Ieri, 2 giugno si è festeggiato seppure in forma dimessa per le note vicende sanitarie, il settantacinquesimo anniversario della nascita della Repubblica Italiana.
La prima Festa della Repubblica venne celebrata nel 1947, in concomitanza con l’anniversario del referendum. Nel 1948 si svolse la prima parata militare in via dei Fori Imperiali a Roma, ma è solo nel 1949 che il 2 giugno fu definitivamente dichiarato festa nazionale. Nel 1977, a seguito della crisi economica che aveva colpito l’Italia anni ‘70, la Festa della Repubblica venne spostata la prima domenica di giugno, in modo da non perdere un giorno lavorativo. Nel 2001, su suggerimento dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la celebrazione tornò alla sua collocazione originale del 2 giugno, abbandonando quindi la condizione di festa mobile.
Solo in un’occasione la ricorrenza non venne celebrata a Roma, precisamente nel 1961. In occasione del centenario dell’Unità d’Italia, le celebrazioni ebbero luogo a Torino che dell’Italia unita fu la prima capitale.
I festeggiamenti normalmente ricompresi in due giorni si articolano il 1° giugno con il cambio solenne della Guardia al Palazzo del Quirinale con un reparto di Corazzieri a cavallo, un concerto in onore del Corpo Diplomatico e il ricevimento serale nei Giardini del Quirinale ed il giorno successivo il Presidente della Repubblica il Presidente depone una corona d’alloro sulla tomba del Milite Ignoto, al Vittoriano, e assiste alla parata militare.
Anhe la tradizionale parata militare ha subito negli anni alterne vicende, Nel 1963 l’agonia di papa Giovanni XXIII, che sarebbe morto il 3 giugno, indusse il Governo a spostare la sfilata al 4 novembre, Giornata dell’Unità e delle Forze Armate, istituita per ricordare la conclusione vittoriosa della Grande Guerra, il 4 novembre 1918. Nel 1976 la parata non ebbe luogo a causa del disastroso terremoto che colpì il Friuli e la sospensione, anche per la crisi economica e petrolifera che colpì l’Europa, durò fino al 1983. Nuova interruzione nel 1989 fino al 2000, quando il Presidente Ciampi la ripristinò.
Per finire alcune curiosità che riguardano il referendum del 2 giugno 1946 che sancì la scelta degli italiani in favore della Repubblica. Furono chiamati al voto quasi 25 milioni di elettori comprese le donne che per la prima volta partecipavano ad una elezione politica. Vinse la repubblica con con 12.718.641 voti contro i 10.718.502 della monarchia.
Lo spoglio del risultato mostrò chiaramente che l’Italia era divisa in due metà. In tutte le province a nord di Roma, tranne due (Padova e Cuneo), vinse la repubblica. In tutte le province del centro e del sud, tranne due (Latina e Trapani), vinse la monarchia. La repubblica ottenne il risultato più ampio a Trento, dove conquistò l’85 per cento dei consensi. La monarchia ottenne il risultato migliore a Napoli, con il 79 per cento dei voti. Contemporaneamente, gli italiani votarono anche per eleggere i membri dell’Assemblea costituente. La Democrazia Cristiana ottenne la maggioranza relativa dei 556 deputati, 207, mentre al secondo posto arrivarono i socialisti e i comunisti arrivarono al terzo.