Scontro Fini-La Russa, bagarre alla Camera. Sanzioni per ministro

ROMA – L’Ufficio di Presidenza della Camera ha rinviato una decisione sulla sanzione da irrogare al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, per il suo comportamento di ieri in Aula dopo che la Giunta per il regolamento esprimerà in merito un parere. La Giunta è convocata per le ore 16. Questa decisione è stata assunta in quanto, viene spiegato, non esistono precedenti di sanzioni disciplinari irrogate a Montecitorio nei confronti di ministri.

FINI CHIEDERA’ INFORMATIVA MINISTRO INTERNO – Il presidente della Camera chiederà al ministro dell’Interno di venire a riferire su quanto è avvenuto ieri pomeriggio davanti a Montecitorio, quando i manifestanti sono letteralmente arrivati a un passo dal portone dell’ingresso principale: Gianfranco Fini ha accolto la richiesta in tal senso avanzata oggi nell’ufficio di presidenza della Camera. L’unico precedente di manifestanti arrivati così vicini all’ingresso della Camera risale al 1992; si trattava di una manifestazione di giovani di destra, e in quel caso l’allora ministro dell’Interno Nicola Mancino venne a riferire a Montecitorio.

E’ CAOS FUORI E DENTRO CAMERA, INSULTI LA RUSSA-FINI
di Cristina Ferrulli
E’ caos, fuori e dentro Montecitorio, sul processo breve. La tensione, già alta fin dal mattino quando la maggioranza decide di accelerare sul processo breve chiedendo l’inversione del ordine del giorno, si alza nel pomeriggio: fuori dal Palazzo qualche centinaio di persone, spintesi davanti al portone, lanciano insulti e qualche monetina al ministro Ignazio La Russa. Dentro l’aula è sempre il ministro della Difesa il protagonista di uno scontro con il presidente della Camera Gianfranco Fini, finito con un ‘vaffanculo’ di La Russa e la sospensione della seduta. Per alzare il livello dello scontro contro “il colpo di mano” della maggioranza, il Pd convoca per il pomeriggio un presidio davanti alla Camera. Escluso l’Aventino, oggetto anche di un diverbio in Aula tra la ‘pasionaria’ Rosy Bindi e il più moderato Massimo D’Alema, il Pd chiama a raccolta nel pomeriggio i militanti perché, assicura il segretario Pd Pier Luigi Bersani in un’arringa improvvisata su una scaletta, “daremo battaglia dentro e fuori Montecitorio”. Di solito tenuta oltre le transenne, la folla, qualche centinaio di persone, riesce a raggiungere il portone di Montecitorio, gridando ‘vergogna, vergogna, mafiosi’ e cantando ‘bella ciao’. I decibel aumentano, insieme ai fischi e al lancio di qualche moneta, quando il ministro della Difesa prima fa capolino fuori dal portone e poi si avvicina ai manifestanti. Poco dopo la bagarre esplode anche in Aula. Il capogruppo Pd Dario Franceschini chiede chiarimenti sul fatto che i manifestanti si siano spinti fino al portone e “come mai il ministro La Russa, volto molto televisivo, abbia deciso di uscire proprio dal portone principale”.

A quel punto il ministro perde la pazienza: “Voi – dice rivolto ai banchi del Pd – siete complici dei manifestanti, più violenti di loro. Vi do un’ulteriore notizia: mi è venuta di fronte una persona in modo minaccioso, l’ho riconosciuta, si tratta dell’organizzatore di fischi contro Berlusconi il giorno delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia”. Fini lo invita per due volte ad un “atteggiamento rispettoso” ma il ministro non accenna a calmarsi e, levando il braccio in aula, esclama: “ma vaffa…”. “Non le consento di offendere la presidenza della Camera”, afferma al microfono il presidente della Camera prima di sospendere la seduta. Poi, lasciando l’Aula, sibila: “Curatelo”. Finiti i lavori, La Russa chiarisce, prima con i giornalisti e poi scusandosi con una telefonata, che l’insulto non era rivolto al presidente della Camera ma a Franceschini. Scuse che Fini rispedisce al mittente: “non è stata una offesa alla persona ma all’istituzione” scandisce il presidente della Camera. Ma certo la reazione del ministro non è piaciuta nemmeno ai suoi: Claudio Scajola glielo dice apertamente mentre poco dopo alla buvette il deputato Osvaldo Napoli commenta con i giornalisti che un’uscita del genere “ci fa perdere 5 punti nei sondaggi”.

Intanto Fini ha incaricato i questori della Camera di preparare una relazione su quanto accaduto dentro e fuori dall’Aula e, per questo motivo, i questori di Montecitorio hanno incontrato alla Camera il Questore di Roma Francesco Tagliente per avere un quadro preciso della situazione. Domani la relazione sarà sul tavolo dell’Ufficio di presidenza.