Sisma in Emilia: Scossa nel ravennate 4.5. Non ci sono stati danni

La scossa di terremoto di magnitudo 4.5 con epicentro al largo di Ravenna delle 6.08 di questa mattina è stata avvertita in modo forte e distinto anche a Rimini che dista una cinquantina di chilometri da Ravenna.

Dalle verifiche effettuate dalla Protezione civile non risultano al momento danni a persone o cose nella città di Ravenna.

“Al momento della scossa – spiega Francesca, abitante del borgo San Giovanni a ridosso del centro storico – gli antifurto delle auto parcheggiate in strada hanno iniziato a suonare. La scossa è durata diversi secondi e si è avvertita molto bene anche nelle case ai piani bassi”. Da quanto appreso non risultano esserci danni a persone e cose. Subito dopo la scossa sui social network si è scatenato il tam tam di notizie e non è mancata neanche l’ironia su Twitter. “Avevano detto che il terremoto si stava spostando ad ovest – ironizza un navigatore della Rete -: notoriamente Rimini e Ravenna sono in Piemonte e Lombardia”.

A Modena, si è sentito per pochissimi secondi il tremolio del terreno così come nelle altre cittadine della provincia anche se, a quanto si è appreso, nelle tendopoli come quella di Novi di Modena, non tutti si sono resi conto dell’eco della scossa ravennate. Il terremoto in Romagna, infatti, è stato avvertito maggiormente all’interno delle case in muratura.

ORA RISCHIO SICCITA’,SALE BILANCIO VITTIME
di Antonio Giovannini
Ben 57 impianti idrici lesionati, per 67 milioni di danni: sulle zone dell’Emilia e del Mantovano colpite dal terremoto e’ tornato il sole, dopo la pioggia battente di ieri, ma ora e’ rischio siccita’ e resta alta l’ emergenza tra gli oltre 12.000 sfollati, ormai allo stremo.

Intanto si aggrava il bilancio delle vittime, il cui numero sale a 26: dopo una settimana di coma e’ morta all’ospedale Maggiore di Bologna Sandra Gherardi, 46 anni, di Cento (Ferrara), colpita dai calcinacci alla testa mentre era in strada, mentre all’ospedale di Baggiovara di Modena e’ deceduta Liviana Latini, 65 anni, estratta viva dalle macerie del sua casa a Cavezzo. Ed e’ allarme della Cgil, che denuncia: le aziende chiedono a chi vuole tornare a lavorare di firmare una liberatoria da ogni responsabilita’.

Il rischio-siccita’ e’ il nuovo spettro per un territorio – la cosiddetta ‘Food valley’ – a forte vocazione agroalimentare.

Sono sei i consorzi di bonifica, tra Emilia e Lombardia, colpiti dal terremoto: quanto basta per mettere a rischio l’opera di irrigazione e scolo e far scattare l’allarme idraulico su 200 mila ettari di territorio e il pericolo siccita’ per 130.000 persone tra Modena, Reggio Emilia e Mantova. Oggi il sottosegretario all’Agricoltura Franco Braga, che ieri ha fatto un sopralluogo nell’area, vedra’ il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, ”e potro’ capire – ha detto ai giornalisti – cosa si puo’ fare in termini di denaro”.

Gli emiliani vogliono rialzarsi al piu’ presto, riprendere la vita quotidiana ma soprattutto il lavoro sul posto. Anche la proposta della Regione di dare contributi solo alle aziende che resteranno sul territorio va in questa direzione: una scelta, ha sottolineato in Aula l’assessore alle Attivita’ produttive Gian Carlo Muzzarelli durante la seduta dell’Assemblea legislativa, per evitare delocalizzazioni. Tornare all’opera, dunque, ma intanto la Cgil dell’Emilia-Romagna svela una sorta di ricatto da parte di alcune aziende per evitarsi guai in caso di nuove scosse nefaste per i lavoratori che tornano all’opera. ”Stiamo ricevendo segnalazioni su alcune aziende – rende noto il sindacato mostrando una liberatoria su carta intestata di una ditta di Carpi – che cercano di bypassare l’ordinanza del Dipartimento della Protezione civile (datori di lavoro che hanno l’obbligo di verificare la sicurezza delle strutture, ndr), facendo firmare ai lavoratori liberatorie individuali. Un atteggiamento di irresponsabilita’ e indecenza”. ”Io ho sempre detto che bisogna ripartire subito, ma in sicurezza, ribatte a distanza il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che aggiunge: ”la prima considerazione deve essere la sicurezza”.

E mentre a Novi di Modena tra i terremotati si prova a sorridere con il ‘Camping benessere’, in pratica un prato trasformato in un luogo di ritrovo da un gruppo di giovani, la Regione aggiorna i numeri dell’emergenza: 54 Comuni colpiti, oltre 12mila sfollati, 4.500 persone al lavoro tra volontari e forze dell’ordine. Consistente anche il numero degli alunni (oltre 71.000) di 223 scuole danneggiate.

Prosegue poi senza sosta la gara di solidarieta’: il Gay Pride nazionale, la sfilata in programma sabato a Bologna, in questa edizione sara’ piu’ sobrio e raccogliera’ fondi per le popolazioni colpite. Allo stadio Dall’Ara, poi, il 25 giugno si ritroveranno tanti artisti della regione per ‘Emilia live’, un’ iniziativa promossa dal leader dei Nomadi, Beppe Carletti, che sara’ presentata oggi: ci saranno tra gli altri Gianni Morandi, Laura Pausini, Zucchero, Cesare Cremonini, mentre Vasco Rossi ha detto no tramite Facebook: ”Penso che la beneficenza si debba fare tirando fuori i soldi dal proprio portafoglio, senza troppo spettacolo e pubblicita”’.

Sul versante giudiziario, infine, anche le presunte trivellazioni legate al progettato mega-deposito di gas a Rivara di San Felice sul Panaro entrano a far parte delle verifiche che la Procura di Modena fara’ dopo i terremoti del 20 e 29 maggio.

L’accertamento e’ nel fascicolo ‘contenitore’ del procuratore aggiunto Lucia Musti, che riguarda le ‘terre terremotate’ ed e’ almeno per ora a ‘modello 45′, cioe’ per fatti non costituenti reato, e quindi consente un’ampia delega di indagine. Il fascicolo considera i crolli in genere e le perforazioni.