‘Napoli incompetente’ Gip, no ricorso Pm

La conferma è arrivata pochi minuti dopo le 14 quando il Gip Amelia Primavera ha depositato l’ordinanza in cancelleria: dovrà essere la magistratura di Roma a occuparsi dell’inchiesta sulla presunta estorsione a Berlusconi, ideata e messa a segno da Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola, in quanto la procura di Napoli non è competente territorialmente. Una decisione che in realtà non sorprende visto che lo stesso giudice, appena due giorni fa, non si era pronunciato su una istanza di scarcerazione o di concessione degli arresti domiciliari presentata dai legali di Tarantini, dichiarandosi incompetente e indicando nella capitale il luogo dove doveva essere trasferito il procedimento. Ciò in quanto, sulla base di quanto affermato da alcuni testimoni e confermato da Berlusconi nel suo memoriale, i pagamenti sono avvenuti in massima parte a Palazzo Grazioli. La decisione era stata impugnata dalla procura partenopea – i titolari del fascicolo sono il procuratore aggiunto Francesco Greco e i pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock – sia davanti al gip Primavera (che è poi il giudice che aveva firmato le misure cautelari), sia davanti al Tribunale del Riesame. Oggi il gip ha ribadito il suo no e tutto lascia credere che ormai la questione sia definita. Al procuratore di Roma Giovanni Ferrara sono già stati consegnati gli atti dell’indagine. E nel pomeriggio il legale del premier, avvocato Niccolò Ghedini, ha incontrato Ferrara al quale ha consegnato il memoriale del presidente del Consiglio (già agli atti dell’indagine di Napoli) in cui Berlusconi sottolinea, tra l’altro, di non aver mai subito ricatti affermando di essersi limitato a venire in aiuto di una persona che si trovava in una situazione economica “gravissima”.

Ora i pm di Roma hanno 20 giorni di tempo per decidere se reiterare le richieste di misure cautelari. Per quanto riguarda la decisione del gip Primavera, nelle motivazioni fa riferimento al primo comma dell’articolo 9 del codice di procedura penale: se non è possibile determinare con esattezza il luogo di commissione del reato la competenza appartiene al giudice del luogo dove si sono consumati parte dei fatti contestati (in questo caso Roma, dove sarebbero avvenuti parte dei pagamenti). Resta ora l’incertezza su quanto accadrà domani al Riesame, al quale sono state avanzate le richieste di revoca o attenuazione delle misure cautelari dalle difese di Tarantini e Lavitola. I legali del collegio di difesa – gli avvocati Alessandro Diddi e Ivan Filippelli, difensori dell’imprenditore pugliese detenuto a Poggioreale, e l’avvocato Gaetano Balice, che assiste il direttore dell’Avanti, latitante a Panama – stanno esaminando la situazione alla luce della nuova ordinanza del gip e dell’udienza di domani. Non è escluso che entrambi gli indagati, o probabilmente il solo Lavitola, possano rinunciare al Riesame. La questione sui provvedimenti restrittivi pertanto potrebbe essere riproposta dai legali al giudice di Roma, ritenuto competente territorialmente, che dovrebbe decidere nel caso di rinnovazione delle ordinanze cautelari.