Sisma: la terra trema ancora, Severino pensa a detenuti per ricostruire

Si è aperta una nuova giornata, quella del lutto nazionale, nelle zone dell’Emilia colpite dal terremoto e nuovamente provate dalla forte scossa, di magnitudo 5.1, registrata alle 21.20 di ieri. Ed è stata un’altra lunga notte di paura e di attesa nelle tendopoli e nelle strutture allestite per accogliere gli sfollati. Molti hanno invece preferito passare la notte scorsa all’aperto. Oggi le scuole sono rimaste chiuse tra il Modenese e il Mantovano. La scossa, avvertita in tutto il Nord Italia, ha avuto epicentro nel Modenese in una zona compresa tra Novi, Cavezzo, Concordia, San Possidonio e Mirandola. Non ha provocato feriti, ma solo qualche malore per lo spavento e nuovi crolli, tra cui quello della torre dell’orologio di Novi, da tre secoli esatti simbolo della cittadina. Nella notte poi un’altra scossa, nella stessa zona, di magnitudo 3.1. E alle 7.26 una nuova scossa di magnitudo 2.5, avvertita tra le province di Modena e Mantova. Poi altre tre scosse, tutte oltre il terzo grado Richter.

PIOGGIA SULLE TENDOPOLI – Sulle tendopoli dalla notte scorsa e’ arrivato il maltempo, con forti piogge. La protezione civile riferisce che nelle 34 tendopoli allestite in Emilia per gli sfollati c’e’ ”qualche pozzanghera ma nessuna particolare criticità”. Poi, dal primo pomeriggio, è tornato il sole. Al momento nelle tendopoli non sono arrivate nuove richieste di ospitalità da parte di chi vive in camper o in tenda nel giardino della propria casa, nonostante la forte scossa di ieri e l’acquazzone.

SEVERINO: IPOTESI DETENUTI PER RICOSTRUIRE – Impiegare parte dei detenuti per la ricostruzione dell’Emilia colpita dal terremoto. E’ l’idea lanciata a Bologna dal ministro della Giustizia Paola Severino. “In un momento come questo che richiede interventi tempestivi penso che si potrebbe vedere anche parte della popolazione carceraria protagonista di un’esemplare ripresa”. L’iniziativa riguarderebbe i detenuti “non pericolosi e già in regime di semilibertà”. Il Guardasigilli ha spiegato, durante la sua visita al carcere della Dozza a Bologna, che si tratta di una “piccola idea” di cui si deve ancora discutere con i direttori e i provveditori. “Vorrei che fossero coinvolte – ha detto – tutte le carceri della regione e se fosse possibile non solo”. Questo raggiungerebbe il doppio obiettivo di far sentire utile la popolazione carceraria e di farla apparire utile alle persone colpite dal terremoto. “Ho sempre pensato che il lavoro carcerario sia una risorsa per il detenuto, un vero modo per portarlo alla risocializzazione e al reinserimento nella società”. Facendo l’esempio di Bologna il bacino di detenuti in cui si potrebbe pescare per Severino, escluderebbe i 101 detenuti in alta sicurezza e potrebbe riguardare i 246 tossicodipendenti o il 57% di extracomunitari che compongono la popolazione carceraria della Dozza. Si potrebbe lavorare “su queste due fascie”.

NELLE ZONE COLPITE CELLE APERTE GIORNO E NOTTE – Intanto il ministro ha annunciato lo spostamento di circa “350 detenuti nelle carceri di altre regioni e un rinforzo alla polizia penitenziaria impegnata in Emilia-Romagna”. Sono i due provvedimenti d’emergenza “per alleggerire la situazione carceraria” nella regione colpita dal terremoto. “Abbiamo fatto in modo che tutte le celle rimangano aperte di giorno e di notte. Non possiamo aggiungere al carcerato anche l’angoscia della claustrofobia”, ha detto. Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino durante la sua visita al carcere di Bologna e spiegando che la misura riguarda tutti i penitenziari delle zone colpite dal terremoto. “Si può immaginare – ha aggiunto – lo stato d’animo dei detenuti durante i terremoti”. Chi è in cella “sa di non poter andare da nessuna parte”.

INCHIESTA FERRARA, SALIRA’ NUMERO INDAGATI – E’ destinato a crescere nei prossimi giorni il numero degli indagati nell’inchiesta della Procura di Ferrara sui quattro operai morti nei crolli dei capannoni di tre aziende di Sant’Agostino e Bondeno causati dal sisma del 20 maggio: attualmente sono 17 ma a breve potrebbero diventare una trentina, vale a dire una decina per ognuno dei tre fascicoli aperti dal procuratore reggente Nicola Proto e dal Pm Ciro Alberto Savino.

FUNERALI DI DON IVAN E DI ALTRE DUE VITTIME – Oltre ai funerali di don Ivan Martini, sono stati celebrati nel Modenese i funerali di due vittime del sisma del 29 maggio. A Cavezzo si sono tenute le esequie di Enzo Borghi, 72 anni, morto nel crollo della sua casa. Un rito sobrio e composto, con due corone di fiori – una del presidente della Repubblica e uno del presidente del Consiglio – ad accompagnare il feretro insieme a quella, con fiori bianchi e gialli, del Comune. A Modena invece è stato celebrato il funerale di Mauro Mantovani, l’imprenditore di 64 anni morto per il crollo del capannone della sua azienda biomedicale ‘Aries’ a Mirandola.