Sisma: Emilia ritorna a tremare. Crolla la torre di Novi

Si è aperta una nuova giornata, quella del lutto nazionale, nelle zone dell’Emilia colpite dal terremoto e nuovamente provate dalla forte scossa, di magnitudo 5.1, registrata alle 21.20 di ieri. Ed è stata un’altra lunga notte di paura e di attesa nelle tendopoli e nelle strutture allestite per accogliere gli sfollati. Molti hanno invece preferito passare la notte all’aperto, chi in auto, chi in camper, qualcuno ha scandito le ore girando in bici. Oggi scuole chiuse tra il Modenese e il Mantovano. La scossa, avvertita in tutto il Nord Italia e non solo, ha avuto epicentro nel Modenese in una zona compresa tra Novi, Cavezzo, Concordia, San Possidonio e Mirandola. Non ha provocato feriti, ma solo qualche malore per lo spavento tra la popolazione, e nuovi crolli nelle ‘zone rosse’, già interdette alle persone, tra cui quella della torre dell’orologio di Novi, da tre secoli esatti simbolo della cittadina. Nella notte poi un’altra scossa, nella stessa zona, di magnitudo 3.1.

E alle 7.26 una nuova, lieve, scossa di terremoto, di magnitudo 2.5, è stata avvertita dalla popolazione tra le province di Modena e Mantova. Le località più prossime all’epicentro sono Novi di Modena, Concordia e San Possidonio (Modena) e Moglia (Mantova).

Oggi su tutta l’Emilia-Romagna, dopo una domenica calda e soleggiata, sono previste piogge, anche di forte intensità; la Protezione civile regionale ieri ha emesso un’allerta meteo, in vigore fino alle due della prossima notte. Poi la situazione, secondo le previsioni, migliorerà. “La nostra torre è crollata ma noi non crolliamo, siamo in piedi, ce la faremo perché abbiamo le forze per farcela”, ha commentato fiduciosa il sindaco di Novi, Luisa Turci, che aveva già avuto la propria abitazione lesionata, come quella di tanti concittadini, dopo la rovinosa scossa di martedì scorso. “Le nostre priorità devono cambiare, è una situazione che ci cambia la vita attuale”, ha aggiunto, con un ‘ricordo’ anche per l’antica torre crollata: “Nonostante i danni batteva ancora le mezz’ore, da ‘malata’ funzionava nonostante fosse quasi giù, ci dava speranza. Ora non c’é più”.

dell’inviato Giampaolo Grassi
La prima domenica dopo il secondo terremoto in Emilia si sono visti i segni del riavvio. Qua e là, anche vicino alle zone rosse, hanno cominciato ad riaprire bar, farmacie e qualche negozio di generi alimentari. Una giornata quasi normale fino alle 21.20, quando la terra è tornata a tremare con forza, seminando nuova paura e causando altri crolli e qualche malore, ma nessun ferito, tra gli sfollati. La scossa, avvertita in tutto il Nord Est dell’Italia, ha raggiunto magnitudo 5.1, la più alta da alcuni giorni a questa parte tra le repliche di un terremoto che non sembra avere fine. In pochi secondi quello che ancora rimaneva della Settecentesca torre dell’orologio di Novi di Modena – costruita tre secoli fa esatti – è precipitato al suolo. Altri crolli si sono verificati anche nelle zone rosse di Finale Emilia e San Possidonio, epicentro del nuovo sisma. Un colpo al cuore per i cittadini terremotati già duramente messi alla prova. Gli sfollati sono schizzati fuori dalle tendopoli e dai centri di accoglienza della zona, in alcuni dei quali è mancata la corrente elettrica per alcuni minuti. Qualcuno è caduto a terra e i sanitari sono dovuti intervenire per alcuni malori, mentre scattavano i controlli della protezione civile e delle forze dell’ordine. Ben diciannove, le scosse registrate nei minuti successivi, tutte di minore intensità, al termine di una giornata che era trascorsa tra la voglia di ricominciare e la conta dei danni.

La prima stima con un crisma di ufficialità l’aveva data il commissario europeo alla politica regionale, Johannes Hahn, che, con il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, ha visitato le zone colpite dal sisma. “Posso dire che si tratta di danni intorno ai 5 miliardi di euro – aveva detto – Noi potremmo dare un aiuto nell’ordine di 150-200 milioni”, mentre dai ministri per lo sviluppo rurale potrebbero arrivare altri 100 milioni di euro. “L’Europa sarà a fianco dei terremotati nell’opera di aiuto e di ricostruzione”, aveva ribadito Tajani, al termine del sopralluogo aereo sulle zone colpite dal sisma. “Domani – aveva aggiunto Tajani – partirà una lettera a tutti i ministri del Turismo dell’Unione europea e dei principali Paesi extraeuropei” per far sì che non venga scoraggiato l’arrivo di stranieri nelle aree turistiche della regione. Ad accompagnare la delegazione dell’Ue c’era il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani. “Il nostro principale obiettivo è quello di salvaguardare le comunità – aveva detto -: scuole, ospedali, assistenza sanitaria, le funzioni pubbliche e amministrative là dove sono crollati o lesionati i municipi”. Anche oggi, intanto, erano continuate le operazioni di messa in sicurezza degli immobili, di sgombero dei capannoni, di ristrutturazione degli edifici che possono tornare agibili, di valutazione del grado di stabilità delle abitazioni. Un lavoro che dovrà ora ricominciare da capo. Dopo la scossa di questa sera, i Comuni di Modena, Sassuolo, Maranello e Fiorano hanno deciso che domani le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse per consentire ai tecnici di effettuare nuovi controlli sulla stabilità degli edifici. L’allarme, insomma, non passa. E per domani anche il meteo non promette bene: sono infatti previste forti piogge e temporali che potrebbero provocare, scrive la Protezione civile, “danni a infrastrutture di tipo provvisorio”, cioé a quelle tirate su proprio per l’emergenza terremoto. Intanto, il superlavoro compiuto in questi giorni dalle forze dell’ordine potrebbe trovare un valido sostegno nell’esercito. Il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha “dato la disponibilità delle Forze Armate agli enti locali, al Ministero degli Interni, alla Protezione civile per reprimere il fenomeno dello sciacallaggio”.