”colleghi” ministri ed in particolare Antonio Catricala’ (“ogni governo dovrebbe avere almeno una ex autorita’ della concorrenza” nei suoi ranghi), ma soprattutto i partiti che oltre ad appoggiare il governo sono stati ”utili” per capire le ”preoccupazioni” delle diverse parti sociali. Ricorda che il governo non e’ a caccia di consensi perche’ non deve affrontare le elezioni. Ma allo stesso tempo ritiene che l’opinione pubblica sia dalla parte delle riforme e contro lo ”status quo”. Nessun timore per le reazioni di Silvio Berlusconi, che parla di ”cura senza frutti” e prevede di essere ”richiamato” presto al governo: ”Ci parlo abbastanza spesso e mi dà segnali incoraggianti e anche consiglio”, minimizza il premier. Con il Parlamento, pero’, usa il guanto di velluto. Il Parlamento e’ ”sovrano” e il governo si prendera’ lo ”spazio” per ”illustrare e spiegare” i provvedimenti alle Camere e se si dovesse accorgere che ”manca qualcosa” ”ci sara’ l’occasione per rimediare. Prende a modello ”l’esperienza di conversione del ‘Salva-Italia”’ (sul quale, pero’, mise la la fiducia), giudicandola ”molto incoraggiante”.

Monti appare ottimista. Anche se qualche nuvolone nero sembra comparire all’orizzonte. Come dimostrano le modifiche inserite nel milleproroghe in commissione sul contributo degli autonomi, approvate nonostante il parere contrario del ministro Elsa Fornero. Modifica che, pur non impattando sulla sostanza della riforma delle pensioni, preoccupa Monti che ci vede un antipasto di quello che puo’ avvenire in Aula sulle altre riforme. Anche perche’ di temi scottanti ce ne sono tanti. La sospensione del cosiddetto beauty contest sulle frequenze non e’ piaciuta a Mediaset che ha annunciato possibili ricorsi.

Nonostante qualcuno legga nel fatto che il governo si sia preso tre mesi per deciderne l’assegnazione, una sorta di ‘assicurazione sulla vita’ per lo stesso esecutivo. Anche dal Pd arrivano segnali poco incoraggianti: Pier Luigi Bersani parla di provvedimento lodevole, ma chiede che 2 o 3 cose siano rafforzate. E forse proprio per frenare gli appetiti dei partiti il premier ricorda gli elogi del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che parla di intervento ”corposo e incisivo”.

Eppure, nello stesso governo, qualche ministro – rigorosamente a microfoni spenti – non nega un po’ di delusione perche’ qualcosa in piu’ potesse essere fatto. In Cdm, riferisce chi c’era, si e’ discusso a lungo di alcune norme. Quelle sulle farmacie, spiega ad esempio una fonte ministeriale, ”sono cambiate due o tre volte”. Secondo altre fonti vi sarebbe stata anche qualche piccola tensione, generata dal fatto che diversi ministri, pur avendo competenza, non hanno ricevuto il testo definitivo del provvedimento fino al Cdm. Per questo si e’ proceduto ”articolo per articolo”. E, nonostante cio’, una stesura definitiva ancora non c’e’. Come dimostra il fatto che non e’ stato diffuso il consueto comunicato stampa finale.

SCATTANO LIBERALIZZAZIONI, OK A PIANO CRESCI-ITALIA
(di Francesco Carbone)
Il Governo punta il dito contro i ‘poteri forti’ e, dopo il varo del ‘salva-Italia’ per mettere a posto i conti, prova a dare una spinta allo sviluppo con il decreto ‘cresci-Italia’. E a recuperare risorse per famiglie e imprese allentando i vincoli (le ‘tasse occulte’, come le definisce il premier, Mario Monti) che da anni tengono ‘ingessato’ il Paese. Un impatto – spiega lo stesso premier – che potrebbo portare ad una crescita della ricchezza prodotta a due cifre: +10%. Questo l’obiettivo dichiarato del pacchetto liberalizzazioni varato oggi dopo una riunione ‘fiume’ del Cdm di oltre 8 ore.

‘E’ strutturale’, spiega il premier che ricorda i tre vincoli italiani: ‘concorrenza insufficiente, inadeguatezza delle infrastrutture e complicazione delle procedure amministrative’. Ora il pacchetto liberalizzazioni, insieme a quello infrastrutture, viaggia verso il Parlamento e la prossima settimana – annuncia Monti – sarà integrato da un decreto per le semplificazioni. Forse allora si scioglierà il nodo del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese.

‘Dobbiamo rispettare i vincoli di bilancio – spiega il ministro per lo sviluppo, Corrado Passera – ma dobbiamo fare qualcosa’. Taxi, gas, rc auto, ferrovie, farmacie, notai: questi solo alcuni dei capitoli toccati. Ma dai partiti arrivano mugugni e i primi ‘no’. Non sulle singole misure (alcune, più contestate, saltate come quella ribattezzata ‘trivella-facile), proprio sull’impianto complessivo. Insomma per alcuni (il Pd) si poteva fare di più mentre per altri (il Pdl) si è fatto troppo. Ma c’é anche chi, tra i partiti, chiede di andare avanti. Così è facile immaginare che il percorso tra Palazzo Madama (dove dovrebbe iniziare l’esame) e Montecitorio riserverà non poche sorprese. Molte intanto le modifiche apportate dallo stesso esecutivo ai primi testi circolati. Segno che lo sforzo per intervenire sulla materia è di non poco conto. Un esempio per tutti è quello della norma sui taxi che dopo le proteste e gli scontri di questi giorni è stata modificata più volte e alla fine è stata riaffidata all’Autorità per le reti che nascerà dal potenziamento dell’Autorità per l’energia. Un percorso che però lascerebbe ancora 6 mesi di tempo per intervenire. Inoltre – spiega il sottosegretario alla Presidenza, Antonio Catricalà – si è andati incontro ad alcune richieste delle auto bianche: non ci saranno più licenze in capo ad un solo soggetto e anche l’extraterritorialità sarà valutata insieme ai Comuni. Altro fronte caldo è quello delle farmacie.

Ma il ministro della Salute, Renato Balduzzi, spiega che i farmaci di fascia C rimarranno. Ci sarà però anche un ‘unico grande concorso straordinario per l’apertura di oltre cinque mila farmacié. Insomma qualche concessione e qual che conferma. I benzinai intanto non potranno scioperare per più di tre giorni, ricorda il presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi, Roberto Alesse. E si attende di sapere come si muoveranno le molte sigle del settore, tra chi sciopera e chi annuncia il ritiro delle agitazioni. Salta la norma sullo scorporo di Rfi, mentre resta la separazione tra Eni e Snam. Si toglie invece ‘qualche granello di sabbia’ – dice Catricalà – al meccanismo della class action che dovrebbe essere così più semplice.

E mentre il Cdm si ferma alcuni minuti per uno ‘spuntino’ arriva la notizia che un’altra categoria sale sulle barricate: gli avvocati che incroceranno le braccia contro le ‘liberalizzazioni selvagge’ del Governo. Protestano anche i notai: ne arriveranno 500 in più, annuncia il Guardasigilli Paola Severino. E aggiunge: ci sarà anche il Tribunale delle imprese: ‘che aiutera’ l’economià. A conti fatti Monti spiega la filosofia dell’intervento. L’obiettivo delle liberalizzazioni non è stato quello di introdurre ‘un po’ di giungla per favorire l’economià ma quello di strutturare ‘regole di mercato’, ha detto. E ha poi rivendicato. ‘Credo che – afferma – nessuno possa dire che ce la siamo presa con i piccoli e con i poteri deboli e che abbiamo lasciato tranquilli i grandi e i poteri forti’. Ma la partita non è chiusa. La parola ora passa al Parlamento. ‘Confido – dice comunque Monti – che l’esame possa essere breve, così come per il decreto Salva Italia’.