Tbc a Gemelli, sentita infermiera positiva

ROMA – E’ stata sentita oggi dai magistrati, nell’ospedale Spallanzani di Roma, dove è ricoverata, l’infermiera affetta da tubercolosi che ha prestato servizio nel reparto di neonatologia del Policlinico Gemelli. Riserbo degli inquirenti sul contenuto dell’atto istruttorio. L’infermiera, ascoltata come persona informata sui fatti, ha risposto alle domande del procuratore aggiunto Leonardo Frisani, e del sostituto Alberto Pioletti, che per precauzione hanno indossato delle mascherine protettive, inerenti, tra l’altro, tempi e modi di contrazione della malattia infettiva ed i controlli medici ai quali è stata sottoposta negli ultimi anni.

ALTRI 22 BAMBINI POSITIVI – Ci sono altri 22 bambini nati al policlinico Gemelli di Roma che sono risultati postivi al test per la tubercolosi. Lo rende noto la Regione Lazio. Salgono cosi a 79 i bimbi risultati positivi al test nell’ambito dei controlli avviati dopo che un’infermiera che lavora nel nido dell’ospedale si è ammalata di tubercolosi. “Per quanto riguarda la giornata odierna, sono emersi 22 nuovi casi positivi su 167 test effettuati. Le famiglie dei bambini interessati sono state già avvisate. Si tratta di 17 maschi e 5 femmine. Di questi, 1 bambino è nato nel mese di gennaio, 10 bambini a febbraio, 4 a marzo, 3 ad aprile, 2 a maggio, 1 a giugno ed 1 a luglio. Complessivamente, ad oggi sono state effettuate 1.197 visite e test di cui sono pervenuti 996 risultati, dei quali 79 emersi come positivi, con una media del 7,9%”.

REZZA (ISS), NON E’ EPIDEMIA – Che ci siano stati dei contagi è innegabile, ma al momento non si può parlare di epidemia perché i controlli e la profilassi servono proprio a evitare l’insorgere e il diffondersi della malattia. E’ quanto spiega Giovanni Rezza, il direttore del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, riferendosi ai bambini risultati positivi al test della Tbc al Policlinico Gemelli in seguito al contatto con una infermiera. “Le positività riscontrate finora – aggiunge l’epidemiologo – possono essere superiori al numero atteso, ma si tratta pur sempre di positività e non di malattia contagiosa. Il punto di trovare delle positività è proprio quello di impedire lo sviluppo della malattia e non sta a significare che si sta verificando un’epidemia. Anche perché sappiamo che nella popolazione italiana, secondo i dati dell’Oms, c’é almeno un 12% di persone positive al micobatterio, ma la malattia ha un’incidenza molto bassa in Italia, 4-5 mila casi l’anno”. Parlare di epidemia secondo Rezza “può dare il senso del verificarsi di casi di tubercolosi che invece viene evitato grazie a questi controlli e alla profilassi poi applicata. Identificazione precoce e profilassi fanno sì che non parta la malattia. E al momento non risultano esserci malati”. Secondo l’epidemiologo, “c’é stata una diagnosi tardiva, purtroppo, e bisognerà capirne i motivi, e quindi questa ha favorito il diffondersi dei positivi, anche sopra il numero atteso, ma questi bimbi non sono malati e quindi non sono contagianti, per cui non si può parlare di epidemia”.

AVVIATI CONTROLLI ANCHE SU NATI GENNAIO – Sono stati avviati i controlli e predisposti i contati delle famiglie anche per i bimbi nati a gennaio nel policlinico Gemelli. “In particolare – fa sapere la Regione – su 266 nati nel mese di gennaio, sono stati già fissati 146 appuntamenti”. Anche oggi è tornata a riunirsi, come previsto, l’Unità di coordinamento della Regione Lazio, presieduta dalla presidente Renata Polverini, chiamata a gestire l’attività di controllo sui nati al Policlinico Gemelli inseriti nel programma di sorveglianza sulla tubercolosi e che ha fatto il punto della situazione sulle operazioni di verifica e prevenzione. “L’Unità conferma che alla data odierna – spiega la Regione – si è conclusa l’attività di primo contatto di tutte le famiglie dei neonati interessati dal programma di controllo, compresi quelli nati nel mese di gennaio 2011. In particolare su 266 nati nel mese di gennaio, sono stati già fissati 146 appuntamenti. Per quanto riguarda le famiglie che non è stato possibile raggiungere, nonostante i ripetuti tentativi di contatto, telefonici ed epistolari, si proseguirà nei prossimi giorni con telefonate a seguito delle quali, in caso di mancata risposta, verranno inviati telegrammi ed in ultima istanza, verranno interessate le autorità competenti per l’attivazione delle procedure previste in questi casi. Resta, inoltre, attivo il call center della Asl RmE ai numeri 06 68352830; 06 68352820; 366 6620408; 366 6620407 (www.regione.lazio.it)”. “L’Unità di coordinamento, attraverso i suoi esperti, ricorda che la positività al test non significa malattia ma esprime l’avvenuto contatto con il bacillo. Pertanto, anche sui nuovi 22 neonati positivi – prosegue la nota – sono stati già programmati ulteriori controlli e sarà proposta la profilassi prevista dal protocollo predisposto dall’Unità di coordinamento regionale. La profilassi, definita anche dalle linee guida internazionali, evita il rischio di sviluppare la malattia a seguito dell’avvenuto contatto con il micobatterio. L’Unità di coordinamento precisa, inoltre, che dei neonati risultati positivi fino ad oggi e sottoposti agli ulteriori controlli previsti nessuno è risultato ammalato”.